Nanni Licitra

Serie I ricordi dei morti servono per un altra vita,
scatto 2022,
macchina Yashica T4, pellicola Kodak Trix 400
stampa fine art
tiratura 4 digitali + 1 analogica
cm 29.2×37.2
Serie Hell in Hell
scatto 2016
macchina Yashica T4, pellicola Kodak Trix 400
Stampa fine art tiraura 4 digitali + 1 analogica
cm 26.5×39
Serie Hell in Hell
scatto 2012
macchina Yashica T4, pellicola Kodak Trix 400
Stampa fine art tiraura 4 digitali + 1 analogica
cm 29x x 39

Nell’eterogeneità di queste immagini è possibile rintracciare un metodo, o almeno un’intenzione: la costante di un indugio sulle cose in un rito di devozione alla realtà. Uno sguardo libero da categorie, generi e temi, che cataloga istanti in cui l’ambiente intorno a lui si manifesta nelle sue forme più effimere e particolari. E’ una pratica connessa alle radici, al ripetersi di viaggi e spostamenti quotidiani, ma al contempo svincolata dalla permanenza in luoghi o itinerari consueti. Nanni è equipaggiato, per dirla con Hendke, di quella fedeltà a «certe piccole cose che ci accompagnano in tutti i traslochi», che lo rende capace di raccontare con estrema precisione uno stato d’animo, un odore, un luogo, un suono senza la necessità di una cornice narrativa lineare.
Mi torna in mente quel giovane Ghirri che affannato si parò davanti al commesso e gli chiese come avrebbe potuto vedere solo ciò che voleva, una sola cosa per volta, per trovare ordine, farsi spazio nel mondo e ritrovare la strada di casa, perchè si era perso tra le stelle e le galassie. Il commesso sorridendogli gli mostrò una macchina fotografica e gli disse: ”E’ meglio di una bussola, con questa macchina potrai cancellare tutto il superfluo e lasciare solo il necessario”. E’ in quel groviglio, accelerato e confuso, che Nanni ci lascia le briciole di un cammino in cui l’universo ritorna a nostra misura.

 

Tratto da un testo di Vittoria Cafarella

Nanni Licitra

Nasce a Vittoria nel 1988.
Attualmente vive e lavora a Vittoria.

Nel 2008 inizia la sua ricerca fotografica, esclusivamente analogica, attraverso un atteggiamento che lo porta a privilegiare un punto di vista distaccato, da spettatore.
I suoi soggetti sono le periferie, preferendo i non luoghi, e la società urbana che le anima. Attratto dagli estremismi, le sue fotografie sembrano riflessioni emblematiche, soggetti e oggetti che si decontestualizzano dall’esperienza del quotidiano.

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