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ArtVerona 2023

ArtVerona 2023 | 13- 15 ottobre

Lo Magno artecontemporanea

Padiglione 12 stand 5

Ignazio Cusimano Schifano & Emanuele Giuffrida

 

 

MODICA- Lo Magno artecontemporanea presenterà una bipersonale degli artisti Ignazio Cusimano Schifano ed Emanuele Giuffrida alla 18^edizione di ArtVerona 2023, in programma a Veronafiere dal 13 al 15 ottobre, con preview riservata il 12 ottobre.

“Valorizzare e promuovere il sistema dell’arte italiano con rinnovate sinergie e risorse” con la direzione artistica di Stefano Raimondi, ArtVerona conferma la propria ineccepibile presenza all’interno dell’universo del contemporaneo con una selezione di 135 gallerie partecipanti e sei sezioni espositive oltre alle editorie e agli spazi no profit.

La galleria modicana, nota per l’indagine e la sperimentazione dei movimenti artistici del terriotorio siciliano, esporrà allo stand 5 del padiglione 12 – INNOVA, sezione dedicata all’approfondimento della ricerca sui linguaggi contemporanei.

A parete, in dialogo, ci saranno i lavori di due artisti, entrambi palermitani, che da tempo collaborano con la realtà Lo Magno: Ignazio Cusimano Schifano ed Emanuele Giuffrida

Emanuele Giuffrida | Reconaissence Patterns

“Hai presente il fenomeno della pareidolia? È un fenomeno subcosciente che crea l’illusione di similitudine tra un oggetto dalla forma a noi nota e uno dalla forma casuale. Ecco. Per me è un ossessione da sempre”

Emanuele Giuffrida (Gela, 1981), artista poetico ed introspettivo, si racconta attraverso un percorso tra le sue “illusioni subconscie”. Una pareidolia forzata, densa di significanti per la vita dell’artista, che, per rendere ancora più leggibile il processo creativo prende in prestito un termine dal suo più comune uso nel linguaggio scacchistico: “Reconaissence Patterns”: applicazione per schemi o modelli visivi

Gela anni ‘90: “Ricordo da bambino, nei telegiornali locali, immagini di sagome distese per terra coperte da un lenzuolo bianco, era quasi all’ordine del giorno. Persino attraverso il finestrino della fiat 500 di mio papà, la sera, di ritorno a casa, assistetti a una scena simile; Tant’è che a scuola elementare, illustrando un dettato della maestra sull’argomento mafia, disegnai due figure in moto col casco che sparavano ad un uomo già avvolto in un lenzuolo fluttuante”.

Esperienze infantili rielaborate, trovano una bizzarra analogia con immagini legate ai linguaggi classici della pittura e della scultura – Le pieghe del lenzuolo bianco alludono al paragone con il panneggio delle vestigia delle statue greco-romane; restituendone prepotentemente un valore estetico, come fosse un’opera di rivalsa.

In mostra anche una serie di carte dedicata alla morte di Salvo Lima, soggetto scelto non per idiolatria o tributo a immagini di false divinità, ma per rendere chiaro il proprio intento di libertà all’interno di contenuti vissuti legati alla propria terra.

Tutto – per Emanuele – può essere veicolo di estetica ridondante, strutturalismo che trova sede nelle tragedie più contemporanee

Ignazio Cusimano Schifano | About Flowers

“ (…) Un rinovellarsi che trova il suo aspetto più pregnante in un moto dell’anima, in un’aspirazione che si fonda su di un motto semplice altresì universale: ricominciare dai fiori. Ricominciare lontano dai trabocchetti, dagli artifizi, dalla lusinga delle illusioni. Ricominciare lontano dalla morte della coscienza poetica. Ricominciare dalla Bellezza di cui i fiori sono un frammento nel creato”. Dal testo critico di Serena Ribaudo

Ignazio Cusimano Schifano (Palermo, 1976) inizia il progetto About Flowers nel luglio di quest’anno, inaugurando con la sua personale gli spazi di “Bassi Beneventano”, seconda sede per Lo Magno artecontemporanea.

Impulsivo e geniale, Ignazio, trova amore nel proprio fare, nell’essenza delle proprie azioni, tacitamente si lascia guidare da quello che è un naturale processo interiore.

Ogni tratto diventa espressione di una parte del proprio sé, donata con genuina voglia di condivisione di un tempo intimo e anacronistico con riferimento alla sua precedente professione di restauratore di pregio. Questa emerge sempre come una sorta di sigillo e da spazio al sentimento dell’antico come principio fondante di tutte le cose. Ad esso si sposa uno sguardo attento, inquieto, difforme, sulla realtà -esteriore ed interiore- che costituisce la ragione più profonda e più vera del suo fare pittura.

About Flowers ha segnato un momento estremamente significativo nel percorso di vita e d’arte di Ignazio Cusimano Schifano, un genuino processo di rinascita che inizia circa un anno fa nella prestigiosa esperienza di residenza artistica presso il Museo Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi di Gibellina, rinascita continuata con esiti fortunati per pregevolezza e risultati artistici nella sua produzione più recente che costituisce la totalità delle opere in mostra.

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ArtVerona 2023 | 13- 15 October

Lo Magno artecontemporanea

Pavillon 12 booth 5

Ignazio Cusimano Schifano & Emanuele Giuffrida

 

MODICA – Lo Magno artecontemporanea will present a bipersonal exhibition of the artists Ignazio Cusimano Schifano and Emanuele Giuffrida at the 18th edition of ArtVerona 2023, scheduled at Veronafiere from 13 to 15 October, with a reserved preview on 12 October.

“Enhancing and promoting the Italian art system with renewed synergies and resources” with the artistic direction of Stefano Raimondi, ArtVerona confirms its impeccable presence within the contemporary universe with a selection of 135 participating galleries and six exhibition sections in addition to publishing houses and non-profit spaces.

Lo Magno gallery, known for the investigation and experimentation of the artistic movements of the Sicilian territory, will exhibit at booth 5 of pavilion 12 – INNOVA, section dedicated to the in-depth research on contemporary languages.

The dialogue will be between two artists, both from Palermo, who have long collaborated with the Lo Magno reality: Ignazio Cusimano Schifano and Emanuele Giuffrida

 

Emanuele Giuffrida | Reconaissence Patterns

Do you know the phenomenon of pareidolia? It is a subconscious phenomenon that creates the illusion of similarity between an object with a shape known to us and one with a random shape. There! It’s always been an obsession for me.”

Emanuele Giuffrida (Gela, 1981), a poetic and introspective artist, tells his story with a journey through his “subconscious illusions”.

A forced pareidolia, full of meanings for the artist’s life. Emanuele borrows a term from its most common use in chess language: “Reconaissence Patterns” to make the reading of his creative process easier. The meaning is: application for patterns, simile for visual patterns, structures that tend to repeat.

Gela 90s: “When I was child, I remember images of silhouettes lying on the ground covered by a white sheet broadcaasted by the TV news of my city. I witnessed a similar scene even through the window of my dad’s Fiat 500, on the way home in the evening. When I was in elementary school, illustrating a teacher’s dictation on the subject of the mafia, I drew two figures on motorbikes with helmets shooting to a man already wrapped in a floating sheet.”

Reworked childhood experiences find a bizarre analogy with images linked to the classical languages of painting and sculpture – The folds of the white sheet allude to the similarity with the drapery of the remains of the Greek-Roman Statues -; forcefully restoring an aesthetic value as if it were a work of revenge.

On display there will be a series of papers dedicated to the death of Salvo Lima. The subject was chosen not for idiolatry or tribute to images of false divinities, but to make clear one’s intent for freedom within lived contents linked to one’s land.

Everything – for Emanuele – can be a vehicle of redundant aesthetics, structuralism that finds its home in the most contemporary tragedies

 

Ignazio Cusimano Schifano | About Flowers

“(…) A renewal that finds its most significant aspect in a movement of the soul, in an aspiration that is based on a simple yet universal motto: starting again from the flowers. Starting again away from pitfalls, from artifices, from the lure of illusions. Starting again far from the death of poetic consciousness. Starting again from the Beauty of which flowers are a fragment in creation “ Serena Ribaudo

Ignazio Cusimano Schifano (Palermo, 1976) began the About Flowers project in July this year, inaugurating with his solo exhibition the spaces of “Bassi Beneventano”, the second headquarters for Lo Magno artecontemporanea.

Both Impulsive and brilliant, Ignazio finds love in what he does, in the essence of his actions, he tacitly lets himself be guided by what is a natural internal process.

Each stroke becomes an expression of a part of his self given with a genuine desire to share an intimate and anachronistic time. This time is linked to his previous profession as a prestigious art conservator which always emerges as a sort of seal on his previous profession as a prestigious restorer and consequently the feeling of the ancient as the founding principle of all things.

It is combined with an attentive, restless, dissimilar look at reality – external and internal – which constitutes the deepest and truest reason for his painting.

About Flowers marked an extremely significant moment both in the life and art journey of Ignazio Cusimano Schifano, a genuine process of rebirth that began about a year ago in the prestigious experience of artistic residency at the Museo Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi in Gibellina, rebirth continued with successful results in terms of excellence and artistic results in his most recent production which constitutes the totality of the works on display.

MODICA via Risorgimento 91-93

www.lomagnoartecontemporanea.it | +390932763165

@ # lomagnoartecontemporanea | info@lomagnoartecontemporanea.it

SCICLI Palazzo Beneventano Piazzetta Ficili 1 | +393396176251

lomagno@bassibeneventano.it | www.bassibeneventano.it

@ # bassibeneventano

IGNAZIO CUSIMANO SCHIFANO | ABOUT FLOWERS

ABOUT FLOWERS

a cura di Serena Ribaudo

Bassi Beneventano ospita dal 6 Luglio About Flowers, mostra personale di Ignazio Cusimano Schifano a cura di Serena Ribaudo. About Flowers è la prima mostra con cui si inaugurano i nuovi prestigiosi spazi di Scicli “Bassi Beneventano” ubicati all’interno di Palazzo Beneventano insignito del titolo di Patrimonio dell’Umanità dall’ Unesco e definito da Sir Anthony Blunt il più bel palazzo barocco di Sicilia.

La bellezza sfolgorante di Palazzo Beneventano, forte, sfacciata, caratterizzata da apparizioni fantastiche e da forme bizzarre è dunque già nota nel mondo e ben si presta ad ospitare questo nuovo importante spazio riferimento per la cultura siciliana e nazionale. Bassi Beneventano nasce dal sodalizio di due importanti realtà che danno vita ad un progetto veramente encomiabile per unità d’intenti e per desiderio di valorizzazione dei talenti e del territorio siciliani. Si tratta della Stamperia d’Arte Amenta -tra le pochissime stamperie d’arte in Italia- portata avanti con passione da Loredana Amenta e della Lo Magno artecontemporanea che con questa seconda sede, dopo quella di Modica, si prefigge un ampliamento della propria mission. Lo Magno artecontemporanea nel 2022 ha celebrato i suoi 30 anni di attività con un group show che ha visto proprio tra i protagonisti Ignazio Cusimano Schifano. About Flowers segna un momento estremamente significativo nel percorso di vita e d’arte di Ignazio Cusimano Schifano, un genuino processo di rinascita iniziato circa un anno fa nella prestigiosa esperienza di residenza artistica presso il Museo Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi di Gibellina, rinascita continuata con esiti fortunati per pregevolezza e risultati artistici nella sua produzione più recente che costituisce la quasi totalità delle opere in mostra. Scrive la curatrice Serena Ribaudo: “ (…) Un rinovellarsi che trova il suo aspetto più pregnante in un moto dell’anima, in un’aspirazione che si fonda su di un motto semplice altresì universale: ricominciare dai fiori. Ricominciare lontano dai trabocchetti, dagli artifizi, dalla lusinga delle illusioni. Ricominciare lontano dalla morte della coscienza poetica. Ricominciare dalla Bellezza di cui i fiori sono un frammento nel creato. Un frammento innocente e misterioso al contempo. Ricominciare dal riconnettersi ad una sempiterna energia creatrice e ricreatrice, con una radice primitiva e vitale”. Nell’opera di Ignazio, e pertanto in quelle presenti in mostra, emerge sempre come una sorta di sigillo la sua precedente professione di restauratore di pregio e di conseguenza il sentimento dell’antico come principio fondante di tutte le cose. Ad esso si sposa uno sguardo attento, inquieto, difforme, sulla realtà -esteriore ed interiore- che costituisce la ragione più profonda e più vera del suo fare pittura. Attraverso le sue opere su tela e su carta, sempre impregnate della sua delicata e potente poesia, Cusimano Schifano in About Flowers e per Bassi Beneventano costruisce un percorso affascinante che invita il fruitore allo stupor e all’investigare i misteri pittorici e di natura.

 

LO MAGNO artecontemporanea

tel : +39 0932763165 | +393396176251
           

RACCONTO DI UNO STUDIO VISIT

DI SERENA RIBAUDO

Arrivo in studio da Ignazio Cusimano Schifano. Ignazio apre l’imponente portone esterno e mi accoglie col consueto garbo gentile che caratterizza la sua persona. Lo studio di Ignazio è seminterrato; entro, ho quasi la sensazione di accedere ad una grotta alchemica dove il mago impasta i suoi colori, partecipa ad una realtà in ardita trasmutazione, officia l’Opus Magnum. Ignazio ed io ci accomodiamo, facciamo un po’ di chiacchiere. Ci confrontiamo su quali siano le qualità di un buon caffè; Ignazio mi parla dei suoi anni londinesi, della sua precedente professione di restauratore svolta con infaticabile passione per lungo tempo; mi parla del sentimento dell’antico come segreto principio di tutte le cose. C’è in Ignazio un pudore, ed una naturale necessità insieme, nel disvelare l’amoroso sentimento che lo porta alla pittura. Raccolgo con il mio occhio interiore, come in un’istantanea, le prime opere che si offrono al mio sguardo; e poi i pennelli, le carte al muro, le tele, le bombolette spray, le latte, tutti quegli strumenti eroici appartenenti ad un moderno anacoreta votato alla religio della pittura. C’è anche un mazzo di fiori disposto all’angolo come un’icona votiva. E tutto nel caos mi pare Perfetto. Ogni cosa è pervasa da un’energia frenetica ed al contempo. silenziosa, sembra anticiparmi le inquiete e poetiche visioni di quest’artista. Accedo alla terza stanza dello studio-grotta. E rimango sinceramente colpita da una grande opera disposta alla mia destra:

Autoritratto a Poggioreale. Ignazio mi racconta che quest’opera nasce nel solco della recente esperienza artistica a Gibellina che la residenza presso la Fondazione Orestiadi ha per lui rappresentato la fine di una crisi mistica, di un inverno che ha sancito l’inizio di una rinnovata presenza a sé stesso, di un nuovo battito, di un’essenziale, spontanea ed al contempo antica percezione delle cose del mondo. Un rinovellarsi che trova il suo aspetto più pregnante in un moto dell’anima, in un’aspirazione che si fonda su di un motto semplice altresì universale: RICOMINCIARE DAI FIORI. Ricominciare lontano dai trabocchetti, dagli artifizi, dalla lusinga delle illusioni. Ricominciare lontano dalla morte della coscienza poetica. Ricominciare dalla Bellezza di cui i fiori sono un frammento nel creato. Un frammento innocente e misterioso al contempo. Ricominciare dal riconnettersi ad una sempiterna energia creatrice e ricreatrice, ad una radice primitiva e vitale. Autoritratto a Poggioreale mi concede di aprirmi uno squarcio, una finestra privilegiata sulla mente poetica di Cusimano Schifano e sulla sua produzione di quest’ultimo anno. Sul suo voler ricominciare dai fiori. L’opera mi appare potente e coraggiosamente poetica. L’autoritratto di Ignazio sfonda il guscio, mostra la sua profonda verità, la sua intima essenza. Rivela una sua propria vita spirituale, una pulsazione. Colgo lo stesso principio informatore in un altro autoritratto, inquieto tra l’immota sospensione e la feroce immediatezza. Quasi una ieratica e solenne testa greca, un Orfeo, un rabdomante. E’ lo stesso rabdomante -quasi estratto dalla sua matrice- che compare nel già citato Autoritratto a Poggioreale. In quest’ultimo altresì mi stupisco della perizia estetica con cui Ignazio fonde singolarmente un meraviglioso tappeto di natura viva (che definirei quasi un nastro di luce e di fiori che pare d’arte giapponese antica, horizontal di grande raffinatezza) con un’ampia superficie di pallida beltà ma priva di ricerca di finezze, aspra, invasa da frammenti raccolti e luccicante di scaglie di vetri. In Cusimano Schifano la materia pittorica è trattata sempre in maniera struggente, la forma sensibile viene ammantata da un vello la cui substantia è vivida, sincera, purificata dalla fiamma di Prometeo. Il colore può essere succoso, umido, si aggroviglia, può avere delle sprezzature, si dibatte. Altre volte è argilloso, calcinato, polveroso, docile, ha la qualità dello scialbo o di un alito, si sfà tenero. Una dialettica di modi che non sfocia nella contraddizione ma che diviene un’intima e necessaria sintesi di verità esperienziali. Ignazio ricompone coi multiformi strumenti offertigli dalla pittura la sua visione interiore e poetica in tutta la ricchezza delle sue parvenze sensibili. Una gestualità automatica, espressiva si compenetra con una dolcezza d’opera antica, con una finezza da Callot, con una grazia viva. Non mi stupisce allora che nella sua produzione più recente superfici che paiono di basalto si iterino ad altre che hanno la compattezza lucida dello smalto ad altre ancora che mi ricordano malinconici velamenti, che posseggono la levità di candida piuma parafrasando Mallarmé. Più mi muovo per lo studio più si rafforza in me la sensazione di un incessante e coraggioso viaggio nella pittura, nella forma, nel colore. Il dialogo artistico e poetico tra Ignazio e me è appena cominciato-

IGNAZIO CUSIMANO SCHIFANO | ABOUT FLOWERS

ABOUT FLOWERS

 

Bassi Beneventano ospita dal 6 Luglio About Flowers, mostra personale di Ignazio Cusimano Schifano a cura di Serena Ribaudo.

About Flowers è la prima mostra con cui si inaugurano i nuovi prestigiosi spazi di Scicli “Bassi Beneventano”

ubicati all’interno di Palazzo Beneventano insignito del titolo di Patrimonio dell’Umanità dall’ Unesco e definito da Sir Anthony Blunt il più bel palazzo barocco di Sicilia. La bellezza sfolgorante di Palazzo Beneventano, forte, sfacciata, caratterizzata da apparizioni fantastiche e da forme bizzarre è dunque già nota nel mondo e ben si presta ad ospitare questo nuovo importante spazio riferimento per la cultura siciliana e nazionale. Bassi Beneventano nasce dal sodalizio di due importanti realtà che danno vita ad un progetto veramente encomiabile per unità d’intenti e per desiderio di valorizzazione dei talenti e del territorio siciliani. Si tratta della Stamperia d’Arte Amenta -tra le pochissime stamperie d’arte in Italia- portata avanti con passione da Loredana Amenta e della Lo Magno artecontemporanea che con questa seconda sede, dopo quella di Modica, si prefigge un ampliamento della propria mission. Lo Magno artecontemporanea nel 2022 ha celebrato i suoi 30 anni di attività con un group show che ha visto proprio tra i protagonisti Ignazio Cusimano Schifano. About Flowers segna un momento estremamente significativo nel percorso di vita e d’arte di Ignazio Cusimano Schifano, un genuino processo di rinascita iniziato circa un anno fa nella prestigiosa esperienza di residenza artistica presso il Museo Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi di Gibellina, rinascita continuata con esiti fortunati per pregevolezza e risultati artistici nella sua produzione più recente che costituisce la quasi totalità delle opere in mostra. Scrive la curatrice Serena Ribaudo: “ (…) Un rinovellarsi che trova il suo aspetto più pregnante in un moto dell’anima, in un’aspirazione che si fonda su di un motto semplice altresì universale: ricominciare dai fiori. Ricominciare lontano dai trabocchetti, dagli artifizi, dalla lusinga delle illusioni. Ricominciare lontano dalla morte della coscienza poetica. Ricominciare dalla Bellezza di cui i fiori sono un frammento nel creato. Un frammento innocente e misterioso al contempo. Ricominciare dal riconnettersi ad una sempiterna energia creatrice e ricreatrice, con una radice primitiva e vitale”. Nell’opera di Ignazio, e pertanto in quelle presenti in mostra, emerge sempre come una sorta di sigillo la sua precedente professione di restauratore di pregio e di conseguenza il sentimento dell’antico come principio fondante di tutte le cose. Ad esso si sposa uno sguardo attento, inquieto, difforme, sulla realtà -esteriore ed interiore- che costituisce la ragione più profonda e più vera del suo fare pittura. Attraverso le sue opere su tela e su carta, sempre impregnate della sua delicata e potente poesia, Cusimano Schifano in About Flowers e per Bassi Beneventano costruisce un percorso affascinante che invita il fruitore allo stupor e all’investigare i misteri pittorici e di natura.

Bassi Beneventano

Palazzo Beneventano, Piazzetta Ficili,1 – Scicli (RG)

Visitabile fino al 30 Luglio:

Martedì-Sabato 10-13 e 17-21, Domenica 17-21, Lunedì chiuso

lomagno@bassibeneventano.it

bassibeneventano.it

lomagnoartecontemporanea.it

LO MAGNO artecontemporanea

tel : +39 0932763165 | +393396176251
           

Miraggi Solidi | Angelo Barone

MIRAGGI SOLIDI | ANGELO BARONE

DAL 7 APRILE AL 7 MAGGIO 2023

Lo Magno artecontemporanea | Modica

La fotografia come evocazione e invito allosservazione, ad un lettura della realtà che vada oltre la superficie delle cose e si sforzi piuttosto di comprenderne lessenza: Miraggi Solidi è la chiave del lavoro dell’artista Angelo Barone, condensata in nove opere nella mostra curata da Angela Sanna che la galleria Lo Magno artecontemporanea di Modica ospiterà dal 7 aprile al 7 maggio 2023.

Di origine modicana e da molti anni docente presso lAccademia di Belle Arti di Brera, Angelo Barone è noto prevalentemente come scultore – le prime esposizioni, giovanissimo, con Achille Bonito Oliva e Lea Vergine, quindi il riconoscimento internazionale con personali in Svizzera, Germania e Stati Uniti e la presenza in prestigiose collezioni private, pubbliche e bancarie -, ma con questa mostra sceglie di rendere omaggio al suo primo grande amore, la fotografia, e di esprimere la sua naturale propensione a fonderla alla scultura stessa, così come alla pittura e all’architettura.

L’attenzione verso i luoghi, carattere distintivo della sua ricerca scultorea, permea infatti anche la produzione fotografica dellartista, intesa a evidenziare la portata simbolica, in termini di memoria, delle architetture. Nella concezione dellartista, lo spazio architettonico è infatti memoria consolidata, secolarizzata, in quanto spazio condiviso, vissuto nella socialità.

Le fotografie scelte per la mostra sono le più rappresentative di questo lavoro. È il caso della serie Luoghi endogeni”, in cui lo sguardo dellartista è rivolto al concetto dellautocostruzione, ovvero a quei luoghi (le favelas di San Paolo in Brasile per fare un esempio) che, autogenerandosi secondo regole proprie, propongono unaltra filosofia dellabitare. Nel passaggio dalla tridimensionalità alla bidimensionalità però la traccia fotografica rimane come pura evocazione del luogo, elaborata dal tocco dellartista attraverso la tecnica della vellutazione, che, occultando la visione diretta, invita ad andare a scavare sotto la superficie dellimmagine per assorbirne la realtà. La stessa tecnica, che è al tempo stesso racconto e celamento, la ritroviamo nelle opere dedicate alle casamatte, concetto caro all’artista che in queste architetture basilari e monolitiche, con la loro aderenza totale al principio di funzionalità, riconosce invece il senso di regole massime, rappresentazione concreta di una conoscenza e di una sapienza profonde. Ancora levocazione, o meglio la sottrazione, nella serie dedicata al mosso fotografico, rinnova l’invito a porre attenzione sulle forme, a percepirle oltre la superficie immediata: la perdita di definizione assume così una valenza positiva, costringendo lo sguardo a non fermarsi all’apparenza delle cose ma ancora una volta, nello sforzo di ricostruzione dellimmagine, a ritrovarne lessenza.

«È quasi una metafora della nostra facoltà di osservazione, sempre più inibita e corrotta dal flusso ininterrotto di stimoli visivi» conferma e chiarisce Angela Sanna nel suo testo critico: «Le potenzialità della fotografia, segnatamente questi passaggi dalla focalizzazione alla sfocatura, gli consentono di indagare questo aspetto della percezione per poi rendere limmagine pura superficie attraverso la vellutazione, come procedimento tecnico e poetico che contraddistingue e impreziosisce il lavoro di Angelo Barone».

Nella collezione in mostra anche tre sculture, in forma di colonne interrotte, in una linea di perfetta continuità ideale con questa riflessione sulle forme e lo spazio.

L’opening di “Miraggi solidi” è in programma il 7 aprile alle 19, quando saranno presentate anche 2 edizioni fotografiche di 15 esemplari ciascuna, prodotte per l’occasione.

La mostra, ad ingresso libero, resterà poi visitabile fino a domenica 7 maggio 2023, dal martedì al sabato, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 20. Gli spazi espositivi di Lo Magno artecontemporanea sono in Via Risorgimento 91/93 a Modica.

Si ringrazia Antica Dolceria Bonajuto di Modica

 

LEGGI IL TESTO CRITICO DI ANGELA SANNA

 

Ufficio Stampa

Concetta Bonini | Condire Digitale

tessera OdG n. 068977

concetta@condiredigitale.it

333 7337513

 

LO MAGNO artecontemporanea

tel : +39 0932763165 | +393396176251
           

 

 

 

OPERE

MIRAGGI SOLIDI DI ANGELO BARONE

LO MAGNO ARTECONTEMPORANEA

OPENING 7 APRILE

 

La fotografia come evocazione e invito allosservazione, ad un lettura della realtà che vada oltre la superficie delle cose e si sforzi piuttosto di comprenderne lessenza: Miraggi Solidi è la chiave del lavoro dell’artista Angelo Barone, condensata in nove opere nella mostra curata da Angela Sanna che la galleria Lo Magno artecontemporanea di Modica ospiterà dal 7 aprile al 7 maggio 2023.

Di origine modicana e da molti anni docente presso lAccademia di Belle Arti di Brera, Angelo Barone è noto prevalentemente come scultore – le prime esposizioni, giovanissimo, con Achille Bonito Oliva e Lea Vergine, quindi il riconoscimento internazionale con personali in Svizzera, Germania e Stati Uniti e la presenza in prestigiose collezioni private, pubbliche e bancarie -, ma con questa mostra sceglie di rendere omaggio al suo primo grande amore, la fotografia, e di esprimere la sua naturale propensione a fonderla alla scultura stessa, così come alla pittura e all’architettura.

L’attenzione verso i luoghi, carattere distintivo della sua ricerca scultorea, permea infatti anche la produzione fotografica dellartista, intesa a evidenziare la portata simbolica, in termini di memoria, delle architetture. Nella concezione dellartista, lo spazio architettonico è infatti memoria consolidata, secolarizzata, in quanto spazio condiviso, vissuto nella socialità.

Le fotografie scelte per la mostra sono le più rappresentative di questo lavoro. È il caso della serie Luoghi endogeni”, in cui lo sguardo dellartista è rivolto al concetto dellautocostruzione, ovvero a quei luoghi (le favelas di San Paolo in Brasile per fare un esempio) che, autogenerandosi secondo regole proprie, propongono unaltra filosofia dellabitare. Nel passaggio dalla tridimensionalità alla bidimensionalità però la traccia fotografica rimane come pura evocazione del luogo, elaborata dal tocco dellartista attraverso la tecnica della vellutazione, che, occultando la visione diretta, invita ad andare a scavare sotto la superficie dellimmagine per assorbirne la realtà. La stessa tecnica, che è al tempo stesso racconto e celamento, la ritroviamo nelle opere dedicate alle casamatte, concetto caro all’artista che in queste architetture basilari e monolitiche, con la loro aderenza totale al principio di funzionalità, riconosce invece il senso di regole massime, rappresentazione concreta di una conoscenza e di una sapienza profonde. Ancora levocazione, o meglio la sottrazione, nella serie dedicata al mosso fotografico, rinnova l’invito a porre attenzione sulle forme, a percepirle oltre la superficie immediata: la perdita di definizione assume così una valenza positiva, costringendo lo sguardo a non fermarsi all’apparenza delle cose ma ancora una volta, nello sforzo di ricostruzione dellimmagine, a ritrovarne lessenza.

«È quasi una metafora della nostra facoltà di osservazione, sempre più inibita e corrotta dal flusso ininterrotto di stimoli visivi» conferma e chiarisce Angela Sanna nel suo testo critico: «Le potenzialità della fotografia, segnatamente questi passaggi dalla focalizzazione alla sfocatura, gli consentono di indagare questo aspetto della percezione per poi rendere limmagine pura superficie attraverso la vellutazione, come procedimento tecnico e poetico che contraddistingue e impreziosisce il lavoro di Angelo Barone».

Nella collezione in mostra anche tre sculture, in forma di colonne interrotte, in una linea di perfetta continuità ideale con questa riflessione sulle forme e lo spazio.

L’opening di “Miraggi solidi” è in programma il 7 aprile alle 19, quando saranno presentate anche 2 edizioni fotografiche di 15 esemplari ciascuna, prodotte per l’occasione.

La mostra, ad ingresso libero, resterà poi visitabile fino a domenica 7 maggio 2023, dal martedì al sabato, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 20. Gli spazi espositivi di Lo Magno artecontemporanea sono in Via Risorgimento 91/93 a Modica.

Si ringrazia Antica Dolceria Bonajuto di Modica

 

LEGGI IL TESTO CRITICO

 

Ufficio Stampa

Concetta Bonini | Condire Digitale

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LO MAGNO artecontemporanea

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RE: ARTEFIERA

RE: ARTEFIERA

Un breve revival dello stand proposto alla 46°edizione di ArteFiera Bologna

 

Dopo il grande successo della manifestazione tenutasi nei padiglioni 25 e 26 del quartiere fieristico di Bologna dal 3 al 5 febbraio 2023, Lo Magno artecontemporanea decide di riproporre il progetto stand nei propri spazi di via Risorgimento 91-93 a Modica.

Per chi non ha avuto la possibilità di godere di una passeggiata tra le vie di Arte Fiera Bologna, dal 18 marzo alle ore 19:00 fino al 1 aprile, Lo Magno artecontemporanea rimette a parete le opere dei quattro artisti presentati in occasione dell’evento.

Emanuele Giuffrida, Giovanni Iudice, Rossana Taormina e William Marc Zanghi, tutti siciliani, connessi dalla continua sperimentazione, dall’instancabile passione che li spinge per osmosi a imprigionare sempre più visioni, a catturare nuovi linguaggi, a generare nuova materia a contatto con nuova materia. Processo energico che la galleria ha voluto sintetizzatare con “By Surfacing”.

 

 

Inaugurazione: sabato 18 marzo ore 19:00

Visite: dal martedì al sabato 10-13 e 17-20 fino al 1 aprile

 

 

Leggi di più sul progetto: BY SURFACING

 

Artisti e Opere:

 

🟣 EMANUELE GIUFFRIDA

 

🟣 GIOVANNI IUDICE

 

🟣 ROSSANA TAORMINA

 

🟣 WILLIAM MARC ZANGHI

 

tel : +39 0932763165 | +393396176251
           

RE: ARTEFIERA

RE: ARTEFIERA

Un breve revival dello stand proposto alla 46°edizione di ArteFiera Bologna

Dopo il grande successo della manifestazione tenutasi nei padiglioni 25 e 26 del quartiere fieristico di Bologna dal 3 al 5 febbraio 2023, Lo Magno artecontemporanea decide di riproporre il progetto stand nei propri spazi di via Risorgimento 91-93 a Modica.

Per chi non ha avuto la possibilità di godere di una passeggiata tra le vie di Arte Fiera Bologna, dal 18 marzo alle ore 19:00 fino al 1 aprile, Lo Magno artecontemporanea rimette a parete le opere dei quattro artisti presentati in occasione dell’evento.

Emanuele Giuffrida, Giovanni Iudice, Rossana Taormina e William Marc Zanghi, tutti siciliani, connessi dalla continua sperimentazione, dall’instancabile passione che li spinge per osmosi a imprigionare sempre più visioni, a catturare nuovi linguaggi, a generare nuova materia a contatto con nuova materia. Processo energico che la galleria ha sintetizzato con “By Surfacing”.

Leggi di più sul progetto: BY SURFACING

 

 

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30 x 30 GROUP SHOW EXHIBITION

30 ANNI DI STORIA DI LO MAGNO ARTECONTEMPORANEA:

 

 

DAL 30 DICEMBRE AL 30 GENNAIO

 

30 opere di 30 artisti diversi per celebrare i 30 anni di storia della galleria Lo Magno artecontemporanea: sarà inaugurata il 30 dicembre alle 19 la mostra 30×30, una collettiva nata per ripercorrere il lungo percorso nel segno dell’arte che in questi tre decenni ha visto coinvolti i più talentosi e autorevoli artisti contemporanei siciliani.

Dal 30 dicembre al 30 gennaio si ritroveranno tutti, idealmente, sulle pareti degli spazi espositivi di Lo Magno a Modica, ognuno con un proprio omaggio a questa grande storia condivisa, racchiuso in un’opera di 30×30 cm realizzata per l’occasione.

Attraverso la fotografia, la pittura, il collage e il disegno, 30 voci di 30 artisti diversi – tra cui Piero Guccione, con un omaggio della Galleria stessa – sintetizzeranno la stratificazione strutturale di Lo Magno artecontemporanea nei suoi trent’anni di attività: Rosario Antoci, Umberto Agnello, Francesco Balsamo, Orazio Battaglia, Alessandro Bazan, Giuseppe Bombaci, Giusi Bonomo, Giovanni Blanco, Sandro Bracchitta, Davide Bramante, Marco Bunetto, Melissa Carnemolla, Daniele Cascone, Andrea Cerruto, Giuseppe Colombo, Ignazio Cusimano Schifano, Fulvio Di Piazza, Emanuele Giuffrida, Piero Guccione, Giovanni Iudice, Giovanni La Cognata, Francesco Lauretta, Giuseppe Leone, Fortunato Pepe, Giovanni Robustelli, Sofia Storniolo, Rossana Taormina, Samantha Torrisi, Giovanni Viola, William Marc Zanghi.

«Colori, immagini, emozioni, intenzioni rappresenteranno l’evoluzione di un’attività nata nel 1992 come piccolo laboratorio artigianale di corniceria ed arrivata ad oggi con larghe prospettive», spiegano Giuseppe Lo Magno e Valeria D’Amico, curatori della mostra: «Con questa collettiva mettiamo a parete i nuclei fondamentali della vita artistica della galleria. Il 30 è un numero che diventa emblema di una storia, un segno convenzionale che ci permette di scandire il tempo dietro di noi».

L’opening del 30 dicembre sarà accompagnato dall’analisi del prof. Salvatore Schembari sul numero 3 e i suoi multipli: « Trenta nella cabala è come il Tre, la perfezione!», anticipa Schembari, autore anche del testo critico: «Trent’anni sono trascorsi, trent’anni d’arte, di umanità, trent’anni di abnegazione per la nuova figurazione dei fratelli Lo Magno. Un trentennio di visioni dell’arte contemporanea, un arco temporale vissuto dalla galleria Lo Magno artecontemporanea forse come possibile via del ‘risorgimento’ di un certo luogo, di una certa città “sorda” e periferica. In questo evento si intrecciano perfette combinazioni per una galleria che segue un proprio dardo sfrecciare in direzione di un cielo azzurro, del firmamento di Piero Guccione».

Dopo l’opening del 30 dicembre, la mostra resterà visitabile fino al 30 gennaio, con ingresso gratuito (martedì – sabato ore 10-13 e 17-20). Gli spazi espositivi di Lo Magno artecontemporanea sono in Via Risorgimento 91/93 a Modica.

 

Ufficio Stampa

Concetta Bonini | Condire Digitale

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William Marc Zanghi

 Purple Map, (3 parti)

2017

smalti e collage su carta, 60 x 60 cm

Maps Serie,

2022

Vernici industriali su cemento

6x30x25 cm

Relax

2015

vernice su carta, 33×51 cm

“Ho sempre dipinto luoghi, non intesi come ritrattistica di un paesaggio, ma come punto di attraversamento nel tempo, punto di partenza per tutto ciò che poteva accadere.

Sono luoghi pervasi da tracce, figure, animali, colori accentuati, linee multicolor, stratificazioni di dimensioni spaziali, un cortocircuito di immagini su un territorio. Uno stile di rappresentazione che ho fatto mio proprio come concezione estetica. Più che l’esportazione di un valore concettuale attraverso l’opera, la mia intenzione è l’affermazione di un’estetica che lega chi si approccia al mio lavoro, ad un’esperienza multidimensionale.”

 

EN

I have always painted places, not intended as portraiture of a landscape, but as a crossing point in time, a starting point for everything that possible to happen.

Places are pervaded by traces, figures, animals, accentuated colors, multicolored lines, stratifications of spatial dimensions, a short circuit of images on a territory.

A intimate and personal style of representation that I take as an aesthetic conception. More than the export of a conceptual value through the artwork, my intention is the affirmation of an aesthetic that links those who approach my work to a multidimensional experience.”

William Marc Zanghi

ESSENTIAL

William March Zanghi, nato a Wichita (Kansas) nel 1972, ma palermitano da sempre, esprime se stesso con uno stile unico e riconoscibile.

Studia Pittura presso l’accademia di Belle Arti di Palermo dove ne consegue la Laurea.

Di lui parlano le sue opere: Figure esili che popolano paesaggi onirici stravolti da quel colore eversivo, che rende tutto più artificioso: chimico. Infatti nelle sue opere l’uso di colori industriali sostituisce la classica pittura a olio o ad acrilico. L’artista adopera unicamente vernici. Tecnica che conferisce alle sue opere quella caratteristica patina lucente di cui si avvantaggia anche la figurazione, resa decisamente adamantina, pura.
Sono le stesse colature di colori a dare origine a fiumi, paludi e acquitrini che costellano le “visioni” dell’artista.

Tracce del suo passaggio si trovano sia in Italia che all’estero, luoghi pubblici e musei, con mostre personali, collettive e fiere di settore. Segnaliamo la partecipazione alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte, Padiglione Italia sezione Accademie, a cura di Vittorio Sgarbi – Biennale di Venezia

Oggi vive e lavora a Palermo

 

EN

 

William Marc Zanghi was born in Wichita (Kansas) in 1972, but he has always lived in Palermo, expresses himself with a unique and recognizable style.

He studied painting at the Academy of Fine Arts in Palermo where he graduated.

His works speak of him: Slender figures that populate dreamlike landscapes distorted by that subversive color, which makes everything more artificial: chemical. In fact, in his works the use of industrial colors replaces the classic oil or acrylic painting. The artist uses only paints. Technique that gives his works that characteristic shiny patina which also benefits the figuration, made decidedly adamantine, pure.

It is the same color drips that give rise to the rivers, swamps and marshes that dot the artist’s “visions”.

Traces of his passage can be found both in Italy and abroad, in public places and museums, with personal and collective exhibitions and trade fairs. We would like to highlight our participation in the 54th International Art Exhibition, Italian Pavilion in the Academies section, curated by Vittorio Sgarbi – Venice Biennale.

Today he lives and works in Palermo

 

 

TOGETHER

 

2023: “By Sufacing” Group Exhibition: Giovanni Iudice, Emanuele Giuffrida, Rossana Taormina, William Marc Zanghi; 46° edizione di Arte Fiera Bologna 3-5 febbraio – Pad. 25 Stand A105 – Lo Magno artecontemporanea

2022: 30×30 Group Exhibition, Lo Magno artecontemporanea festeggia i 30 anni di attività, a cura di Giuseppe Lo Magno e Valeria D’Amico.

2021: “Le Cento Sicilie – Il più ibrido dei continenti”, collettiva a cura di Diego Cavallaro e Tonino Cannata, testo critico di Paolo Nifosì, organizzata da Fondazione Teatro Garibaldi, diretto da Tonino Cannatasponsor tecnico Lo Magno artecontemporanea, Ex Convento del Carmine Modica (RG)

2021: “Le Cento Sicilie – Il più ibrido dei continenti”, collettiva a cura di Diego Cavallaro e Giuseppe Vella, testo critico di Ivan Quaroni, organizzata dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, sponsor tecnico Lo Magno artecontemporanea, Palazzo Ciampoli di Taormina.

2012: “Il Silenzio delle Nuvole”, la galleria Lo Magno festeggia 20 anni di attività con una mostra-evento
Quaranta circa gli artisti presenti, due vernissage – uno in primavera con gli artisti “storici” e l’altro in autunno con i “giovani” a cura di Antonio D’Amico, Lo Magno artecontemporanea – Modica (RG)

William Marc Zanghi, Thinking Outside the Box

2023, olio su tela, 25×30 cm

William Marc Zanghi, Reperto contemporaneo 3, 2020,

vetroresina e vernici indsustriali, 30 x 30 cm (irregolare)

Last Artworks

Ways of Figurative Mood

Maps Series

Sculptures

ROSSANA TAORMINA

“Lo spazio è un dubbio: devo continuamente individuarlo, designarlo. Non è mai mio, mai mi viene dato, devo conquistarlo.I miei spazi sono fragili: il tempo li consumerà, li distruggerà: niente somiglierà più a quel che era, i miei ricordi mi tradiranno, l’oblio s’infiltrerà nella mia memoria, guarderò senza riconoscerle alcune foto ingiallite dal bordo tutto strappato”

Georges Perec, Specie di spazi, Bollati Boringhieri, Torino 2016 (ed. or. Espèces d’espaces, Editions Galilée, Paris 1974)

ESSENTIAL

 

Rossana Taormina (Partanna, 1972)

Attualmente vive e lavora a Palermo.

nasce in un piccolo paese della Valle del Belìce, devastato dal terremoto del 1968. Diplomata in Belle Arti, dal 2011 si dedica alla sua carriera artistica. Ha partecipato a diverse mostre e fiere d’arte in Italia e all’estero: SWAB Barcelona Contemporary Art Fair (2019), Arte Fiera Bologna (2021, 2022, 2023). Nel 2023 è tra gli artisti invitati al Gibellina Photoroad Open Air & Site-Specific Festival (IV edizione), in occasione del quale propone l’installazione site-specific “Imprinting”

Il suo lavoro appare in pubblicazioni nazionali e internazionali, tra cui: la Repubblica 2023; Beaux Arts Magazine 2019; C. Vannier, De fil en Aguille. La Broderie dans l’art contemporain, Éditions Pyramid, Paris 2018; Stonecutter Journal, NY, giugno 2016; Alias, Il Manifesto 2015.

La ricerca artistica di Rossana Taormina è fortemente influenzata dall’esperienza dei suoi primi anni di vita. Dopo il terremoto del 1968, le comunità colpite dal sisma hanno vissuto a lungo in alloggi temporanei poiché le abitazioni erano state in gran parte distrutte. L’artista trascorre gli anni della sua formazione nel pieno di questo periodo di riconfigurazione urbana, diventando testimone di una profonda trasformazione del paesaggio, questa esperienza ha significativamente inciso sulla sua sensibilità e identità. Ha sperimentato un sentimento di perdita tale da far maturare in lei una sorta di ossessione per la memoria, è affascinata dagli archivi di immagini, dal confine tra memoria personale e memoria collettiva. Uno degli elementi fondanti della produzione dell’artista è riconducibile al tema dell’objet trouvé e alla sua carica mnestica. Rossana Taormina riflette sulle tracce dell’esistenza umana lasciate nello spazio: lavora con fili e tessuti, ma utilizza anche vari altri materiali e tecniche.

 

EN

 

Rossana Taormina (Partanna, 1972) was born in a small town of Belìce Valley, devastated by the earthquake of 1968. She pursued a diploma and graduated in Fine Arts. Since 2011 she has devoted herself to her artistic career. She has taken part in several exhibitions and art fairs throughout Italy and abroad: SWAB Barcelona Contemporary Art Fair (2019), Arte Fiera Bologna (2021, 2022, 2023). In 2023 she is among the artists invited to the Gibellina Photoroad Open Air & Site-Specific Festival (fourth edition), on the occasion of which she proposes the site-specific installation “Imprinting”. Her work appears in national and international publications, among others: la Repubblica 2023; Beaux Arts Magazine 2019; C. Vannier, De fil en Aguille. La Broderie dans l’art contemporain, Éditions Pyramid, Paris 2018; Stonecutter Journal, NY, giugno 2016; Alias, Il Manifesto 2015.

Rossana Taormina’s artistic research is strongly influenced by the experience of her early life.

After the earthquake in 1968, for a long time people lived in temporary accommodation because their homes had largely been destroyed. Growing up as she did during this time of urban redesign, she witnessed the scenery change dramatically, this experience impacted on her sensitivity and

identity. The artist experienced the sentiment of loss and developed a kind of obsession with memory, she is fascinated by archives of imagery, by the border between personal memory and collective memory. One of the founding elements of her artist’s production, is linked to the theme of the objet trouvé and its mnestic charge. Rossana Taormina reflects on traces of human existence left in space: she works with threads and fabric, but also uses various other materials and techniques.

 

TOGETHER

 

2020: “Showcase Exhibition”, virtual exhibition lomagnoartecontemporanea.it, curata da Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

2021: “Playlist – Visioni trasversali sull’arte”, virtual exhibition Artefiera.it , ArteFiera Bologna

2021: “Showcase Exhibition/2”, virtual exhibition curata da Aldo Premoli e Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

2021: “Encantadora”, Rossana Taormina installazione Site Specific, curata da Aldo Premoli, organizzata da Associazione MSE, collaborazione di Lo Magno artcontemporanea, Teatro Tina Di Lorenzo – Noto (SR)

Un’installazione luminosa site specific di Rossana Taormina dedicata all’attrice teatrale Tina Di Lorenzo.

 

2021: “Futuro remoto”, solo show, curated by Giuseppe Lo Magno and Rischa Paterlini, Lo Magno artecontemporanea Modica (RG)

2022: “Tempo Incolume”, Rossana Taormina solo show, 45° ArteFiera Bologna, Padiglione 15 stand F19, Lo Magno artecontemporanea

2023 By Surfacing, Group Exhibition, 46° edizione di Arte Fiera Bologna 3-5 febbraio – Pad. 25 Stand A105 – Lo Magno artecontemporanea

IT

La ricerca di Rossana Taormina si concentra sulla necessità di rendere leggibile lo spazio, di misurarlo, di rappresentarlo riscrivendone i segni convenzionali condivisi. Lo spazio per essere sottratto all’indeterminatezza che gli è propria, da una parte ha bisogno di una nomenclatura universale, ma dall’altra necessita di una connotazione emotiva. La relazione fra questi due sistemi determina la scoperta di nuove dimensioni estetiche e spaziali.

Una delle linee fondanti della produzione dell’artista, infatti, è legata al tema del riuso degli oggetti e degli spazi che questi sono in grado di evocare. Tema – questo – assai complesso, la cui urgenza è espressa dall’artista con linguaggi diversi, spesso contaminati, e che possiamo meglio mettere a fuoco attraverso le parole di Perec: «Vorrei che esistessero luoghi stabili, immobili, intangibili, mai toccati e quasi intoccabili, immutabili, radicati; luoghi che sarebbero punti di riferimento e di partenza, delle fonti: il mio paese natale, la culla della mia famiglia, la casa dove sarei nato, l’albero che avrei visto crescere (che mio padre avrebbe piantato il giorno della mia nascita), la soffitta della mia infanzia gremita di ricordi intatti… Tali luoghi non esistono, ed è perché non esistono che lo spazio diventa problematico, cessa di essere evidenza, cessa di essere incorporato, cessa di essere appropriato. Lo spazio è un dubbio».

 

EN

Rossana Taormina’s research focuses on the need to make space legible, to measure it, to represent it by rewriting its shared conventional signs. In order to be freed from its own indeterminacy, space needs, on the one hand, a universal nomenclature, but on the other, it needs an emotional connotation. The relationship between these two systems determines the discovery of new aesthetic and spatial dimensions.

One of the founding lines of the artist’s production, in fact, is linked to the theme of the reuse of objects and the spaces that they are able to evoke. This is a very complex theme, the urgency of which is expressed by the artist with different, often contaminated languages, and which we can better focus on through Perec’s words: «I would like stable places to exist, immobile, intangible, never touched and almost untouchable, immutable, rooted; places that would be points of reference and departure, sources: my hometown, the cradle of my family, the house where I would be born, the tree that I would have seen grow (which my father would have planted on the day of my birth), the attic of my childhood full of intact memories… Such places do not exist, and it is because they do not exist that space becomes problematic, ceases to be evidence, ceases to be incorporated, ceases to be appropriate. Space is a doubt.”

IT

Lo spazio “personale”, è fragile, fluida la sua descrizione in quanto affidata alla memoria dell’individuo, memoria che verrà plasmata dalle narrazioni del nucleo familiare, che sarà irrimediabilmente corrosa dall’oblio collettivo.

Da questo punto di vista la ricerca di Rossana Taormina è un luogo di confine in cui la memoria personale fluisce in quella collettiva, dove gli eventi storici accolgono quelli domestici e privati, e viceversa.

Per questa ragione l’immaginario stesso si muove sempre all’interno di una casa simbolica in cui possono essere ritrovati i suoi oggetti feticcio: il giardino, i ritratti di famiglia, la foto del nonno in guerra, il vaso coi fiori, i velluti, la consistenza dei muri e delle tappezzerie, la traiettoria affettuosa della luce.

Al contrario dell’idea dominante di tempo, classico divoratore degli attimi, si può esprimere dunque un’idea del tempo persistente, che agisce nei paesaggi interiori, custodisce planimetrie sbiadite, restituisce tessuti e oggetti che ne hanno ravvivato le stanze, i profumi e la luce che le hanno attraversate in giorni imprecisati. Tempo incolume, allora, è la capacità della memoria di riattivare uno spazio ormai dissolto, di veder fiorire un giardino lontano.

EN

 

The “personal” space is fragile, its description fluid as it is entrusted to the memory of the individual, a memory that will be shaped by the narratives of the family unit, which will be irremediably corroded by collective oblivion.

From this point of view, Rossana Taormina’s research is a border place where personal memory flows into collective memory, where historical events welcome domestic and private ones, and other way around.

For this reason the imagination itself always moves within a symbolic house in which its fetish objects can be found: the garden, the family portraits, the photo of the grandfather at war, the vase with flowers, the velvets, the consistency of the walls and wallpapers, the affectionate trajectory of the light.

Contrary to the dominant idea of ​​time, the classic devourer of moments, we can therefore express an idea of ​​persistent time, which acts in interior landscapes, preserves faded plans, returns fabrics and objects that have revived the rooms, the scents and the light that passed through them on unspecified days. Unharmed time, then, is the ability of memory to reactivate a now dissolved space, to see a distant garden flourish.

Ruins 1
2018
ruggine su pezzuola tessuta a telaio
60×57 cm

Rossana Taormina,

Ruins 2, 2018
ruggine su pezzuola tessuta
a telaio e negativi
60×57 cm

Rossana Taormina, Landscape, 2020

ricamo a mano e acrilico su tarlatana trattata

51×79 cm irregolare

Rossana Taormina Landscape 2022, vecchi trasferelli su osso, 9 x 14 x 2 (irregolare)

Objet Trovué _ #FoundedPhotos

Objet Trovué _ #FlightSeries

Objet Trovué _ #DerivaSeries

Painting

Frottage 

ArteFiera Booth 2022