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Blind Spot • William Marc Zanghi

“Non tutto il mondo può essere attraversato dallo sguardo. L’opacità del mondo a volte lo rende invisibile (e incomprensibile). Nello sguardo, poi, per quanto attento sia uno sguardo, ci sono punti che non sono né a fuoco né fuori fuoco, popolati di oggetti cancellati, trascurati o rimossi, oggetti sulla cui esistenza non conviene scommettere”

AMAZING DAY

di Vito Chiaramonte

Blind spot è una mostra progettata intorno alla ricerca più recente di William Marc Zanghi. Dopo la mostra palermitana Life on Earth, Zanghi ha avvertito la necessità di fare un affondo nell’immaginario della sua pittura a partire dal tema della visione e delle costruzioni del segno.

La mostra, come fosse un grande test del punto cieco cui si sottoporrà senza saperlo ogni

visitatore, indaga i significati del punto cieco.

Blind spot indica almeno tre condizioni: innanzitutto quella in cui l’occhio non riesce avedere perché non tutto il mondo può essere attraversato dallo sguardo. L’opacità del mondo a volte lo rende invisibile (e incomprensibile). Nello sguardo, poi, per quanto attento sia uno sguardo, ci sono punti che non sono né a fuoco né fuori fuoco, popolati di oggetti cancellati, trascurati o rimossi, oggetti sulla cui esistenza non conviene scommettere.

Il punto cieco è anche il punto coperto o nascosto alla vista che cela qualcosa che solo l’immaginazione può avvertire. In questo senso “Blind Spot” è l’immagine che continua oltre il margine del suo formato, incurante di tele, cornici, orli frastagliati o taglienti. Il punto cieco, infine, è quella sorta di magia che si compie ogni volta che un muro, una porta, una opacità qualsiasi scompaiono per rendere visibile quello che avrebbero dovuto sottrarre alla vista. Il linguaggio di Zanghi, che è fra le espressioni più consapevoli e vivaci della pittura italiana, esprime costantemente l’idea paradossale di una visione cieca o di una cecità permeabile al colore e alla forma.

L’opera di Zanghi, come in una sorta di panorama da contemplare e attraversare, suggerisce la necessità di entrare non visti in un mondo che si rivela e si nasconde di continuo, poco a poco, in cui esperienza e ricordo si avvicendano tenuti insieme dalla fedeltà al colore brillante e saturo. Questa tensione al colore, così presente nella sua pittura anche quando, come nelle mappature, tutto sembra muoversi verso l’essenzialità del bianco o del nero, è una tensione che tira gli spazi su direttrici inconsuete.

Zanghi mette sempre in moto macchine spaziali complesse in cui superfici piane e prospettive in profondità si susseguono senza soluzione di continuità.

Alcune visioni dei sobborghi americani gli restano attaccate alla pelle come una sorta di paesaggio naturale, sono giocate proprio nell’alternarsi di piani impennati o di quinte trasversali o visioni invasive. La costruzione degli equilibri interni nella sua pittura non è mai un fatto banale o assodato. Non c’è quadro di Zanghi, da questo punto di vista, che non abbia aggiunto una conquista, piccola o grande che sia, alla riflessione sui criteri di composizione e di raccordo fra le parti nell’insieme. Lo testimoniano le carte che inondano il suo studio come una specie di flusso continuo che poi si ancora a tele, vernici, schiume, smalti, gomme, oli: un lavorio irriducibile e liquido che segna lo spazio stesso dell’allestimento della mostra.

Zanghi mette sempre in moto macchine spaziali complesse in cui superfici piane e prospettive in profondità si susseguono senza soluzione di continuità.

Alcune visioni dei sobborghi americani gli restano attaccate alla pelle come una sorta di paesaggio naturale, sono giocate proprio nell’alternarsi di piani impennati o di quinte trasversali o visioni invasive. La costruzione degli equilibri interni nella sua pittura non è mai un fatto banale o assodato. Non c’è quadro di Zanghi, da questo punto di vista, che non abbia aggiunto una conquista, piccola o grande che sia, alla riflessione sui criteri di composizione e di raccordo fra le parti nell’insieme. Lo testimoniano le carte che inondano il suo studio come una specie di flusso continuo che poi si ancora a tele, vernici, schiume, smalti, gomme, oli: un lavorio irriducibile e liquido che segna lo spazio stesso dell’allestimento della mostra.

OPERE

Blind Spot • William Marc Zanghi
a cura di Vito Chiaramonte

21 settembre • 29 novembre

 

Visite: martedì – venerdì 17/20; sabato 10/13

Lo Magno artecontemporanea
MODICA
Via Risorgimento 91/93

Main sponsor: Ghibli Solutions
Sponsors: Antica dolceria Bonajuto, Singola ristorante naturale

Blind Spot • William Marc Zanghi

Lo Magno artecontemporanea ospita dal 21 settembre Blind Spot, mostra personale di William Marc Zanghi a cura di Vito Chiaramonte; opening ore 19.00, sede di via Risorgimento 91/93).

L’esposizione mette a parete la ricerca più recente dell’artista ed è stata progettata muovendo le idee da un punto non preciso, da un luogo dove a governare sono solo gli aspetti immaginifici delle cose: un punto cieco.

Come accade nel processo ottico della visione, anche per le opere di William, il punto cieco deve essere attraversato per consentire l’approdo all’immagine finale e pur costituendone la condizione essenziale, in questo passaggio “la macchia cieca” non appare e, trascurata, lascia spazio a paradigmi più concreti e a significati più immediati e parziali.

“Non tutto il mondo può essere attraversato dallo sguardo. L’opacità del mondo a volte lo rende invisibile (e incomprensibile). Nello sguardo, poi, per quanto attento sia uno sguardo, ci sono punti che non sono né a fuoco né fuori fuoco, popolati di oggetti cancellati, trascurati o rimossi, oggetti sulla cui esistenza non conviene scommettere”

Vito Chiaramonte con queste parole amplifica il circuito semantico di Blind Spot permettendo un’analisi legata al contemporaneo e all’essere sociale che lo abita:

Il punto cieco alimenta silenziosamente il nostro fare.

Ed è il fare arte di William, la sua pittura consapevole, ad essere protagonista di un percorso che proietta il visitatore in uno status di viscerale ammirazione verso il gesto, la forma e il colore, liberi di riprodursi nelle proprie sembianze.

La mostra segna un momento estremamente significativo nel percorso artistico di Zanghi, una destrutturazione ideale della propria ricerca con l’intento di metterla a disposizione di chi si avvicina per comprenderla partendo dagli elementi fondamentali del proprio lavoro: il segno e la visione.

Un’installazione site specific completa il percorso mettendo in pratica gli effetti della fascinazione dell’oltre, oltre le pareti e i perimetri delle tele, oltre il pensiero vivo e istantaneo, oltre la struttura visibile.

Il progetto gode della collaborazione del main sponsor Ghibli solutions e di Singola ristorante naturale e Bonajuto Modica.

Visite fino al 29 novembre, dal martedì al venerdì 17-20 sabato 10-13.

Biografia

 

William March Zanghi, nasce a Wichita (Kansas) nel 1972, vive e lavora a Palermo.

Studia Pittura presso l’accademia di Belle Arti di Palermo dove ne consegue la Laurea.

Di lui parlano le sue opere: Figure esili che popolano paesaggi onirici stravolti da quel colore eversivo, che rende tutto più artificioso: chimico. Infatti nelle sue opere l’uso di colori industriali sostituisce la classica pittura a olio o ad acrilico. L’artista adopera unicamente vernici. Tecnica che conferisce alle sue opere quella caratteristica patina lucente di cui si avvantaggia anche la figurazione, resa decisamente adamantina, pura.
Sono le stesse colature di colori a dare origine a fiumi, paludi e acquitrini che costellano le “visioni” dell’artista.

Tracce del suo passaggio si trovano sia in Italia che all’estero, luoghi pubblici e musei, con mostre personali, collettive e fiere di settore. Segnaliamo la partecipazione alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte, Padiglione Italia sezione Accademie, a cura di Vittorio Sgarbi – Biennale di Venezia.

Ultime mostre: ArteFiera Bologna 2023- Main Section, Booth Lo Magno artecontemporanea; Life on Earth, personale a cura di Vito Chiaramonte – Don Nino Mind Food – Palermo; Qui Sud Est, a cura di Giuseppe Lo Magno e Gianluca Collica, Bassi Beneventano-Scicli.

LO MAGNO artecontemporanea

www.lomagnoartecontemporanea.it

info@lomagnoartecontemporanea.it

MODICA via Risorgimento 91-93

SCICLI Palazzo Beneventano

tel/wa +393396176251 / + 390932763165