Tag: lomagnoartecontemporanea

Investec Cape Town Art Fair 2025

Investec Cape Town Art Fair 2025
Cape Town International Convention Centre (CTICC)
21-23 febbraio 2025

Lo Magno artecontemporanea – Booth D3

Lo Magno artecontemporanea was founded by Giuseppe Lo Magno in 2003 in Modica in the south-east of Sicily. Lo Magno ran a small artisanal frame workshop, a practice that led him to establish ties with the most influential artists in the area, the same ones who were then protagonists of Lo Magno projects over the course of 20 years of exhibition activity.

The gallery and the art workshop coexist in a space that has its roots in the area but that moves in Italy and abroad thanks to public and private events and collaborations.

In 2023 Lo Magno artecontemporanea inaugurated its second location, housed within the prestigious spaces of Palazzo Beneventano in Scicli, a symbol of Sicilian Baroque.

Bassi Beneventano is the name of the squared art project shared with the art printing house Amenta and aims to talk about art in a transversal way, touching on eras, places and

techniques on diametrically opposed points.

The Gallery participates in national and international projects by collaborating with art galleries and institutions, but is also aware of the importance of dialogue with the social reality of its territory, and organizes cultural promotion actions or collaborates with local associations with which it shares the same objectives.

On the occasion of ICTAF 2025 Lo magno will exhibit four sicilian artists: Ignazio Cusimano Schifano, Emanuele Giuffrida, Rossana Taormina, William Marc Zanghi.

The Gallery aim is to create a bridge between Sicilian Culture and global contemporary art scene.

Daniele Cascone | Oggetti casuali con persone

“Oggetti casuali con persone” di Daniele Cascone: l’arte del quotidiano

“Oggi ho sentito oscuramente farmi festa gli oggetti della mia stanza, dirmi la loro gratitudine perché, esistendo e guardandoli io, esistono essi.”
Questa frase di Gesualdo Bufalino, come sottolinea Jasmina Trifoni nel testo della mostra, sembra sintetizzare perfettamente il cuore di “Oggetti casuali con persone” di Daniele Cascone. Due autori legati non solo dalla Sicilia, ma da una visione che unisce il Barocco al surreale, trasformando l’ordinario in straordinario.

L’evento si inaugura all’interno di uno dei gioielli del Barocco siciliano, Palazzo Beneventano, a Scicli, sabato 8 febbraio alle ore 19.00. Questo storico edificio, con la sua ricchezza architettonica e decorativa, rappresenta una cornice ideale per accogliere le raffinate opere di Daniele Cascone. Le sale del Palazzo, intrise di storia e cultura, esaltano le composizioni dell’artista, in cui oggetti e persone convivono in scenari che richiamano il chiaroscuro caravaggesco, le vanitas olandesi e il nostro immaginario contemporaneo.

“Oggetti casuali con persone” rientra nel progetto Bassi Beneventano, ideato da Lo Magno artecontemporanea e dalla Stamperia Amenta, che insieme valorizzano l’arte contemporanea in dialogo con i luoghi storici e simbolici del territorio.

Le fotografie di Cascone, curate nei minimi dettagli, giocano con il sottile confine tra sensualità, sacralità e memoria. L’artista celebra il valore estetico del quotidiano, invitandoci a scoprire il nostro personale legame con ciò che osserviamo.

cralità e memoria. L’artista celebra il valore estetico del quotidiano, invitandoci a scoprire il nostro personale legame con ciò che osserviamo.

Daniele Cascone | Oggetti casuali con persone

testo a cura di Jasmina Trifoni

Opening 08/02/2025 ore 19.00

Bassi Beneventano, Palazzo Beneventano, P.zza A.Ficili 1, 97018, Scicii (RG)

Visite fino al 08 marzo 2025, dal martedì al sabato 10-13 e 17-20

Per informazioni:

info@bassibeneventano.it

3515650994 / 3396176251

JASMINA TRIFONI

Oggetti casuali con persone

 

 

Oggi ho sentito oscuramente farmi festa gli oggetti della mia stanza, dirmi la loro gratitudine perché, esistendo e guardandoli io, esistono essi”. Non è un caso, forse, che Gesualdo Bufalino – autore, tra il molto altro, di questa frase – e Daniele Cascone – che ha immaginato, composto in raffinati tableaux e, soltanto infine, scattato le fotografie riunite nella mostra “Oggetti casuali con persone” – condividano l’appartenenza allo stesso territorio geografico così come allo stesso spazio culturale e immaginario del Barocco siciliano.

E, sebbene quest’ultimo sia ormai un’espressione così abusata da essere stata svilita in slogan, è, nel caso di entrambi, da intrecciare con un originalissimo sentire verso il valore estetico e concettuale del surreale.

Una dote, anche questa, che i siciliani più illuminati (e illuminanti) sanno elevare ad arte. La citata frase di Bufalino è racchiusa nel libro Bluff di Parole che, nell’introduzione, lui stesso aveva descritto come una miscellanea di citazioni (…), macerie di diario, pensieri a gogo.

E ne consigliava una lettura casuale e vagabonda, “come chi spera di raccogliere dalle gramigne di un prato, non dico il semplice dalle miracolose virtù, ma qualche fungo mangereccio, un fiore da regalare”.

Di nuovo, non potrebbe essere più calzante anche la modalità, o meglio l’inclinazione alla fantasia, per gustare ciascuna delle potenti immagini di questa mostra. Si riconosceranno, così, le numerosissime citazioni dalla storia dell’arte, che è materia degli studi e della passione di Daniele Cascone e che vanno dalla pittura rinascimentale all’uso della luce che rimanda al Caravaggio.

Da una sensualità (negli oggetti, prima ancora, e sorprendentemente, che nelle persone) e alla sessualità dei dipinti orientalisti di Ingres, a un rimando al sacro, nelle persone che diventano avatar contemporanei di un Cristo piangente o di un San Sebastiano, e negli oggetti, tutti accuratamente messi in scena che, nel loro insieme, rimandano alle vanitas delle opere della pittura olandese del XVII secolo, quelle che alludevano alla caducità della bellezza e all’effimera condizione umana.

A un’osservazione attenta, però, tutto ciò diventa “altro”.

E svela – in questa serie più che nei precedenti lavori di Cascone – un gusto per il gioco, e il divertimento, a un livello più sottile di ciò che appare a un primo sguardo, in queste intelligenti composizioni di oggetti casuali in ambienti in cui la notte sembra eterna.

Per far vivere queste fotografie, bisogna considerarle un rebus enigmistico, un roman à clef, individuando, tra i molti della composizione, l’oggetto (di nuovo, casuale) che parla in un modo unico a ciascuno di noi.

Che sentiamo nostro, perché era presente lì, nelle nostre case di famiglia, nei nostri desideri, nei nostri ricordi sepolti chissà dove. Un fiore, insomma, che Bufalino definiva da regalare.

 

Sull’artista…

Daniele Cascone (Ragusa, 1977) inizia il suo percorso artistico nel 2001. Sperimenta parecchio, mescolando le tecniche digitali con gli strumenti più tradizionali. Si interessa di fotografia, di stop-motion e di video.

La sua attività lo porta a fondare diversi progetti sulle arti visive, tra cui il web magazine «Brain Twisting». Contemporaneamente, inizia a esporre sia in Italia, sia all’estero e i suoi lavori sono presenti in numerose pubblicazioni di settore.

Alla fine del 2008 il mezzo fotografico diventa predominante nella sua ricerca artistica, per la quale si avvale dei set in studio dove poter mettere in scena le situazioni che caratterizzano le sue opere.

La sua è una costante ricerca di un equilibrio tra impulso creativo e tecnica di esecuzione, necessaria per esplorare temi come l’uomo, l’esistenza, il subconscio e il simbolismo.

Coinvolti in un’insolita mostra di fine anno

Coinvolti in un’ insolita mostra di fine anno

a cura di Lo Magno artecontemporanea

Lo Magno artecontemporanea inaugura un nuovo progetto collettivo “Coinvolti in un’insolita mostra di fine anno”, giorno 28 dicembre alle ore 19 presso la propria sede di Modica (via Risorgimento 91-93).

Chiara citazione di una capostipite del cinema italiano dello scorso secolo, Lina Wertmüller (abbreviandone il nome), “Coinvolti in un’insolita mostra di fine anno” oltrepassa i confini del contenuto disegnato da un titolo, proprio come le opere filmiche della regista simbolo della femminilità dietro la cinepresa, hanno sempre amplificato il loro essere fuori dall’etichetta-titolo.

Sulla via dell’incipit che Lo Magno porta avanti, la cooperazione e contaminazione come segno produttivo e indispensabile in una struttura artistica, i 13 artisti in mostra, per la maggior parte provenienti da altre realtà, esploreranno un dialogo che inizia proprio da questa esperienza, celebrando così alcune tra le collaborazioni collaterali alla galleria durante il 2024: l’incontro come studio e approfondimento di un lessico artistico comune o accomunato.

Pittura, fotografia, scultura, installazioni, in galleria: Andrea Cerruto, Krizia Galfo, Nanni Licitra, Marco Mangione, Andrea Mangione, Tamara Marino & Simon Troger, Giuseppe Minnella, Lorenzo Montinaro, Dumitrita Razlog, Lola Schnabel, Samantha Torrisi, Anna Tusa.

Artisti già affermati nel panorama nazionale ed internazionale insieme in questa “insolita” collettiva, dove avremo l’opportunità di vedere a parete opere di artisti fuori dal loro comune posto, dalla propria galleria di riferimento o dal proprio luogo di produzione.

Partendo dalla realtà, ogni artista sceglie in che modo riscriverne i tratti, in che modo rappresentare la dimensione che ha scelto di accogliere, cosa mescolare e cosa evitare, proprio per questo “coinvolti in un’insolita mostra di fine anno” rende luogo ciò che si è mescolato e dimensione ciò che si è progettato.

Coinvolti in un’ insolita mostra di fine anno

Opening: 28 dicembre ore 19.00

Periodo: 29 dicembre – 28 febbraio

Visite: martedì/venerdi ore 17/20 ; sabato ore 10/13

Daniele Cascone | Oggetti casuali con persone

Daniele Cascone | Oggetti casuali con persone

testo a cura di Jasmina Trifoni

Opening 08/02/2025 ore 19.00

 

Bassi Beneventano, Palazzo Beneventano, P.zza A.Ficili 1, 97018, Scicii (RG)

Visite fino al 08 marzo 2025, dal martedì al sabato 10-13 e 17-20

Per informazioni:

info@bassibeneventano.it

3515650994 / 3396176251

L’arte del quotidiano

 

“Oggi ho sentito oscuramente farmi festa gli oggetti della mia stanza, dirmi la loro gratitudine perché, esistendo e guardandoli io, esistono essi.”
Questa frase di Gesualdo Bufalino, come sottolinea Jasmina Trifoni nel testo della mostra, sembra sintetizzare perfettamente il cuore di “Oggetti casuali con persone” di Daniele Cascone. Due autori legati non solo dalla Sicilia, ma da una visione che unisce il Barocco al surreale, trasformando l’ordinario in straordinario.

L’evento si inaugura all’interno di uno dei gioielli del Barocco siciliano, Palazzo Beneventano, a Scicli, sabato 8 febbraio alle ore 19.00. Questo storico edificio, con la sua ricchezza architettonica e decorativa, rappresenta una cornice ideale per accogliere le raffinate opere di Daniele Cascone. Le sale del Palazzo, intrise di storia e cultura, esaltano le composizioni dell’artista, in cui oggetti e persone convivono in scenari che richiamano il chiaroscuro caravaggesco, le vanitas olandesi e il nostro immaginario contemporaneo.

“Oggetti casuali con persone” rientra nel progetto Bassi Beneventano, ideato da Lo Magno artecontemporanea e dalla Stamperia Amenta, che insieme valorizzano l’arte contemporanea in dialogo con i luoghi storici e simbolici del territorio.

Le fotografie di Cascone, curate nei minimi dettagli, giocano con il sottile confine tra sensualità, sacralità e memoria. L’artista celebra il valore estetico del quotidiano, invitandoci a scoprire il nostro personale legame con ciò che osserviamo.

Sull’artista…

Daniele Cascone (Ragusa, 1977) inizia il suo percorso artistico nel 2001. Sperimenta parecchio, mescolando le tecniche digitali con gli strumenti più tradizionali. Si interessa di fotografia, di stop-motion e di video.

La sua attività lo porta a fondare diversi progetti sulle arti visive, tra cui il web magazine «Brain Twisting». Contemporaneamente, inizia a esporre sia in Italia, sia all’estero e i suoi lavori sono presenti in numerose pubblicazioni di settore.

Alla fine del 2008 il mezzo fotografico diventa predominante nella sua ricerca artistica, per la quale si avvale dei set in studio dove poter mettere in scena le situazioni che caratterizzano le sue opere.

La sua è una costante ricerca di un equilibrio tra impulso creativo e tecnica di esecuzione, necessaria per esplorare temi come l’uomo, l’esistenza, il subconscio e il simbolismo.

Anna Tusa

Detail
Orlando
2024
serie di 10 stampe fine art
cm 20 x 141 variabile

Anna Tusa

Nasce a Catania nel 1980.

Attualmente vive e lavora a Catania.

Anna Tusa si laurea in Lettere Moderne, presso Università degli studi di Catania, e poi consegue il biennio specialistico in Fotografia presso Accademia di Belle Arti di Catania. L’artista ha all’attivo la partecipazione a mostre fotografiche personali, collettive, concorsi nazionali e varie pubblicazioni.

Lola Schnabel

Portrait of Jonas Mekas
2022
Smalto su lastra di ceramica
cm 39.3×39.3
Lola Schnabel
Untitled
2023
smalto su ceramica, ferro
Design by Giuseppe Causarano
64.5 x 45 x 31.5 cm

Lola Montes Schnabel

Nasce a New York nel 1981

Attualmente vive e lavora in Sicilia

Lola Montes Schnabel ha ricevuto un BFA dalla Cooper Union School nel 2008. Ha esposto presso la Nino Mier Gallery, Los Angeles, CA; Vito Schnabel Gallery, New York, NY; Tripoli Gallery, Wainscott, NY; Goodroom, Monaco di Baviera, DE; Mana Contemporary, Jersey City, NJ; Zuecca Projects, Venezia, Italia; Ileana Tounta Contemporary Art Center, Atene, Grecia; e il Museo Ludwig, Coblenza, Germania; tra gli altri. Oltre alla sua pratica di pittura e scultura, Montes è una regista e designer.

Dumitrita Razlog

i cavalli non tornano da soli a casa
Project by SITU festival 2024
2024
polaroid e plastilina
10.5 x 19 cm variabile

Chi sei quando non aspetti nessuno?

Quando non hai nessun luogo in cui andare, se non verso te stesso? Indosseresti l’abito di tua madre? O prenderesti quella cravatta speciale di tuo padre? Quale delle due versioni è più scomoda?

Una questione che spesso sembra accesa negli altri, in quelli che non conosci, in quelli che non guardi negli occhi
La serie di fotografie che ho realizzato è una pausa, un sogno, un film di Tarkovsky in cui due bambini giocano a essere sé stessi senza che nessuno li giudichi. È un invito nello spazio naturale e universale dell’immaginazione umana. Al di là del bene e del male, in una giornata di sole in cui non aspetti nessuno.

Dumitrita Razlog

Nasce nella Repubblica di Moldova nel 1991

Attualmente vive e lavora e vive tra Bucarest e l’Italia.

Dumitrita utilizza la fotografia in relazione ad altri media per comporre, a partire da frammenti di realtà, una rappresentazione del mondo interiore. Trasforma immagini riconoscibili per includere elementi che parlano di tempo, memoria, intimità, emozioni generate dall’interazione con il momento e il contenuto fotografato.
Ha studiato Arte Murale a Bucarest e ha usufruito di due borse di studio in Italia, dove ha spostato l’attenzione sulla fotografia e ha definito il linguaggio visivo che sta alla base della sua pratica artistica.

Lorenzo Montinaro

Ero
2024
Marmo
30×30 cm

Dinanzi ai lavori di Lorenzo Montinaro, intenzionale o meno, inizia una riflessione legata alla memoria, alla vita e alla morte. Il marmo, simbolo della caducità a cui l’essere umano è sottoposto, ottiene nuova audience e il pubblico a sua volta conquista nuove valenze.

La ricerca di Montinaro è legata profondamente all’aspetto reintrpretativo della memoria e dei materiali che lo contraddistingue unendo due temi di fondamentale importanza nel sociale.

Lorenzo Montinaro

Nasce  a Taranto nel 1997

Attualmente vive e lavora tra Milano e Taranto.

Montinaro si è laureato in Didattica e comunicazione dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Roma e si è laureato in Arti Visive allo Iuav di Venezia. Da gennaio a dicembre 2022 è stato artista in residenza presso gli studi Viafarini a Milano. Nel 2021 ha partecipato alla mostra “What the fuck is prosperity”, presso A plus a, a cura di Curatorial School, a Venezia. Nel 2022 alle mostre “Visioni (s)velate” a Viafarini a cura di Elena Bray, “E ci fa dispetto il tempo” presso Sottofondo Studio ad Arezzo a cura di Elena Castiglia,”Monumento” nel calendario delle settimane d’arte di Bolzano a cura di Nina Stricker, “Rea art fair” alla Fabbrica del vapore di Milano a cura di Rea, “Ma tu rimani” a Casavuota a Roma a cura di Sabino De Nichilo e Francesco Paolo Del Re. Nel 2023 alle mostre “L’erba sulla polvere” presso MA project di Perugia a cura di Davide Silvioli, “Non rimane che volare” presso Osservatorio Futura a Torino a cura di Osservatorio Futura e Giuseppe Amedeo Arnesano, “Edicola Radetzky” presso Edicola Radetzky a Milano a cura di Arnold Braho. Nel 2024 partecipa alla mostra bipersonale “Quasi Niente” presso Contemporary Cluster a Roma a cura di Lorenzo Madaro, “Dopo la fine” presso Galleria Ramo a Como, “Sacro è” presso la Fondazione Mario Merz a Torino a cura di Giulia Turconi, Address Unknown presso Fabbrica del Vapore di Milano a cura di Viafarini, “Fatmah” presso la galleria Contemporary Cluster a cura di Arnold Braho. Nel 2023 il Comune di Milano gli commissiona un monumento permanente dedicato al censimento degli ebrei del 1938, presso la Cittadella degli Archivi di Milano. Nel 2023 è stato inserito dalla rivista Exibart tra i 222 artisti emergenti su cui investire.

Giuseppe Minnella

Studio per Come un’acrobata
2024
pastello e grafite su carta applicata su cartone
26,8 x 20 cm
Studio per Natura morta con figura,
2022
olio su tela e vetro riflettente
40 x 30 cm

Succede spesso che l’immagine diviene mezzo e strumento per la lettura di un espediente reale. Viceversa, può annullare qualsiasi tipo di narrazione divenendo relazione al contesto iconografico e non. La realtà nella sua passività; un’orizzonte di scenari possibili. Il pensiero rimanda a tutto. Una cosmologia fatta di pensieri. La narrazione, nulla, è fine a se stessa.

Giuseppe Minnella

Giuseppe Minnella nasce a Ragusa nel 1997.

Attualmente continua gli studi, vive e lavora a Milano.

Minnella sviluppa la sua pratica focalizzata sull’uso delle immagini, malgrado tutto. Il suo lavoro esplora diverse modalità di rappresentazione visiva, tra pittura, fotografia, video e installazione, combinando tecniche tradizionali e sperimentali. Centrale nella sua ricerca è la riflessione profonda sul ruolo dell’immagine, della sua storia e, per antinomia, sulle sue varie possibilità e impossibilità.

Tamara Marino & Simon Troger

Rosso
2023
Video performance
Durata 2’34”

“Rosso” è il colore del sangue, del potere, del pericolo e della sessualità.

Nel video si assiste ad un’azione che si consuma in pochi attimi, dove le scintille diventano il focus su cui orientare lo sguardo. È un atto performativo che trae origine dai fatti avvenuti alla TWC di NYC il 25 marzo 1911, per indagare sui ruoli muliebri locali, e mondiali.

Il video “Rosso” si configura come un’opera di acuta e perturbante pregnanza simbolica, un’indagine sulla dimensione liminale del colore inteso come codice semantico e medium espressivo. Il rosso, qui sublimato a cifra concettuale, eccede la propria natura cromatica per farsi struttura narrativa e veicolo di un discorso che sollecita gli strati più reconditi della percezione estetica e dell’inconscio collettivo. Le gambe femminili, riprese con una staticità che rimanda a un’ambiguità sospesa tra presenza e assenza, si stagliano su un fondale monocromo, un’immersione totale nel rosso, evocazione del sublime kantiano nella sua forma più implacabile e assoluta. I tacchi a spillo, emblema stratificato di seduzione e coercizione, attraggono lo sguardo verso l’epicentro dell’immagine: il pube. Questo punto focale, carico di una visibilità quasi ieratica, viene investito da un gesto performativo di straordinaria violenza estetica: scintille che esplodono in un’epifania visiva, al contempo sacrale e traumatica. Il gesto incendiante, condensato in un breve quanto folgorante intervallo temporale, si inserisce in una genealogia visiva che richiama la memoria storica del tragico rogo della Triangle Waist Company di New York del 25 marzo 1911, dove il fuoco divorò i corpi e le vite di giovani operaie, intrappolate in un sistema che le aveva rese vulnerabili e sacrificabili. Questa citazione non si limita a un esercizio di recupero memoriale, ma si configura come un substrato dialettico su cui si innesta una riflessione complessa e stratificata sulla condizione femminile, tanto nel passato industriale quanto nella contemporaneità globalizzata. Nel “Rosso”, il colore diviene un palinsesto semantico: sangue, eros e thanatos si intrecciano in un’unica polifonia simbolica. Le scintille, che erompono come un’esplosione liberatoria, sono insieme detonazione e resistenza, esaltazione e dissoluzione. Esse riconducono al corpo femminile come campo di battaglia culturale e politico, luogo su cui si inscrivono storie di violenza e resilienza, di oppressione e autodeterminazione. In questa breve ma densissima performance, il corpo non è semplice oggetto dello sguardo, ma dispositivo di rottura: una femminilità refrattaria, unheimlich nel senso freudiano, che sfugge alla reificazione e si riappropria della propria potenza simbolica e sovversiva. Qui il trauma si fa linguaggio, l’arte si appropria del dolore per trasfigurarlo in una resistenza estetica che si riverbera nel presente. “Rosso” interpella lo spettatore in modo irrevocabile, sollecitando uno sguardo che non può rimanere passivo, ma che è chiamato a un impegno ermeneutico e morale. L’opera richiede di penetrare oltre la superficie dell’immagine, di confrontarsi con l’eredità della sofferenza e con il ruolo dell’arte nella perpetuazione della memoria collettiva. Nel suo cortocircuito tra bellezza e violenza, tra potenza erotica e memoria tragica, “Rosso” si erge a manifesto contemporaneo di un’estetica della resilienza, un ponte tra la rappresentazione individuale e la coscienza storica.

Tamara Marino & Simon Troger

Tamara Marino, originaria di Ragusa, e Simon Troger, nato a Schlanders (BZ), costituiscono un sodalizio artistico che esplora le intersezioni tra materia, concetto e contesto. Entrambi operano tra Vittoria (RG) e altre località internazionali, sviluppando un linguaggio che coniuga sperimentazione tecnica e riflessione critica sulla contemporaneità. La formazione di Tamara Marino si radica nella Scultura, conseguita presso le Accademie di Belle Arti di Catania e Carrara, sotto la guida di maestri quali Martina Corgnati, Aron Demetz e Gianni Dessì. La sua ricerca si è ulteriormente ampliata attraverso esperienze presso la Royal Academy of Art dell’Aia e l’Accademia di Belle Arti di Firenze, con un approccio che abbraccia tanto la dimensione artistica quanto quella pedagogica. Simon Troger, maestro nella lavorazione del marmo e delle pietre dure, ha completato la sua formazione accademica in Conservazione e Restauro dei materiali lapidei e in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Il suo operato si distingue per l’attenzione ossessiva al dettaglio e per una poetica che indaga il rapporto dialettico tra utopia e distopia, uomo e ambiente, idea e materia. Entrambi gli artisti hanno collaborato con istituzioni di rilievo, tra cui la Fondazione Fiumara d’Arte, diretta da Antonio Presti, per la realizzazione di opere monumentali nel contesto urbano di Catania. Hanno inoltre condiviso un progetto legato all’Università di Suzhou Art & Design Technology Institute, che ha contribuito a consolidare la loro proiezione internazionale. Nel 2023, Marino e Troger hanno concepito e realizzato l’opera site-specific “L’ingegnere di Babele” per la Fondazione Gesualdo Bufalino di Comiso (RG), un intervento che ha sintetizzato la loro visione artistica in un dialogo simbolico con la tradizione e l’innovazione. Nello stesso anno, Tamara Marino ha ricoperto il ruolo di docente di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, mentre nel 2024 entrambi gli artisti hanno intrapreso una collaborazione con la Farm Cultural Park di Favara (AG), un centro nevralgico per l’arte contemporanea in Sicilia. La loro pratica attuale si concentra sulla trasformazione di Villa Mangione, un antico palmento situato nel Sud-Est siciliano, in un avamposto culturale dedicato a residenze d’artista, performance sperimentali, proiezioni di cinema d’avanguardia e concerti di improvvisazione sonora. Questo progetto, ancora in divenire, si propone come un crocevia per la riflessione e la produzione artistica multidisciplinare, inscrivendosi in un panorama internazionale di ricerca e sperimentazione. L’opera di Tamara Marino e Simon Troger si colloca dunque in un ambito di ricerca che combina un’attenzione raffinata per il dettaglio materiale con una visione critica e colta delle dinamiche culturali contemporanee, rendendoli protagonisti di un dialogo fecondo tra locale e globale, tradizione e avanguardia.