BREVE BIO
Samantha Torrisi (Catania, 1977), si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Catania nel 2002. Vive e lavora alle pendici dell’Etna.
Le sue opere evocano un ambito tecnologico che si appropria della pittura facendole acquisire una dimensione ‘fenomenologica’ e quasi onirica, con un costante riferimento alle urgenze attuali.
Nel 2000 partecipa al workshop di fotografia “La dimora dello sguardo” tenuto da Mimmo Jodice a Catania e, dopo una breve residenza a Berlino, realizza nel 2003 la sua prima mostra personale dal titolo “Crossings” curata da Giuseppe Frazzetto a Catania.
Tra le sue mostre personali più recenti: “Dalle parti di me” a cura di Ivan Quaroni nel 2017 alla Galleria KōArt di Catania e “Dell’infinito il nulla” a cura di Francesco Piazza nel 2019 alla Giuseppe Veniero Project di Palermo. Nel 2021 realizza il libro d’artista “Utopia del silenzio” all’interno del progetto di libri d’artista sulla Valle del Belìce, curato da Cristina Costanzo. Nel 2022 presenta “Se ogni giorno fossi lieve” a cura di Francesco Rovella alla Galleria Carta Bianca di Catania, con un testo di Alessandra Redaelli. Nel 2023 è una dei due protagonisti della bipersonale “After the human colonialism” alla Galleria Lo Magno Arteconteporanea di Modica.
In più di vent’anni di attività, ha esposto in gallerie, musei e fondazioni in Italia e all’estero, tra cui: il Centro Cìvico Cultural José Saramago di Madrid, la Fundación Frax di Alicante, il Museu da Àgua di Lisbona, le Fabbriche Chiaramontane di Agrigento, il Castello Ursino e il Palazzo della Cultura di Catania, il Museo di Pittura e Scultura dello Stato di Ankara, la Galleria Civica Montevergini di Siracusa, il Palazzo del Collegio Raffaello di Urbino, il Museo Marino Marini di Firenze in collaborazione con Fondazione Maimeri, la Galleria Bianchi-Zardin di Milano a cura di Isorropia Home Gallery, la The Project Gallery di Atene, il Museo Riso di Palermo, la Galleria di Palazzo Nicolaci a Noto, il MACC Museo Arte Contemporanea di Caltagirone, il Palazzo Ciampoli di Taormina e il Convento del Carmine di Modica nella mostra itinerante “Le cento sicilie” promossa dal Parco Archeologico Naxos Taormina in collaborazione con Lo Magno Artecontempornaea, la CRAG Gallery di Torino, la LeoGalleries di Monza. Nel 2022 è presente al Museo dei Profughi di Salonicco per “In Memory Land” in occasione del centenario della guerra dell’Asia Minore, e all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi per la mostra “À fleur de peau”. Nel 2023 è alla Galleria Nazionale di Cosenza per “Sud Contemporaneo”. Nello stesso anno è alla Fondazione Orestiadi di Gibellina nell’ambito del programma di Residenze d’artista ed è tra i quattro artisti coinvolti nel progetto internazionale “Etna Eternal Flame” sul volcano Etna, in collaborazione con Monira Foundation di New York e Fondazione Orestiadi di Gibellina. Sempre nel 2023 è finalista ad Arteam Cup alla Fortezza del Priamar di Savona e a EneganArt a Palazzo Strozzi a Firenze ed è tra gli artisti della collettiva “Messaggi. Antonello contemporanei” alla Galleria Regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa. Le sue opere si trovano in diverse collezioni pubbliche e private.
Di lei hanno scritto e parlato su Artibune, Artuu, Segno, AD-Italia, Le Quotidien de l’Art, La Lettura del Corriere della Sera, Il Giornale dell’Arte, Arte.Go, La Sicilia, Giornale di Sicilia, TGR Rai3 Regione, per citarne alcuni.
Il termine specchio che trova un posto essenziale nella traduzione del lavoro di Samantha Torrisi.
Come ben sintetizza Mario Gerosa: «Il mondo rappresentato nei quadri, che vivono come dietro lo
specchio, in una dimensione propria, dove tutte le leggi fisiche sono sovvertite». (*3)
I paesaggi trasfigurano i propri confini in un movimento che a volte evoca le tecniche usate da Gerhard Richter e altre sembra attingere da una ripresa di Michelangelo Antonioni nella pellicola Blow-Up. L’artista, legata alla origini del suo percorso alla grammatica cinematografica, ancora oggi non ne nasconde il riverbero: l’indefinito dell’effetto video evocato dall’evanescenza delle ambientazioni, dal filtro estetico che crea tra l’immagine (reale o irreale) di riferimento e chi la guarda. Un percorso del quale oggi si apprezza il pieno possesso di un incisiva dinamicità e una padronanza simbolica.
Il tema del bosco affrontato in questo progetto fa parte della più recente produzione dell’artista. L’archetipo della selva fugge dai parametri di una riproduzione ovvia e diventa strumento per affrontare la trascendenza contemplativa a cui naturalmente tendiamo. Sovente nel bosco di Samantha, si possono incontrare segni-simbolo che, in una sorta di tacito “Grido dei Popoli”, ricordano in maniera poetica e femminile la grettezza dell’antropizzazione dei luoghi incantati da lei descritti: macchie o segni grafici (Dove Finisce l’Erba, 2022, olio su tela, 120×100), disturbi visivi che suggeriscono una presenza umana che turba la perfezione e gli equilibri della natura, strade e fili della corrente che diventano linee grafiche solo accennate (Untitled, 2023, olio su tela, 40x40cm).
Una narrativa votata ad un fine a perdita d’occhio dove le opere oltrepassano i propri perimetri divenendo infiniti spazi di storia osservabili da dietro uno specchio, da dove ci è consentito solo fermarci per la contemplazione.