Categoria: Mostre

Art Verona 2024

“Io non so come è la realtà. Ci sfugge, mente di continuo.
Io diffido sempre di ciò che vedo,
di ciò che un’immagine ci mostra, perchè immagino ciò che c’è al di la.
ciò che c’è dietro ad un’immagine non si sa”

M. Antonioni

 

Blow-up è la parola chiave che segna l’incontro tra una delle più belle opere in pellicola di Michelangelo Antonioni (Blow-up 1966) e la più recente ricerca artistica di Giovanni Viola. Il punto di convergenza è la riflessione che ambedue dedicano alla percezione stratificata della realtà, da parte di uno sguardo che, nel cinema come nella vita reale, vuole spesso provare a superare la barriera dell’immediata evidenza. Dall’ occhio del regista, la chiara e limpida visione di un parco londinese, teatro dell’abbraccio di due amanti, nasconde la terribile verità di un delitto che di li a poco si consumerà; così come nel lavoro di Viola, la limpidezza di uno specchio d’acqua filtra l’indefinita visione di un fondale scuro.
Sono piani di visione che, riproposti sullo schermo così come sulla superficie di un dipinto, creano un complesso gioco di stratificazioni capace di restituire a chi guarda un’illusione di realtà, nel primo caso con valenza narrativa e nel secondo con impatto fortemente estetico.
Ma è possibile l’approdo ad una visione autentica del reale o il destino dello sguardo è di rimanere chiuso entro lo spazio creato dall’illusione?

Fuggire da un illusione o da una rappresentazione della realtà, creata su pellicola o su tela, per tuffarsi dentro la verità stessa delle cose sensibili, sconta pur sempre il limite derivante dalla nostra percezione, la quale è in grado di cogliere il mondo che le sta fuori solo per piccole fette: la serie di innumerevoli attimi che insieme costituiscono il presente.
E così la successione degli attimi genera il senso del tempo, quella distinzione tra presente, passato e futuro che Albert Einstein definiva un’ostinata illusione di cui rimane preda l’essere umano per un mistero difficile da penetrare. Seguiamo il fluire del tempo nell’infinita variazione di forme e colori di uno specchio d’acqua marina, consapevoli che gli innumerevoli istanti di questo spettacolo sono tutti ugualmente carichi di presente, assoluti come l’intera pellicola o la singola rappresentazione pittorica che tenti di coglierne l’essenza.

IL TEMPO.. UN’ILLUSIONE DI COSCIENZA

Trasparenze nel tempo…

Plastiche Trasparenze…

Visione di superficie

Da BLOW-UP

QUI SUD TALK partiamo da QUI.

 Tre incontri tematici divulgativi per dare forma verbale a ciò che è l’intento della collaborazione tra le gallerie Lo Magno e Collica e lo spazio fotografico Gianni Mania: analizzare le potenzialità artistico-culturali di questa fetta di isola assumendosi il compito di raccontarle e movimentarne l’espansione.

🟡 ᴠᴇɴᴇʀᴅÌ 04 ᴏᴛᴛᴏʙʀᴇ

Il buono, il brutto, il cattivo: l’opera, la passione e il mercato.

Primo incontro immersivo nel mondo del mercato dell’arte contemporanea, analizzate tutte le figure che ne generano l’esistenza e il movimento e i vari periodi storici ma soprattutto quello attuale. Problematiche e potenziali soluzioni hanno regalato al pubblico una visione più chiara e non scontata di quello che quotidianamente gli operatori del settore dell’arte vivono.
Relatori
 -Isidoro Mazza
Professore ordinario di Scienze delle finanze, Catania
– Gianfranco Caruso
Imprenditore e collezionista, Catania.
Hanno moderato: Gianluca Collica, Giuseppe Lo Magno.
Gianni Mania, Grazie. sempre.

🟡 DOMENICA 20 OTTOBRE

Oblò/Porthole 1990-2022. Sicilia, isola tra le isole. Egadi, Eolie, Pelagie. Presentazione del libro di Carmelo Nicosia.

Secondo incontro di Qui Sud Talk, presentazione del volume che raccoglie 100 fra le più significative immagini di Carmelo Nicosia e di un viaggio, il suo, che dura da più di trenta anni e che narra, attraverso i suoi fotogrammi in bianco e nero, momenti magici di viaggio, relazioni antiche tra natura e visione, strette di mano, contatti privilegiati con esseri umani rari e coraggiosi.
“Nel 1989 approdai a Stromboli, isola del Fuoco delle Eolie, sprovvisto di particolari informazioni storiche o geografiche, ma trascinato dall’entusiasmo di alcuni amici visionari che avevano già sperimentato la Malìa isolana. Avevo abbandonato una carriera preordinata di brillante laureato nel campo farmaceutico per intraprendere il cammino complesso, ma ancora oggi travolgente, della scrittura e della fotografia. Iniziò a prendere corpo nella mia anima inquieta di uomo del sud che fermare il tempo, delineare lo spazio con uno scatto e osservare i processi umani, fosse l’unico modo possibile per stare al mondo, perché il mondo per esistere doveva essere raccontato con la fotografi”
Relatori
 -Carmelo Nicosia
Fotografo, Direttore della scuola di fotografia dell’Accademia di belle arti, Catania.
– Paolo Brodbeck
Presidente Fondazione Brodbeck, Catania.
Moderano: Gianluca Collica, Giuseppe Lo Magno.
Si ringrazia Gianni Mania, Zazie Books

🟡 VENERDÌ 08 NOVEMBRE

Societas Siciliae: un modello di cooperazione, promozione e valorizzazione degli artisti siciliani

Ultimo incontro per attraversare e analizzare il movimento di promozione e valorizzazione degli artisti del territorio siciliano, luogo di falsa periferia (non strettamente legato alle condizioni geografiche), di grande partenza e di qualche, importante, ritorno.

Relatori

 

 – Patrizia Monterosso
Cultural Manager, Palermo
– Ornella Laneri
Presidente Fondazione Oelle, Acicastello, Catania.

– Cecilia Zanasi

Imprenditrice e Collezionista, Verona, Modica (RG)

Moderano: Gianluca Collica, Giuseppe Lo Magno.

SI ringrazia: Gianni Mania.

Blind Spot • William Marc Zanghi

“Non tutto il mondo può essere attraversato dallo sguardo. L’opacità del mondo a volte lo rende invisibile (e incomprensibile). Nello sguardo, poi, per quanto attento sia uno sguardo, ci sono punti che non sono né a fuoco né fuori fuoco, popolati di oggetti cancellati, trascurati o rimossi, oggetti sulla cui esistenza non conviene scommettere”

AMAZING DAY

di Vito Chiaramonte

Blind spot è una mostra progettata intorno alla ricerca più recente di William Marc Zanghi. Dopo la mostra palermitana Life on Earth, Zanghi ha avvertito la necessità di fare un affondo nell’immaginario della sua pittura a partire dal tema della visione e delle costruzioni del segno.

La mostra, come fosse un grande test del punto cieco cui si sottoporrà senza saperlo ogni

visitatore, indaga i significati del punto cieco.

Blind spot indica almeno tre condizioni: innanzitutto quella in cui l’occhio non riesce avedere perché non tutto il mondo può essere attraversato dallo sguardo. L’opacità del mondo a volte lo rende invisibile (e incomprensibile). Nello sguardo, poi, per quanto attento sia uno sguardo, ci sono punti che non sono né a fuoco né fuori fuoco, popolati di oggetti cancellati, trascurati o rimossi, oggetti sulla cui esistenza non conviene scommettere.

Il punto cieco è anche il punto coperto o nascosto alla vista che cela qualcosa che solo l’immaginazione può avvertire. In questo senso “Blind Spot” è l’immagine che continua oltre il margine del suo formato, incurante di tele, cornici, orli frastagliati o taglienti. Il punto cieco, infine, è quella sorta di magia che si compie ogni volta che un muro, una porta, una opacità qualsiasi scompaiono per rendere visibile quello che avrebbero dovuto sottrarre alla vista. Il linguaggio di Zanghi, che è fra le espressioni più consapevoli e vivaci della pittura italiana, esprime costantemente l’idea paradossale di una visione cieca o di una cecità permeabile al colore e alla forma.

L’opera di Zanghi, come in una sorta di panorama da contemplare e attraversare, suggerisce la necessità di entrare non visti in un mondo che si rivela e si nasconde di continuo, poco a poco, in cui esperienza e ricordo si avvicendano tenuti insieme dalla fedeltà al colore brillante e saturo. Questa tensione al colore, così presente nella sua pittura anche quando, come nelle mappature, tutto sembra muoversi verso l’essenzialità del bianco o del nero, è una tensione che tira gli spazi su direttrici inconsuete.

Zanghi mette sempre in moto macchine spaziali complesse in cui superfici piane e prospettive in profondità si susseguono senza soluzione di continuità.

Alcune visioni dei sobborghi americani gli restano attaccate alla pelle come una sorta di paesaggio naturale, sono giocate proprio nell’alternarsi di piani impennati o di quinte trasversali o visioni invasive. La costruzione degli equilibri interni nella sua pittura non è mai un fatto banale o assodato. Non c’è quadro di Zanghi, da questo punto di vista, che non abbia aggiunto una conquista, piccola o grande che sia, alla riflessione sui criteri di composizione e di raccordo fra le parti nell’insieme. Lo testimoniano le carte che inondano il suo studio come una specie di flusso continuo che poi si ancora a tele, vernici, schiume, smalti, gomme, oli: un lavorio irriducibile e liquido che segna lo spazio stesso dell’allestimento della mostra.

Zanghi mette sempre in moto macchine spaziali complesse in cui superfici piane e prospettive in profondità si susseguono senza soluzione di continuità.

Alcune visioni dei sobborghi americani gli restano attaccate alla pelle come una sorta di paesaggio naturale, sono giocate proprio nell’alternarsi di piani impennati o di quinte trasversali o visioni invasive. La costruzione degli equilibri interni nella sua pittura non è mai un fatto banale o assodato. Non c’è quadro di Zanghi, da questo punto di vista, che non abbia aggiunto una conquista, piccola o grande che sia, alla riflessione sui criteri di composizione e di raccordo fra le parti nell’insieme. Lo testimoniano le carte che inondano il suo studio come una specie di flusso continuo che poi si ancora a tele, vernici, schiume, smalti, gomme, oli: un lavorio irriducibile e liquido che segna lo spazio stesso dell’allestimento della mostra.

OPERE

Blind Spot • William Marc Zanghi
a cura di Vito Chiaramonte

21 settembre • 29 novembre

 

Visite: martedì – venerdì 17/20; sabato 10/13

Lo Magno artecontemporanea
MODICA
Via Risorgimento 91/93

Main sponsor: Ghibli Solutions
Sponsors: Antica dolceria Bonajuto, Singola ristorante naturale

Situ Festival V edizione

SITU Festival V edizione – Modica 2024

Artisti in residenza: Patrícia Harsány, Dumitrita Razlog, Virginia Boncoraglio, Lisa Di Donato, Virginia Marchi e Letizia Guido, SANTA CECILIA & SEMIONAUTA, Pamela Velazquez. Un progetto di A.P.S. ZONA BLU
Patrocinato dal Comune di Modica e Banca Popolare di Ragusa Dal 30 agosto al 1 settembre 2024 Opening venerdí 30 agosto 2024 ore 17:00 – Sala Conferenze Palazzo Mercedari, Modica (RG) Modica, (RG)
Sedi: Palazzo Mercedari, Palazzo della Cultura, Ex Convento del Carmine, Biblioteca Comunale Salvatore Quasimodo, Chiesa di SS Nicolò e Erasmo.

L’Associazione di Promozione Sociale Zona Blu è lieta di annunciare la quinta edizione di SITU Festival, un evento volto ad accrescere il dialogo tra l’arte contemporanea e il patrimonio storico ed artistico del territorio siciliano, che prende forma nella prestigiosa cornice barocca di Modica dal 30 agosto al 1 settembre. Il festival è preceduto da un periodo di residenza che ha avuto inizio dal 19 agosto vedendo protagonisti gli artisti nazionali ed internazionali: Patrícia Harsány, Dumitrita Razlog, Virginia Boncoraglio, Lisa Di Donato, Virginia Marchi e Letizia Guido, SANTA CECILIA & SEMIONAUTA, Pamela Velazquez. Le opere realizzate sono esposte durante le tre giornate di festival diffuse nei vari edifici storici della città di Modica.

Il cuore di SITU Festival prevede che ad ogni artista o duo di artisti, selezionato tramite Open Call, verrà affidato uno studio di eccezione appartenente al patrimonio storico architettonico di Modica, nonché sede delle esposizioni al termine della residenza (dal 19 al 29 agosto), per creare un percorso espositivo itinerante, capace di abbracciare l’identità storica e peculiare del luogo in dialogo con le urgenze del panorama contemporaneo.

Le sedi selezionate sono Palazzo Mercedari, Palazzo della Cultura, Ex Convento del Carmine, Biblioteca Comunale Salvatore Quasimodo, Chiesa di SS Nicolò e Erasmo.
Lo Magno artecontemporanea ha prodotto una parte delle esposizioni artistiche
in mostra, supportando gli/le artistə i lavori site-specific.

Il contributo della galleria ha arricchito il percorso espositivo, offrendo un’esperienza immersiva e affascinante.

Il Festival si svolgerà dal 30 agosto al 1 settembre, ospiterà una mostra d’arte
contemporanea dislocata in più sedi espositive con le opere degli artisti in residenza e mostre collaterali quali: presso Palazzo Mercedari l’installazione scultorea di Sasha Vinci e la mostra 6+6 a cura dell’artist run space palermitano )( con le opere di Francesca Baglieri, Lorenzo D’Alba, Alberto Orilia, Doriana Bruccoleri, Roberto Orlando, Margherita Pedrotta, Rossella Poidomani, Arianna Modica, Antonio La Ferlita, Nanni Licitra; presso la Biblioteca Comunale Salvatore Quasimodo l’intervento di Nicola Tineo; e infine, parallelamente, presso i sotterranei di Palazzo Mercedari sarà presente l’esposizione del duo Tamara Marino e Simon Troger. Il calendario dei tre giorni di festival si arricchisce di talk e tavole rotonde con ospiti d’eccezione provenienti dal mondo dell’arte e realtà di impatto sociale del territorio siciliano quali: Loredana Longo, Irene Biolchini, Sasha Vinci, Gianluca Collica della galleria Collica&Partners, Francesco Lucifora di C.o.C.A Center of Contemporary Arts, Makramè A.P.S. con il progetto Bosco Colto, e Modicaltra. Il festival prosegue con la proiezione del film Il popolo delle donne di Yuri Ancarani, laboratori di arte terapia ed eventi notturni di live performance ed esplorazioni musicali per riattivare il contesto identitario del territorio con
proposte socio-culturali innovative, che vedono come protagonisti Olexandr Stoliarov, Midile, Salvo Leonardo, TRDE, Marco Buscema, Terra Matta, Riad Sound, Coolor fruibile gratuitamente.

SITU Festival utilizza pratiche creative interdisciplinari pensate ad hoc per il territorio, capaci di coinvolgere diverse tipologie di pubblici per innescare una rigenerazione territoriale a partire dall’esperienza dell’arte. Il festival intende dialogare con il tessuto sociale e le diverse realtà del territorio per stimolare meccanismi e dinamiche collaborative tra gli artisti, gli operatori culturali, i partecipanti e la comunità del territorio modicano. L’obiettivo è quello di
sperimentare e diffondere pratiche culturali inclusive e aggregative per le comunità residenti e non, attraverso una rivalutazione e una riscoperta dei luoghi della quotidianità, dove la cultura sia al centro delle attività del Festival.
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ZONA BLU
Zona Blu è un’associazione culturale fondata nel febbraio 2020 da Nicola Tineo e Viola Lo Monaco, con una missione unica: promuovere il benessere individuale e collettivo attraverso l’arte e la creatività. Vogliamo trasformare luoghi e attitudini attraverso l’esperienza artistica, creando spazi dove la qualità della vita è al centro. Le nostre “zone blu” sono più di semplici spazi; sono oasi di creatività e benessere, ispirate ai luoghi del mondo dove l’aspettativa e la qualità di vita sono tra le più alte. A Zona Blu, rendiamo l’arte accessibile a tutt*, rompendo gli schemi elitari e utilizzando l’arte-terapia per supportare il benessere psicofisico. Attraverso mostre, residenze artistiche e laboratori, stimoliamo la sperimentazione creativa e la condivisione sociale. Ci focalizziamo sulle comunità emarginate e periferiche, proponendo attività culturali e ricreative che favoriscono l’inclusione sociale, la valorizzazione del territorio e la crescita personale.
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Informazioni
L’evento è gratuito senza limitazione di posti.

Apertura spazi espositivi
Venerdì 30 agosto: 19.00 – 21.00
Sabato 31 agosto: 10.00 – 21.00
Domenica 1 settembre 10.00 – 21.00
Contatti
zonabluassociazione@gmail.com
situproject@gmail.com
IG: @zonablu_
IG: @situfestival

Tamara Marino e Simon Troger
Fall Out
Palazzo Mercedari_Situ Festival 2024

PROGRAMMA
Venerdì 30 agosto
Palazzo Mercedari
*17:00
TALK 1: Presentazione SITU Festival 5ª edizione, degli artisti in residenza e dei progetti espositivi
Tema tavola rotonda: dialogo a più voci tra realtà emergenti, artisti affermati e spazi culturali e di ricerca sul
territorio siciliano Ospiti: Collettivo Parentesi Tonde, l’artista Loredana Longo e la curatrice Irene Biolchini,
Francesco Lucifora di C.o.C.A. Project.

*19:00 Performance degli artisti in residenza Santa Cecilia&Semionauta

*20:00 Visita guidata della mostra diffusa con le curatrici e gli artisti in residenza

Ex Convento del Carmine e Scuderie:
Line up Main Stage
dalle 21:00 alle 02:00
Terra Matta
TRDE
Coolor
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Sabato 31 agosto
Palazzo Mercedari
*17.00
TALK 2: Arte e mecenatismo in relazione al territorio siciliano
Ospiti: l’artista Sasha Vinci presenta il progetto “Site-Specific” insieme al gallerista Gianluca Collica
della galleria Collica& Partners

*19.00 Visita guidata della mostra diffusa con le curatrici e gli artisti in residenza

Ex Convento del Carmine:
Line up Main Stage
dalle 21:00 alle 03:00
Riad Sound
Smegma Bovary Band
Marco Buscema
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Domenica 1 settembre
Palazzo Mercedari
*17.00 – TALK 3: Arte, ambiente e sostenibilità attraverso la riappropriazione e valorizzazione territoriale
Ospiti: Makramè Aps presenta il progetto Bosco Colto, Modicaltra, Salmastra A.p.s

*19.00 Visita guidata della mostra diffusa con le curatrici e gli artisti in residenza

Chiesa SS Nicolò ed Erasmo
*20.00 Proiezione “Il popolo delle donne” di Yuri Ancarani

Ex Convento del Carmine:
dalle 21:00 alle 02:00
*21:00 Sound Performance di Olexandr Stoliarov
Midile + Salvo Leonardo Live

Situ Festival Vedizione
Lab Lo Magno
Situ Festival 2024
Palazzo Moncada
Nicola Tineo per Situ Festival 2024
Palazzo Moncada
Sasha Vinci per Situ festival 2024
Palazzo Mercedari
Virginia Boncoraglio per Situ Festival 2024
Piazza Rizzone Modica
“6+6”artist run space palermitano )(
per Situ festival 2024
Palazzo Mercedari
Nicola Tineo per Situ Festival 2024
Palazzo Moncada
Infestazione
Virginia Marchi e Maria Letizia Guido
Situ Festival 2024
Palazzo Mercedari

QUI SUD EST

QUI SUD EST

1ST EDITION

“Qui Sud Est”: la prima edizione di un viaggio artistico contemporaneo nel Sud Est siciliano. Dal 23 agosto a Scicli, tra il barocco patrimonio dell’Umanità

SCICLI (RG) – Un nuovo capitolo nel panorama artistico siciliano per un viaggio multisensoriale che è anche identitario. Si apre il prossimo 23 agosto alle ore 20, nella barocca Scicli l’evento “Qui Sud Est”, la collettiva d’arte, curata da Giuseppe Lo Magno e Gianluca Collica, con l’obiettivo di esplorare e raccontare la realtà del sud-est della Sicilia attraverso le voci uniche di dodici artisti. Un viaggio tra le espressioni artistiche frutto della collaborazione tra le gallerie Lo Magno di Modica e Collica di Catania e lo spazio forografico Gianni Mania.

L’inaugurazione si terrà contemporaneamente in due location iconiche di Scicli: i Bassi Beneventano, situati presso il Palazzo Beneventano (Piazza Angelo Ficili, 1), e lo Spazio Fotografico Gianni Mania ( Corso Mazzini, 10). Questa doppia apertura vuole celebrare non solo l’arte esposta ma anche la bellezza storica e architettonica dei luoghi che la ospitano.

I Bassi Beneventano, sede anche della stamperia d’arte Amenta, rappresentano un esempio straordinario di architettura barocca e sono già seconda sede della galleria Lo Magno.

Questo spazio, ricco di storia, ospiterà una parte significativa delle opere in mostra. Dall’altro lato, lo Spazio Fotografico Gianni Mania, recentemente rinnovato, diventa il palcoscenico ideale per un dialogo tra fotografia e altre espressioni artistiche contemporanee.

Protagonisti della mostra sono vari artisti di rilievo come Francesco Balsamo, Federico Baronello, Barbara Cammarata, Ignazio Cusimano Schifano, Emanuele Giuffrida, Francesco Lauretta, Gianni Mania, Carmelo Nicosia, Rossana Taormina, Sasha Vinci, William Marc Zanghi, e Zoe Zizola.

Questi artisti, legati alle gallerie coinvolte nel progetto, presenteranno opere che spaziano dalla pittura alla fotografia, fino alle installazioni, creando un ricco mosaico di linguaggi e visioni.
Un elemento distintivo di questa prima edizione è la presenza di una sezione speciale dedicata ai bozzetti e ai lavori preparatori di Abusi Studio, lo studio multidisciplinare che esplora il rapporto tra uomo e spazio attraverso pratiche innovative come il riciclaggio e l’economia circolare.

“Qui Sud Est” è una mostra senza confini in quanto non impone limiti tematici o dimensionali, lasciando che ogni artista esprima liberamente la propria esperienza di vita e lavoro in questa affascinante parte di Sicilia. Come sottolinea Giuseppe Lo Magno, “l’idea mostra nasce dalla riflessione sulla personale esperienza di rete sociale che tutti i giorni vivo, oggi più che mai fondamento per il lavoro di galleria, ma che nel frattempo ne oltrepassa i confini rimandando a valori di amicizia e rispetto che intercorrono tra gli artisti e i galleristi del territorio. Rapporti nel tempo diventati, indipendentemente da accordi di tipo lavorativo, parte di un’unica più ampia realtà: Qui Sud Est”. Gianluca Collica aggiunge che questo evento è un esempio di progettazione condivisa: “In questi ultimi anni diviene sempre più forte la volontà di costruire insieme e questa mostra è un esempio di progettazione condivisa tra artisti e galleristi del sud est della Sicilia. L’invisibilità di contesti periferici come quello siciliano, può essere superata solo camminando gli uni accanto all’altro condividendo un obiettivo: lavorare insieme e dare evidenza alla qualità che esprimiamo”.

La mostra sarà aperta al pubblico fino al 19 ottobre 2024.

Gli orari di apertura, sono dal martedì al sabato, dalle 18:00 alle 23:00 fino al 31 agosto, e dalle 17:00 alle 21:00 nei mesi di settembre e ottobre. Per ulteriori informazioni, è possibile visitare il sito web www.lomagnoartecontemporanea.it o contattare direttamente la galleria via email all’indirizzo info@lomagnoartecontemporanea.it.

“Qui Sud Est” si pone come un appuntamento annuale dedicato all’arte e alla cultura, un evento che mira a diventare un punto di riferimento per l’intera isola, promuovendo la creatività e la collaborazione tra artisti e comunità locali.

Grazie per il supporto a Ghibli Solutions

Michelangelo Barbagallo

Ufficio stampa Medialive

QUI

SUD

EST

 

a cura di Giuseppe Lo Magno e Gianluca Collica

 

 

OPENING

23 agosto 2024

ore 20.00

 

XX BASSI BENEVENTANO

P.zza A. Ficili 1, Scicli

+

SPAZIO FOTOGRAFICO GIANNI MANIA

C.so Mazzini, 10, Scicli

Fino al 19 ottobre 2024

 

Visite dal martedì al sabato 18.00/23.00

 

 

Info

www.lomagnoartecontemporanea.it

info@lomagnoartecontemporanea.it

tel +39 3396176251

wa +39 0932763165

Omaggio a Piero Guccione

OMAGGIO A PIERO GUCCIONE

Pastelli e Opere grafiche tra la Sicilia e la Capitale

 

Scicli  – In occasione dell’anniversario di nascita del Maestro Piero Guccione (05/05/1935 – 06/10/2018), si inaugura a Scicli la mostra “Omaggio a Piero Guccione. Pastelli e opere grafiche tra la Capitale e la Sicilia” a cura di Lo Magno artecontemporanea e Stamperia d’arte Amenta. In collaborazione con Archivio Piero Guccione.

Una selezione di dodici opere uniche e nove grafiche esposte a Scicli negli spazi “Bassi Beneventano”, nuovo contenitore d’arte in uno dei più bei palazzi storici della cittadina che diede i natali a Piero Guccione. 

Un racconto retrospettivo che ci mostra opere dagli anni della Pop Art Italiana, vissuti da Guccione a Roma, fino a quelle realizzate in omaggio ai più grandi capolavori della storia dell’arte.

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Omaggio a Piero Guccione

a cura di Lo Magno artecontemporanea e Stamperia d’Arte Amenta

in collaborazione con  Archivio Piero Guccione.

Visite fino al 5 Giugno 2024

Orari di apertura: dal martedì al sabato dalle 10/13 e 16/20.

P.zza Ficili 1, Scicli (RG)

+39 3396176251 / +39 3515650994

www.lomagnoartecontemporanea.it

english version

TRIBUTE TO PIERO GUCCIONE

Pastels and Multiples Artwork between Sicily and Rome

 

Scicli  – On the occasion of the birth anniversary of Maestro Piero Guccione (05/05/1935 – 06/10/2018), the exhibition “Homage to Piero Guccione” was inaugurated in Scicli on 5 May. Pastels and graphic works between the capital and Sicily” curated by Lo Magno artecontemporanea and Stamperia d’arte Amenta. In collaboration with Archivio Piero Guccione.

A selection of twelve unique works and nine multiples exhibited in Scicli in the “Bassi Beneventano” spaces, a new art centre in one of the most beautiful historic palace in the town that was the birthplace of Piero Guccione.

A retrospective story that shows us works from the years of Italian Pop Art, experienced by Guccione in Rome, up to those created in homage to the greatest masterpieces in the history of art.

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Tribute to Piero Guccione

curated by Lo Magno artecontemporanea and Stamperia d’Arte Amenta

in collaboration with  Archivio Piero Guccione.

Visit until 5 June 2024

Opening hours: Tuesday to Saturday from 10am to 13 pm and 16/20 pm

P.zza Ficili 1, Scicli (RG)

+39 3396176251 / +39 3515650994

www.lomagnoartecontemporanea.it

Opere uniche

Opere uniche

Opere grafiche

Installation View Photo Credit Edgardo Michele Cerruto

NIENTE DA VEDERE

“Niente da Vedere”: a Palazzo Beneventano a Scicli Lo Magno artecontemporanea inaugura un nuovo viaggio artistico tra storia e contemporaneità

 

SCICLI – Venerdì 8 marzo i bassi del maestoso Palazzo Beneventano di Scicli apriranno le porte a un’affascinante esposizione che, come un ponte tra passato e presente, intesserà un dialogo tra diverse epoche e lo farà sul filo conduttore dell’arte contemporanea.

A cura di Lo Magno artecontemporanea, la mostra “Niente da vedere” si inserisce nella complessa identità di questo storico edificio riconosciuto patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, un luogo unico e suggestivo che, fuso di stili ed epoche, testimonia la ricchezza della sua storia.

Fucina di bellezza e arte, denso di meraviglie da osservare e vivere, il titolo “Niente da vedere” vuole proprio essere un’ironica dichiarazione sulle molteplici sfaccettature di questo luogo, una dichiarazione che si svela nel connubio tra il racconto che di sé fa il progetto artistico “Bassi Beneventano” e l’arte contemporanea esposta e che porta la firma degli artisti

 

Simphiwe Buthelezi

Andrea Cerruto

Giuseppe Colombo

Ignazio Cusimano Schifano

Emanuele Giuffrida

Giovanni Iudice

Rossana Taormina

Ivan Terranova

Samantha Torrisi

Giovanni Viola

William Marc Zanghi

 

Gli stessi saranno anche i protagonisti dei progetti “Lo Magno artecontemporanea” che, nel biennio ’24-’25 , con le loro opere contribuiranno a creare un affascinante “trailer” di risorse e collaborazioni della galleria.

Quello proposto durante la mostra sarà un viaggio artistico che inizierà con uno scenario visivo unico, l’esterno del prestigioso edificio che affascina con i suoi esterni tardo barocchi, mascheroni, teste di saraceni e decorazioni sontuose. Il viaggio proseguirà internamente, attraverso i soffitti che rivelano affreschi che narrano il periodo fascista, quando i bassi del palazzo divennero il cuore amministrativo della città di Scicli. Sarà poi la bellezza delle opere presentate l’anello di congiunzione che, fuori dagli schemi, darà senso al tempo. Ognuno degli undici artisti in mostra porterà il proprio linguaggio artistico e la propria visione unica. Pitture e tessuti lavorati e ricamati, installazioni fotografiche e manufatti realizzati con materiali provenienti da terre lontane, saranno tutti tasselli di una narrazione visiva che attraverso l’opera presentata si fonderà armoniosamente con la storia di Palazzo Beneventano che da quasi un anno ospita ____ il progetto artistico “Bassi Beneventano” nato dall’unione di intenti tra la galleria d’arte Lo Magno e la stamperia d’arte Amenta. “Niente da vedere” è apparenza e sostanza; è forma e colore; è passato e presente; è stasi e movimento. Celebra l’estetica contemporanea ma sottolinea l’importanza di preservare e valorizzare il patrimonio storico e architettonico dei luoghi che sono memoria e cuore di una città. È una vetrina per gli artisti, ma anche un’occasione per esplorare la bellezza intramontabile di un luogo che custodisce gelosamente infiniti significati e continua a ispirare e a raccontare la sua storia anche attraverso l’arte contemporanea.
Apertura venerdì 8 marzo alle ore 19.00. L’esposizione è ospitata presso Bassi Beneventano a Scicli (Rg), in Piazzetta Ficili,1 e sarà visitabile fino a domenica 14 aprile 2024, dal lunedì al sabato 10/13 e 16/20.

 

Sponsor Ghibli Solutions

 

Si ringraziano Marina Mottin e la SMAC Gallery di Cape Town per il prezioso apporto

 

ufficio stampa

Michele Barbagallo per MediaLive

english version

“NOTHING TO SEE”: at Palazzo Beneventano in Scicli Lo Magno artecontemporanea inaugurates a new artistic journey between history and contemporaneity

 

SCICLI – On Friday 8 March the roots of the majestic Palazzo Beneventano in Scicli will open the doors to a fascinating exhibition which, like a bridge between past and present, will weave a dialogue between different ages using the beauty of contemporary art.

Curated by Lo Magno artecontemporanea, the exhibition “NOTHING TO SEE” is part of the complex identity of this historic building recognized as a World Heritage Site by UNESCO, a unique and evocative place. The mix of styles and ages testifies to the richness of its history.

Hotspot of beauty and art, full of wonders to observe and to experience, the title “NOTHING TO SEE” is intended to be an ironic declaration on the many facets of this place.

There are eleven artists involved and they will be the protagonists of the Lo Magno artecontemporanea’s projects in the next two years:

 

Simphiwe Buthelezi

Andrea Cerruto

Giuseppe Colombo

Ignazio Cusimano Schifano

Emanuele Giuffrida

Giovanni Iudice

Rossana Taormina

Ivan Terranova

Samantha Torrisi

Giovanni Viola

William Marc Zanghi

 

The exhibition will be an artistic journey that will begin with a unique visual scenario: the exterior of the prestigious building that fascinates with its late Baroque facate, masks, Saracen heads and sumptuous decorations.

The journey will continue internally, through the ceilings that reveal frescoes that narrate the fascist period, when the roots of the building became the administrative heart of the city of Scicli.

A the end the beauty of the contemporary works presented will give meaning to time.

Each of the eleven artists on display will bring their own artistic language and a unique vision.

Paintings and embroidered fabrics, photographic installations and artefacts made with materials from distant lands. All works will be pieces of a visual narrative will blend harmoniously with the history of Palazzo Beneventano.

The Palace hosted the artistic project “Bassi Beneventano” for almost an year. Bassi Benevantano born from the union of intent between the Lo Magno gallery and the Amenta art printing. “NIENTE DA VEDERE” is both appearance and substance; shape and color; past and present; stasis and movement.

It celebrates contemporary aesthetics but underlines the importance of preserving and enhancing the historical and architectural heritage of the places that are the memory and heart of a city.

It is a showcase for artists, but also an opportunity to explore the timeless beauty of a place that jealously guards infinite meanings and continues to inspire and tell its story through contemporary art.

Opening: Friday 8 March at 7.00 pm.

The exhibition can be visited until Sunday 14 April 2024 (Monday-Saturday 10a.m./13p.m, – 16/20 p.m)and is hosted at Bassi Beneventano in Scicli (Rg), in Piazzetta Ficili,1.

Sponsor Ghibli Solutions

 

Thanks to Marina Mottin and the SMAC gallery of Cape Town for their precious contribution

Press office

Michele Barbagallo per MediaLive

AFTER THE HUMAN COLONIALISM

Samantha Torrisi, Untitled, 2023, olio su tela, 40x40 cm

 

 

 

 

 

 

 

Ivan Terranova, Frame da video-installazione Fabula

AFTER THE HUMAN COLONIALISM

SAMANTHA TORRISI – IVAN TERRANOVA

 

a cura di Valeria D’Amico e Giuseppe Lo Magno

30/12/2023 – 29/02/2024

 

Le ricerche di Samantha Torrisi ed Ivan Terrannova sembrano incontrarsi a dialogare più volte in diversi luoghi (aspetti) e in diversi nonluoghi (Marc Augé). La zona d’interesse più esplicita in questo progetto è l’insieme di istanti che ambedue dedicano, ognuno con propria sintesi, alla cura del proprio sguardo verso un concetto di rapporto con la natura intimo e delicato, che si scontra con una realtà tangibile fatta spesso di abuso e cannibalizzazione di questa.

L’antropizzazione del territorio è sempre più evidente, così come lo è il limite del ragionamento del sistema socioeconomico e culturale che prova a trovare soluzioni concrete strumentalizzando spesso teorie ecologiste e di sostenibilità, aggiustamenti marginali in una materia che, se non gestita da un punto di vista altĕro, finisce sempre per rientrare nella stessa logica di partenza, ottenendo risultati parziali ed incompleti.

Interessante al riguardo l’intervento del filosofo Roberto Mancini in un convegno di quest’anno: «Voi sentite sempre queste tre parole: sostenibilità, innovazione, inclusione. Sono parole che mentono perchè sono come delle pezze che il sistema attuale ci offre per dire che si aggiusteranno le contraddizioni».

Sembrerebbe quindi essenziale mettere in discussione il nostro sistema sociale, la nostra cultura, i fondamenti del nostro stare al mondo. Non si tratta di fare qualche aggiustamento ma di provocare una conversione di base del comportamento sociale. Continua Mancini: «serve la generazione di un altro modo di stare al mondo, una nuova nascita.». (*1)

After the Human Colonialism coinvolge i giovani della classe 4L indirizzo grafico del Liceo Leonardo di Brescia che, prendendosi cura del progetto grafico della mostra, hanno avvalorato il lavoro della galleria e scardinato principi estetici usuali. L’esposizione vuole dare spazio ad un’idea semplice: amore per la natura. Motto universale che in questo periodo storico ci chiede un’inversione nella banalizzazione del concetto: un rientro al valore semplice. Prendersi cura del modo in cui stare al mondo.

A tal proposito “Leonardo Caffo” filosofo e scrittore in un interessantissimo articolo per Exibart sostiene che “l’ambientalismo oggi è lo specchio inverso del problema che tenta di risolvere: se da un lato si è distrutto perché ci si è sentiti troppo importanti, dall’altro si vuole salvare tutto proprio perché è a rischio la nostra importanza. È per questo che il compito dell’ecologia fallisce: tende a caricare di antropocentrismo tutto, anche il suo presunto opposto”. (*2)

Ed è proprio il termine specchio che trova un posto essenziale nella traduzione del lavoro di Samantha Torrisi.

Come ben sintetizza Mario Gerosa: «Il mondo rappresentato nei quadri, che vivono come dietro lo

specchio, in una dimensione propria, dove tutte le leggi fisiche sono sovvertite». (*3)

I paesaggi trasfigurano i propri confini in un movimento che a volte evoca le tecniche usate da Gerhard Richter e altre sembra attingere da una ripresa di Michelangelo Antonioni nella pellicola Blow-Up. L’artista, legata alla origini del suo percorso alla grammatica cinematografica, ancora oggi non ne nasconde il riverbero: l’indefinito dell’effetto video evocato dall’evanescenza delle ambientazioni, dal filtro estetico che crea tra l’immagine (reale o irreale) di riferimento e chi la guarda. Un percorso del quale oggi si apprezza il pieno possesso di un incisiva dinamicità e una padronanza simbolica.

Il tema del bosco affrontato in questo progetto fa parte della più recente produzione dell’artista. L’archetipo della selva fugge dai parametri di una riproduzione ovvia e diventa strumento per affrontare la trascendenza contemplativa a cui naturalmente tendiamo. Sovente nel bosco di Samantha, si possono incontrare segni-simbolo che, in una sorta di tacito “Grido dei Popoli”, ricordano in maniera poetica e femminile la grettezza dell’antropizzazione dei luoghi incantati da lei descritti: macchie o segni grafici (Dove Finisce l’Erba, 2022, olio su tela, 120×100), disturbi visivi che suggeriscono una presenza umana che turba la perfezione e gli equilibri della natura, strade e fili della corrente che diventano linee grafiche solo accennate (Untitled, 2023, olio su tela, 40x40cm).

Una narrativa votata ad un fine a perdita d’occhio dove le opere oltrepassano i propri perimetri divenendo infiniti spazi di storia osservabili da dietro uno specchio, da dove ci è consentito solo fermarci per la contemplazione.

I motivi per cui prendersi cura del discorso antropocentrico sono diversi e alimentano la riflessione, la produzione e l’azione, in un ecosistema corale nel quale arte, filosofia, moda ed interi sistemi socioeconomici fanno i conti con una necessaria inversione di rotta: una mitigazione tra obiettivi economici e risultati eco-sostenibili.

Nel frattempo si approda a nuove patologie come l’eco-ansia o disturbi depressivi da accelerazione del tempo che, percepito spesso come una mancanza, entra in conflitto con la funzionalità richiesta all’uomo dall’apparato sociale. Ed è proprio questa una delle carenze che allontana dal sereno rapporto con la natura: la mancanza di capacità di contemplazione e di partecipazione al naturale flusso delle cose per inseguire, invece, ritmi frenetici e discordanti.

Chi sopravvive è testimone della banalità del male. Ivan Terranova attraverso “Fabula”, in maniera profonda ed esplicita, ci conduce in un viaggio verso le origini, verso un incontro primordiale tra l’essere umano contemporaneo e la Natura.

Il progetto nasce da letture e ricerche scientifiche sulla scomparsa del lupo siciliano (Canis Lupus Cristaldii), il cui ultimo esemplare è stato abbattuto circa cento anni fa.

Una scomparsa determinante tanto per gli equilibri eco-sistemici, quanto per la perdita di un patrimonio storico/culturale. Il lupo, figura di rilievo negli epiloghi di molte fiabe destinate all’occidente, madre nella tradizione mitologica romana, lupa insaziabile nella novella di Giovanni Verga, compagna di vita per la giovane Mononoke nella pellicola di Hayao Miyazaki, è ancora oggi considerato il simbolo di un’anima selvaggia, di uno status vincente, di forza incondizionata.

Racconta l’artista: «da ragazzino avevo un poster con un lupo e sotto una frase di Henry David Thoreau, “In the wild is the preservation of the world”, un concetto importante che ho riscoperto insieme a tutti gli autori del proto-ambientalismo americano».

Così inizia una ricerca video-fotografica sulla presenza o assenza della specie del lupo e sulle relazioni e interazioni tra natura e cultura, tra il mondo animale che in maniera istintiva aderisce alla vita e il mondo razionale dell’uomo che sceglie di modularla a seconda delle proprie esigenze.

Dopo una serie di escursioni e lunghi tracciamenti, l’artista sceglie diverse aree dell’Appennino siciliano dove posiziona delle foto-trappole (strumenti usati dai cacciatori e dai biologici per mappare le specie). Gli strumenti hanno ripreso immagini meccaniche per più di un anno.

Quello che il lavoro di ricerca ha restituito sono immagini e video di una dimensione notturna non ancora interamente domata, un tempo ancestrale, una cine-isola che ci proietta in luoghi utopicamente condivisi da tutta la comunità dei viventi, uomini e animali.

Una video-installazione che evoca concetti archetipici e che rompe istantaneamente la sensazione di cecità contemporanea con un gioco di sguardi che si innesca da dietro a oltre lo schermo. Monitor a tubo catodico e proiezioni riproducono una serie di momenti di vita dei tantissimi animali che abitano questi luoghi.

 

Art. 9 Principi fondamentali – Costituzione della Repubblica italiana

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.

La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

L’ultimo comma è stato aggiunto grazie alle modifiche apportate dalla legge costituzionale dell’11 febbraio 2022, n.1.

 

Samantha Torrisi e Ivan Terranova estetizzano una parte della loro Sicilia con amore smisurato.

Tipico per chi fa arte da queste parti. Il discorso sul territorio è quasi un rito. Una verticalità che tiene salde le radici e genera una spinta verso il cielo.

After the Human Colonialism non vuole fare denuncia ma proporre piccoli “tips” per una riflessione sull’antropocentrismo ma soprattutto creare una rappresentazione energica di quello che i giovani del nostro territorio producono anche come reazione al contesto socio-culturale e ambientale.

 

(*1) Roberto Mancini: “Quanta fretta ma dove corri? Incontro con il filosofo Roberto Mancini”. Icaro Tv. Youtube

(*2) Leonardo Caffo: "A chi importa se il mondo brucia". Exhibart 121-settembre-ottobre 2023

(*3) Mario Gerosa: "Gli specchi di nebbia di Samantha Torrisi". AD Italia-31 ottobre 2019

 

▶▶ About Samantha Torrisi

▶▶ About Ivan Terranova

 

 

Parte 2

LEGAMBIENTE

L’estate 2023 ha segnato in modo particolare tutto il territorio nazionale: violenti nubifragi al nord della penisola; alluvioni nelle Marche e in Emilia Romagna; endofagia dei campi e delle zone boschive in Sicilia a causa degli incendi.

Legambiente Sicilia, oggi l’associazione ambientalista più diffusa sul nostro territorio, ispirata ai grandi valori di tutela e valorizzazione della natura, promuove ideali di democrazia e di lotta pacifica, coordina campagne di analisi, denuncia e informazione che costantemente fotografano lo stato di salute del nostro territorio con un programma di azioni contro i mutamenti climatici e a favore del risparmio energetico e delle fonti alternative e rinnovabili.

L’associazione accompagna il progetto Lo Magno artecontemporanea mettendo in luce i punti focali del loro lavoro sul campo, fornendo approfondimenti sull’attività odierna e attiva degli addetti di settore sulla base di elaborati sia documentali che di analisi dello specifico contesto regionale.

È il presidente del Circolo Legambiente di Modica – Giorgio Cavallo – che ci mette al corrente dell’attuale impegno riguardo l’emergenza incendi.

L’iniziativa di cui prendiamo nota qui è “Sicilia messa a fuoco”, campagna di sensibilizzazione e azione per fermare gli incendi in Sicilia.

Di seguito le proposte, indirizzate innanzitutto alle istituzioni regionali, per richiedere alcune misure urgenti per contrastare alcuni comportamenti che sono alla base di numerosi incendi nelle aree rurali.

In sintesi alcuni punti:

– Campagne di sensibilizzazione sul tema della conservazione della biodiversità.

– Attività di formazione per amministratori, tecnici e operatori per una riqualificazione dei diversi settori interessati.

– Rendere obbligatoria la redazione dei piani di gestione forestale sostenibile, sia come condizione per l’utilizzo della manodopera che per l’accesso ai fondi pubblici, avviando l’elaborazione di una strategia forestale mai definita nella nostra Regione.

– Aumentare il controllo del territorio, anche con funzione deterrente mediante l’uso di forze armate nelle situazioni più critiche e nei periodi a più alta pericolosità (allerte incendi).

– Potenziare l’attività di commissariamento avviata dalla Regione nei confronti dei Comuni inadempienti alla redazione del catasto degli incendi ed avviare ispezioni per verificare se negli anni i terreni distrutti dal fuoco siano stati utilizzati per percepire contributi comunitari nel settore zootecnico e forestale o se aree percorse dal fuoco con formazioni vegetali diverse dal bosco siano state, negli anni successivi, oggetto di trasformazioni agrarie o edilizie.

– Potenziare le attività di manutenzione dello spazio rurale e attuare una gestione forestale sostenibile, quali indispensabili azione di prevenzione antincendio

– Introdurre il divieto tutto l’anno dell’uso del fuoco in pieno campo a partire dalle stoppie e dagli incolti, pratica arcaica e ambientalmente dannosa a prescindere dal rischio incendi.

– Estendere il divieto di pascolo e caccia per 10 anni su tutte le aree con vegetazione naturale e agraria percorse dal fuoco mentre attualmente il divieto riguarda solo i boschi. Estendere il divieto di caccia per 10 anni su tutte le aree percorse dal fuoco mentre attualmente il divieto riguarda per legge solo i boschi.

– Aumentare il controllo sociale su questo fenomeno, rendendo pubblici i dati, coinvolgendo i cittadini nella mappatura e nel monitoraggio.

– Prevedere la nomina obbligatoria in ogni Comune di un responsabile analogamente a quanto previsto per il contrasto all’abusivismo edilizio con sanzioni per le inadempienze a carico dei funzionari e delle amministrazioni.

Iniziative a livello nazionale:

– L’inasprimento delle sanzioni penali e il potenziamento degli strumenti per il perseguimento dei

reati connessi con gli incendi;

– Potenziare in Sicilia la presenza dei Carabinieri Forestali e quella dei Vigili del Fuoco;

– Affidare la gestione dei mezzi aerei per lo spegnimento solo allo Stato, al fine di scongiurare

interessi privati non leciti in questo settore.

Si aggiunge infine: La gestione degli incendi riguarda anche la ricostituzione post-incendio. Le

soluzioni devono basarsi sulla conoscenza scientifica e sulla comprensione delle dinamiche

ecologiche del bosco e degli ambienti naturali.

Si ringraziano: Legambiente Sicilia; il Liceo Leonardo di Brescia e i ragazzi della 4L: Filippo Augelli, Greta Bertocchi, Asia Bonomi, Davide Botti, Abigail Dalisay, Lisa Foti, Alessandra Ivanyuk, Maccabelli Luca, Angelica Marci, Rey Nicoli.

 

Valeria D'Amico

LO MAGNO artecontemporanea

MODICA via Risorgimento 91-93

www.lomagnoartecontemporanea.it | +390932763165

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SCICLI Palazzo Beneventano Piazzetta Ficili 1 | +393396176251

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@ # bassibeneventano

Piero Guccione. Dolore e Meraviglia

ARTE: sull’Etna, a Linguaglossa, in mostra “Piero Guccione. Dolore e meraviglia”.

Lo sguardo del più leopardiano fra gli artisti del Novecento sulla Natura e gli infiniti della Sicilia

 

Linguaglossa (CT), 09 dicembre 2023 – Dal 10 dicembre e fino al 31 marzo 2024 il Museo Regionale Francesco Messina – Salvatore Incorpora di Linguaglossa ospita la mostra “Piero Guccione. Dolore e meraviglia”.

Si inaugura sabato 9 dicembre alle ore 11.30.

Un progetto della Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Catania, guidata dall’architetto Donatella Aprile, dal titolo “SGUARDI – PAROLE – SUONI per un MUSEO CONDIVISO e Laboratorio per il cambiamento” concepito per promuovere e valorizzare quello che è attualmente l’unico museo regionale dedicato all’Arte Contemporanea della Sicilia orientale.

Una iniziativa accolta, promossa e finanziata dall’Assessorato dei Beni Culturali – Dipartimento dei Beni Culturali della Regione Siciliana. La mostra è realizzata in collaborazione con l’Archivio Piero Guccione – di cui è presidente la figlia dell’artista, Paola, che sarà presenta all’inaugurazione – e con il Comune di Linguaglossa. L’allestimento è stato curato da Lo Magno artecontemporanea.

Ventisei le opere del maestro di Scicli esposte a Linguaglossa: si tratta di undici oli e tecniche miste e 15 pastelli, realizzati dal 1975 al 2008 e provenienti da collezioni private. Il titolo è ispirato ad una citazione di Aristotele che il pittore fa sua, come riflessione e denuncia, per ricordare come “il dolore e la meraviglia” siano alla base della Filosofia ma anche della Pittura.

Guccione è stato definito il più “leopardiano” fra gli artisti del Novecento per gli echi di solitudine e di infinito che evocano le sue opere – dove l’abisso del mare trascolora nell’immensità del cielo. Ea scorrere le opere di questa esposizione di Linguaglossa, tutto sembra accostarlo al poeta di Recanati, alla sua vibrante e commossa percezione della bellezza – e del dolore, quando questa meraviglie è violata dall’Uomo – del Creato. Che in Sicilia si declina in tenui azzurri di cieli e mari, nel giallo vivo di campi di grano e frondosi carrubi, nelle lune solitarie – anche qui – appese al margine di una tela, sospese tra la malinconia di un vespro e un misteriosa alba sulla spiaggia. Un paesaggio, quello che Guccione trasferisce sulla tela, cui non è estranea neanche l’Etna, la “muntagna”, che il maestro rievoca in un pastello su carta del 1995 con il suo cocuzzolo innevato e visibile, nel nitore di certe mattine invernali, anche a chilometri di distanza dall’altopiano della campagna iblea.

Completano la mostra una video intervista a cura di Vincenzo Cascone (maggio 2009) e una sezione documentale – a cura dell’Archivio Piero Guccione – con una toccante lettera autografa – dattiloscritta e piena di ritocchi e minuziose correzioni – di Gesualdo Bufalino indirizzata all’amico Piero, del quale era profondo estimatore. In una lettera del maggio 1995 – Bufalino sarebbe scomparso in un tragico incidente l’anno dopo – lo scrittore di Comiso dice: “Questo mi pare il senso della tua arte, che unisce insieme la pietà per un mondo offeso dall’uomo e una sete insaziabile d’innocenza”. Alla mostra – il cui progetto di allestimento è curato da Rocciamadre Architettura – è dedicato un catalogo, in lavorazione, con una raccolta di saggi antologici e un intervento del critico d’arte Anthony Molino che sarà presentato nelle prossime settimane.

Visite tutti i giorni, dalle 9.30 alle 18. Ingresso gratuito.

INFO: Comune di Linguaglossa tel. 095643677 e 376 0343472;

Soprintendenza BBCC Catania tel. 096 7472229.

 

Ufficio stampa

Carmela Grasso | info@melamedia.it |melagrasso@gmail.com | cell. 349 2684564

PIERO GUCCIONE_BIOGRAFIA

Piero Guccione nasce il 5 maggio 1935 a Scicli, piccola città della fascia sud-orientale della Sicilia, inprovincia di Ragusa. Dopo il diploma all’Istituto d’arte di Catania, nel 1954 si trasferisce a Roma, dovefrequenta i pittori neorealisti della Galleria Il Pincio a Piazza del Popolo. Il 23 aprile 1960 tiene la prima mostra personale alla Galleria Elmo di Roma, presentata dal critico d’arte Duilio Morosini. Dal 1961 al 1964 frequenta il gruppo “Il pro e il contro” formato anche dagli artisti Attardi, Gianquinto e Vespignani. Nel 1966 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia e diventa assistente di Guttuso all’Accademia di Belle Arti di Roma, in seguito titolare di cattedra fino al 1969. Alla fine degli anni Sessanta costruisce una casa estiva tra Punta Corvo e Baia di Sampieri, lembo estremo della Sicilia Orientale, dove i suoi soggiorni si fanno sempre più frequenti e prolungati. Nel 1971 la città di Ferrara gli dedica la prima antologica a Palazzo dei Diamanti e l’anno successivo espone nuovamente alla Biennale, dove torna anche nel 1978, 1982, 1988

e nel 2011. Nel 1973 Leonardo Sciascia, presentando una sua mostra a Palermo, utilizza il termine platitude per definire la sua cifra stilistica «come una fuga dalle sensazioni, e cioè dal tempo, per andare (e restare) oltre il tempo». Nel 1979 rientra in Sicilia, sull’altopiano modicano, dove trascorrerà il resto della vita e dove creerà i famosi mari assoluti, densi di una metafisica lirica, i suoi pastelli d’una illimitatezza neoleopardiana, i suoi poetici d’après. Diviene così, negli anni, il riferimento dei pittori del “Gruppo di Scicli”. Con la fine degli anni Settanta, arrivano le prime affermazioni personali all’estero, in particolare a Parigi e negli Stati Uniti. Nel 1985 il Metropolitan Museum of Art di New York presenta una sua antologica di grafica. Nel 1988 la Biennale di Venezia gli dedica nel Padiglione italiano una sala personale. Accademico di San Luca dal 1995, riceve il Premio Speciale per la Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel

1999 e la Medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica Italiana come benemerito dell’arte e della cultura nel 2004. Le sue opere sono nelle collezioni del Senato della Repubblica Italiana e al Metropolitan Museum di New York. Piero Guccione si spegne il 6 ottobre 2018, a ottantatré anni, nella sua amata casa- studio di Quartarella nella campagna modicana.

Estratto dal testo critico di Anthony Molino

 

“Se è vero che il dolore e la meraviglia – come vuole Aristotele – sono all’origine della filosofia, figuriamoci per la pittura.” Così diceva Piero Guccione, in una intervista del 1998, evidenziando ciò che per lui era l’antinomia per eccellenza che informava e permeava la sua opera pittorica. Pittore di spazi e luce il cui ricorso alla figurazione era spesso un pretesto per traslare la pittura verso i lidi della filosofia, i
cui quadri “vanno visti e poi letti” secondo il critico Domenico Porzio, l’arte di Guccione oscilla tra una tradizione visiva che parte da antenati illustri come Antonello da Messina per arrivare a sodalizi improbabili con artisti a lui contemporanei quali Ettore Spalletti e Valentino Vago, le cui ricerche ambivano parimenti a ciò che chiamerei un azzurro assoluto. Era, Guccione, un acrobata in tensione, la cui arte si alimentava, e si muoveva, non solo tra dolore e meraviglia – raccordo emozionale che attraversa tutta la sua opera – ma anche tra movimento e memoria, tra l’esatto e l’infinito. Di fronte ai suoi orizzonti, infatti, come non pensare
a L’Infinito di Leopardi, con cui il pittore condivide l’esperienza – e l’invito – di sondare quell’immensità dove il “pensier s’annega” e il naufragar è dolce? Orizzonti silenti dove dolore e meraviglia, oblio e stupore, convivono in una sinergia che la pittura di Guccione esalta in ogni suo minimo particolare, e che suggeriscono legami con altri poeti come l’Ungaretti de Il porto sepolto, o Il sentimento del tempo.
Nell’ambito del progetto “Sguardi, Parole e Suoni per un Museo Condiviso”, il Museo Regionale Francesco Messina-Salvatore Incorpora di Linguaglossa, in collaborazione con l’Archivio Piero Guccione e Lo Magno Artecontemporanea, è lieto di presentare questa mostra antologica dedicata ad un Maestro la cui pittura si configura come un vertice imprescindibile per l’arte europea del ‘900. Figura schiva, estranea alle avanguardie e alle operazioni che hanno gettato le basi di ciò che oggi chiamiamo “mercato” e “sistema” dell’arte, Guccione è rimasto fedele non soltanto alla sua “Sicilia” (Sicilia come topos, come mito oltreché terra e storia insanguinate) ma ad una idea controcorrente di pittura che lui stesso riassume così: Se dipingessi il mare come si dipinge il mare, se dipingessi il nero come si dipinge il nero, finirei col dipingere un quadro, mentre io vorrei che questa immagine fosse una pura emozione. Ed è la pura emozione, tra dolore e meraviglia, che questa mostra insegue e auspica di generare in chi si avvicina e vorrà approfondire l’opera di Piero Guccione.

Anthony Molino

Il Canto della Sera, 1995, pastello su carta
La Linea del Mare, 1997, olio su tela

ArtVerona 2023

ArtVerona 2023 | 13- 15 ottobre

Lo Magno artecontemporanea

Padiglione 12 stand 5

Ignazio Cusimano Schifano & Emanuele Giuffrida

 

 

MODICA- Lo Magno artecontemporanea presenterà una bipersonale degli artisti Ignazio Cusimano Schifano ed Emanuele Giuffrida alla 18^edizione di ArtVerona 2023, in programma a Veronafiere dal 13 al 15 ottobre, con preview riservata il 12 ottobre.

“Valorizzare e promuovere il sistema dell’arte italiano con rinnovate sinergie e risorse” con la direzione artistica di Stefano Raimondi, ArtVerona conferma la propria ineccepibile presenza all’interno dell’universo del contemporaneo con una selezione di 135 gallerie partecipanti e sei sezioni espositive oltre alle editorie e agli spazi no profit.

La galleria modicana, nota per l’indagine e la sperimentazione dei movimenti artistici del terriotorio siciliano, esporrà allo stand 5 del padiglione 12 – INNOVA, sezione dedicata all’approfondimento della ricerca sui linguaggi contemporanei.

A parete, in dialogo, ci saranno i lavori di due artisti, entrambi palermitani, che da tempo collaborano con la realtà Lo Magno: Ignazio Cusimano Schifano ed Emanuele Giuffrida

Emanuele Giuffrida | Reconaissence Patterns

“Hai presente il fenomeno della pareidolia? È un fenomeno subcosciente che crea l’illusione di similitudine tra un oggetto dalla forma a noi nota e uno dalla forma casuale. Ecco. Per me è un ossessione da sempre”

Emanuele Giuffrida (Gela, 1981), artista poetico ed introspettivo, si racconta attraverso un percorso tra le sue “illusioni subconscie”. Una pareidolia forzata, densa di significanti per la vita dell’artista, che, per rendere ancora più leggibile il processo creativo prende in prestito un termine dal suo più comune uso nel linguaggio scacchistico: “Reconaissence Patterns”: applicazione per schemi o modelli visivi

Gela anni ‘90: “Ricordo da bambino, nei telegiornali locali, immagini di sagome distese per terra coperte da un lenzuolo bianco, era quasi all’ordine del giorno. Persino attraverso il finestrino della fiat 500 di mio papà, la sera, di ritorno a casa, assistetti a una scena simile; Tant’è che a scuola elementare, illustrando un dettato della maestra sull’argomento mafia, disegnai due figure in moto col casco che sparavano ad un uomo già avvolto in un lenzuolo fluttuante”.

Esperienze infantili rielaborate, trovano una bizzarra analogia con immagini legate ai linguaggi classici della pittura e della scultura – Le pieghe del lenzuolo bianco alludono al paragone con il panneggio delle vestigia delle statue greco-romane; restituendone prepotentemente un valore estetico, come fosse un’opera di rivalsa.

In mostra anche una serie di carte dedicata alla morte di Salvo Lima, soggetto scelto non per idiolatria o tributo a immagini di false divinità, ma per rendere chiaro il proprio intento di libertà all’interno di contenuti vissuti legati alla propria terra.

Tutto – per Emanuele – può essere veicolo di estetica ridondante, strutturalismo che trova sede nelle tragedie più contemporanee

Ignazio Cusimano Schifano | About Flowers

“ (…) Un rinovellarsi che trova il suo aspetto più pregnante in un moto dell’anima, in un’aspirazione che si fonda su di un motto semplice altresì universale: ricominciare dai fiori. Ricominciare lontano dai trabocchetti, dagli artifizi, dalla lusinga delle illusioni. Ricominciare lontano dalla morte della coscienza poetica. Ricominciare dalla Bellezza di cui i fiori sono un frammento nel creato”. Dal testo critico di Serena Ribaudo

Ignazio Cusimano Schifano (Palermo, 1976) inizia il progetto About Flowers nel luglio di quest’anno, inaugurando con la sua personale gli spazi di “Bassi Beneventano”, seconda sede per Lo Magno artecontemporanea.

Impulsivo e geniale, Ignazio, trova amore nel proprio fare, nell’essenza delle proprie azioni, tacitamente si lascia guidare da quello che è un naturale processo interiore.

Ogni tratto diventa espressione di una parte del proprio sé, donata con genuina voglia di condivisione di un tempo intimo e anacronistico con riferimento alla sua precedente professione di restauratore di pregio. Questa emerge sempre come una sorta di sigillo e da spazio al sentimento dell’antico come principio fondante di tutte le cose. Ad esso si sposa uno sguardo attento, inquieto, difforme, sulla realtà -esteriore ed interiore- che costituisce la ragione più profonda e più vera del suo fare pittura.

About Flowers ha segnato un momento estremamente significativo nel percorso di vita e d’arte di Ignazio Cusimano Schifano, un genuino processo di rinascita che inizia circa un anno fa nella prestigiosa esperienza di residenza artistica presso il Museo Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi di Gibellina, rinascita continuata con esiti fortunati per pregevolezza e risultati artistici nella sua produzione più recente che costituisce la totalità delle opere in mostra.

English

ArtVerona 2023 | 13- 15 October

Lo Magno artecontemporanea

Pavillon 12 booth 5

Ignazio Cusimano Schifano & Emanuele Giuffrida

 

MODICA – Lo Magno artecontemporanea will present a bipersonal exhibition of the artists Ignazio Cusimano Schifano and Emanuele Giuffrida at the 18th edition of ArtVerona 2023, scheduled at Veronafiere from 13 to 15 October, with a reserved preview on 12 October.

“Enhancing and promoting the Italian art system with renewed synergies and resources” with the artistic direction of Stefano Raimondi, ArtVerona confirms its impeccable presence within the contemporary universe with a selection of 135 participating galleries and six exhibition sections in addition to publishing houses and non-profit spaces.

Lo Magno gallery, known for the investigation and experimentation of the artistic movements of the Sicilian territory, will exhibit at booth 5 of pavilion 12 – INNOVA, section dedicated to the in-depth research on contemporary languages.

The dialogue will be between two artists, both from Palermo, who have long collaborated with the Lo Magno reality: Ignazio Cusimano Schifano and Emanuele Giuffrida

 

Emanuele Giuffrida | Reconaissence Patterns

Do you know the phenomenon of pareidolia? It is a subconscious phenomenon that creates the illusion of similarity between an object with a shape known to us and one with a random shape. There! It’s always been an obsession for me.”

Emanuele Giuffrida (Gela, 1981), a poetic and introspective artist, tells his story with a journey through his “subconscious illusions”.

A forced pareidolia, full of meanings for the artist’s life. Emanuele borrows a term from its most common use in chess language: “Reconaissence Patterns” to make the reading of his creative process easier. The meaning is: application for patterns, simile for visual patterns, structures that tend to repeat.

Gela 90s: “When I was child, I remember images of silhouettes lying on the ground covered by a white sheet broadcaasted by the TV news of my city. I witnessed a similar scene even through the window of my dad’s Fiat 500, on the way home in the evening. When I was in elementary school, illustrating a teacher’s dictation on the subject of the mafia, I drew two figures on motorbikes with helmets shooting to a man already wrapped in a floating sheet.”

Reworked childhood experiences find a bizarre analogy with images linked to the classical languages of painting and sculpture – The folds of the white sheet allude to the similarity with the drapery of the remains of the Greek-Roman Statues -; forcefully restoring an aesthetic value as if it were a work of revenge.

On display there will be a series of papers dedicated to the death of Salvo Lima. The subject was chosen not for idiolatry or tribute to images of false divinities, but to make clear one’s intent for freedom within lived contents linked to one’s land.

Everything – for Emanuele – can be a vehicle of redundant aesthetics, structuralism that finds its home in the most contemporary tragedies

 

Ignazio Cusimano Schifano | About Flowers

“(…) A renewal that finds its most significant aspect in a movement of the soul, in an aspiration that is based on a simple yet universal motto: starting again from the flowers. Starting again away from pitfalls, from artifices, from the lure of illusions. Starting again far from the death of poetic consciousness. Starting again from the Beauty of which flowers are a fragment in creation “ Serena Ribaudo

Ignazio Cusimano Schifano (Palermo, 1976) began the About Flowers project in July this year, inaugurating with his solo exhibition the spaces of “Bassi Beneventano”, the second headquarters for Lo Magno artecontemporanea.

Both Impulsive and brilliant, Ignazio finds love in what he does, in the essence of his actions, he tacitly lets himself be guided by what is a natural internal process.

Each stroke becomes an expression of a part of his self given with a genuine desire to share an intimate and anachronistic time. This time is linked to his previous profession as a prestigious art conservator which always emerges as a sort of seal on his previous profession as a prestigious restorer and consequently the feeling of the ancient as the founding principle of all things.

It is combined with an attentive, restless, dissimilar look at reality – external and internal – which constitutes the deepest and truest reason for his painting.

About Flowers marked an extremely significant moment both in the life and art journey of Ignazio Cusimano Schifano, a genuine process of rebirth that began about a year ago in the prestigious experience of artistic residency at the Museo Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi in Gibellina, rebirth continued with successful results in terms of excellence and artistic results in his most recent production which constitutes the totality of the works on display.

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