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Le ultime notizie riguado a mostre e artisti

SHOWCASE EXHIBITION

Il covid-19 ha colpito tutti noi, ridisegnando la nostra quotidianità in pochissimo tempo.
E’ proprio a causa (o grazie) di questa situazione che l’assunto del principe Miškin ne “L’idiota” di Dostoevskij ha riecheggiato nei cuori e nella mente di molti.
“La bellezza salverà il mondo”.
Una frase ripetuta così tante volte da privarla del suo significato.
Ma qual è l’indicazione che vuole darci il “genio crudele” di Dostoevskij?
Vorremmo interpretare l’affermazione di Miškin nel modo che più ci appare immediato e che ci colpisce.
La bellezza intesa come legame indissolubile, inafferrabile tra l’uomo e il Bene. La bellezza interpretata come quella straordinaria forza in grado di dare un senso armonico al caos della realtà.
Seguendo le orme dei grandi Musei nazionali ed internazionali, ci siamo proposti di creare una mostra che sia visitabile online, nella comodità di casa propria.
“Showcase Exhibition” è una collettiva di artisti che vuole proporre la diversità come mezzo di unione e che ha la bellezza come forza ordinatrice e punto comune a tutti.
“Presta le tue orecchie alla musica, apri i tuoi occhi alla pittura, e…smetti di pensare”.
Ispirati dalla frase del precursore e fondatore della pittura astratta Vasilij Vasil’eviĉ Kandinskij, i quindici artisti coinvolti esporranno fino a un massimo di due opere ciascuno che potranno essere viste tramite il nostro sito internet www.lomagnoartecontemporanea.it grazie alla realizzazione di una mostra virtuale accompagnata dall’ “Overture 1812” di Pëtr Il’ič Čajkovskij suonata da alcuni membri dell’orchestra WS2020 ( Direzione Mo. Luigi Mariani; Violini Mo. Teresa Lombardo, Aurora Rizza; Viola Mo. Nadia Tidona; Violoncello Mo. Jasha Parisi; Oboe Mo. Luciana Danieli; Flauto traverso Mo. Chiara Scucces; Flicorno Soprano Mo. Pietro Giunta – editing e mastering musica Salvo Scucces) che hanno registrato ed editato ognuno nelle loro case e con i loro cellulari durante il periodo del lock down.

Sarà possibile prenotare una visita tramite il nostro sito internet www.lomagnoartecontemporanea.it e/o tramite un messaggio whatsapp a questo numero: 339 6176251

WHITE SHEETS – Emanuele Giuffrida per ArteFiera Bologna 2020

“White Sheets” – Emanuele Giuffrida

“Ricordo da bambino, che nei giornali e telegiornali locali della mia città, vedere immagini di sagome distese per terra coperte da un lenzuolo bianco era abbastanza frequente; quasi all’ordine del giorno. Persino attraverso il finestrino della fiat 500 di mio papà, la sera, di ritorno a casa, assistetti a una scena simile; e non solo una volta! Tant’è che a scuola elementare, illustrando un dettato della maestra sull’argomento mafia, disegnai due figure in moto col casco che sparavano ad un uomo già avvolto in un lenzuolo fluttuante”.

L’aneddoto raccontato dall’artista è fondamentale per capire la recente ricerca artistica di Emanuele Giuffrida (Gela 1982), e come, il più immediato gesto di rispetto a tutela del cadavere, preservandolo da ogni rischio di spettacolarizzazione, venga rielaborato e ingenuamente “frainteso” nell’immaginario di un bambino. Il lenzuolo nasconde, crea mistero e incuriosisce! Diviene dunque (e con quella frequenza) un’ossessione.

“White Sheets”(lenzuoli bianchi) è il titolo di un progetto artistico di natura introspettiva. Presenta (almeno in parte) la rielaborazione di quelle esperienze infantili vissute dall’artista, e come queste, impressesi nella sua memoria, abbiano trovato una bizzarra analogia con le esperienze museali fatte successivamente in età adulta, legate soprattutto ai linguaggi classici della pittura e della scultura. Come se l’esperienza del “bello” avesse in qualche modo sollecitato i ricordi di quel “brutto” sommerso, nel tentativo di riconsiderarlo. La serie “Neoclassical dead” ad esempio, gioca di analogie e contrasti tra il contenuto e la forma dell’opera stessa. La crudeltà del soggetto viene narrata attraverso un linguaggio pittorico che ricorda quelle tavolette dell’800, e racchiusa in una cornice di matrice classica. Il panneggio bianco allude al paragone con le pieghe dei panneggi delle vestigia delle statue greco-romane; restituendone prepotentemente un valore estetico, come fosse un’opera di rivalsa. Questa attenzione alle pieghe si palesa anche nel seriale “Neoclassical dead sequence”, dove l’artista disegna la stessa immagine più e più volte con ossessiva perizia del chiaroscuro diversificandone le geometrie, ottenendone diversi frame che scandiscono il fluttuare del lenzuolo che ricopre la vittima.

Le sagome dei lenzuoli bianchi appaiono anche all’interno della sala biliardo(il tema più ricorrente e conosciuto nella serie degli interni affrontata dall’artista nel corso della sua pur giovane carriera). Essi appaiono come fantasmi ricorrenti di un luogo simbolico, che l’artista stesso ha frequentato nell’adolescenza e che fu tragico scenario della faida locale dell’epoca.

HIVE – Andrea Cerruto per ArteFiera Bologna 2020

Lo Magno Arte Contemporanea per la 44ma edizione di ArteFiera Bologna 2020 stand C/25 padiglione 15 ha presentato:

“HIVE”Andrea Cerruto

“La mia ricerca ruota intorno alla praticità del disegno e della pittura (pur utilizzando vari mezzi, dalle piccole sculture alla fotografia) e come riflessione al lento processo di costruzione/stratificazione dell’opera. Il concepimento della stessa credo che obbedisca a delle regole legate alla mia memoria, alla mia storia personale, al mio immaginario e dunque tutto potrebbe sottrarsi alla funzionalità dove non è necessaria una narrativa e dove è difficile prevederne gli sviluppi”

Il progetto Hive vede la pittura al centro, un mezzo attraverso cui osservare il paesaggio anche il più infinitamente piccolo e nei dettagli più sfuggevoli.

Il progetto ruota intorno al concetto di alveare, inteso come spazio/osservatorio, stazione ferma da cui scrutare la mutevolezza del paesaggio in una visione filtrata così come avviene nell’occhio del pittore.

L’alveare come casa/tempio in cui si concentra il lavoro della creazione, che non può prescindere dall’ambiente e dalle essenze del luogo. Le mani dell’apicoltore ferme in alcuni gesti che si fanno rituali come in “Con cura” o “Con la cura di sempre”, proteggono l’arnia e non svelano il frutto del telaio.

Alla scansione del tempo e del lavoro e alla lentezza dello stesso, fanno riferimento le opere “Festina Lente”, “Qui e ora” e “This fire of Autumn”. Infine, nelle opere “Hive” e “Prima apparizione” ritorna il concetto di visione filtrata, in uno spazio dove si registrano colori apparsi in altri dipinti. Chiude il progetto l’opera “Fuori Campo (Canto d’amore)” che appare avulsa dal contesto, come sottratta al resto delle opere e allude a certe tecniche cinematografiche e a tutto ciò che non viene mostrato nell’inquadratura che può creare spunti e altri immaginari allo spettatore.

ARTEFIERA BOLOGNA 2020

Lo Magno Arte Contemporanea è lieta di annunciare la sua partecipazione ad ArteFiera Bologna
con gli artisti Andrea Cerruto ed Emanuele Giuffrida

Dal 24 al 26 gennaio 2020 si svolgerà la quarantaquattresima edizione di Arte Fiera, diretta per il secondo anno consecutivo da Simone Menegoi.
La Fiera prosegue il suo percorso all’insegna dell’innovazione negli schemi espositivi e della qualità delle proposte.
Alla main section si affiancheranno tre sezioni su invito e la maggiore novità della manifestazione sarà Pittura XXI, una sezione inedita nelle fiere d’arte, non solo in Italia.
La Main Section riconferma il suo modello innovativo avviato già l’anno scorso, dettato dalla cura e dalla qualità degli stand e promosso tanto dai galleristi quanto dai collezionisti.

QUANDO
DAL 24 AL 26 GENNAIO DALLE ORE 11:00 ALLE ORE 20:00

CI TROVATE AL PADIGLIONE 15 STAND C25

Paura della Pittura

Dal 14 dicembre all’ 11 gennaio
Mostra personale di Giovanni Blanco “Paura della pittura” a cura di Gabriele Salvaterra (inaugurazione: sabato ore 19; visite: tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 17.00 alle 20.00).
Giovanni Blanco (Ragusa, 1980) vive e lavora a Modica e Bologna, dove è stato allievo di Massimo Pulini all’Accademia di Belle Arti.
“Paura della pittura” è il titolo di un testo dello scrittore e pittore Carlo Levi che, già nel 1942, metteva in discussione pratiche e stili pittorici, notando un allontanamento dalle ragioni e dalle problematiche dell’essere umano (“Il domani non si prepara con i pennelli, ma nel cuore degli uomini”). Dalle suggestioni e dagli stimoli offerti da quelle pagine ancora attuali prende le mosse l’idea della presente mostra.

In un’epoca in cui la pittura sconfina dagli spazi espositivi in modo quasi pervasivo e riafferma il proprio diritto di comunicare, l’artista contemporaneo avverte la necessità di riflettere sulla natura del fare pittorico che continua a essere fonte di inquietudine, qualcosa di molto semplice e molto complesso, naturale e assurdo allo stesso tempo.

Il percorso ideato da Giovanni Blanco – comprendente una serie di opere a olio, di piccole e medie dimensioni – si presenta come un’operazione analitica che, imitando le forme del display espositivo e dei generi tradizionali, interroga se stessa e l’osservatore sulla validità dell’esperienza estetica veicolata dalla pittura, in un’affascinante ricerca di nuovi significati e valori.

La mostra è accompagnata da una pubblicazione in cui le immagini dell’autore, i testi critici del curatore e altre referenze d’archivio si rincorrono tra loro per restituire il clima, le riflessioni e la genesi che hanno portato alla realizzazione delle opere esposte. L’evento è realizzato con il contributo dell’Antica Dolceria Bonajuto di Modica e Ghibli general contractor di Ragusa.

Giovanni Blanco – Paura della pittura

Lo Magno Arte Contemporanea è lieta di presentarvi la mostra di pittura Giovanni Blanco – Paura della pittura a cura di Gabriele Salvaterra

Dal 14 dicembre 2019 al 11 gennaio 2020

Inaugurazione 14 dicembre 2019 ore 19:00

GRAND ART – MODERN & CONTEMPORARY ART FAIR

Lo Magno Arte Contemporanea sarà presente alla nuova Edizione di GRAND ART – MODERN & CONTEMPORARY ART FAIR
Stand 11A

Dal 4 al 6 ottobre 2019                                                                    

Dove
Stand 11A
THE MALL, Piazza Lina Bo Bardi, MILANO

Orari
Giovedì | 3 ottobre | preview su invito 18.00 – 21.00
Venerdì | 4 ottobre | 11.00 – 20.00
Sabato  | 5 ottobre | 11.00 – 20.00
Domenica | 6 ottobre| 11.00 – 20.00

“Piero Guccione: un silenzio che si fa luce” dal 5 maggio al 28 giugno 2019

 

“Piero Guccione: un silenzio che si fa luce”, alla Galleria Lo Magno in mostra grafiche e pastelli del maestro di Scicli

«Oggi si considera Guccione, giustamente, il maggior pittore italiano vivente, ma altrettanto giustamente egli va anche considerato, e da almeno trent’anni, il nostro più grande litografo». Così Guido Giuffré, critico e storico dell’arte, interprete raffinato dell’arte del Novecento, concludeva nel 2000 la presentazione di una mostra di grafica di Piero Guccione. Alla grafica e ai pastelli dell’artista di Scicli la Galleria Lo Magno dedica un’interessante mostra dal titolo “Piero Guccione: un silenzio che si fa luce”, a cura di Giuseppe Lo Magno. L’iniziativa è tra le prime in Italia dedicata al maestro recentemente scomparso. La mostra, organizzata in collaborazione con l’Archivio Piero Guccione di Roma, sarà inaugurata negli spazi espositivi di via Risorgimento 91-93 domenica 5 maggio – anniversario della nascita dell’artista – alle ore 19.00. Saranno esposte acqueforti, acquetinte, puntesecche, litografie, serigrafie, realizzate tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Duemila, parallelamente ai dipinti a olio.

Il percorso espositivo, come scrive il critico d’arte Paolo Nifosì nel catalogo della mostra, comprende «le Attese di partire (fine anni sessanta e inizi degli anni settanta), una serie di litografie in cui le geometrie degli interni di un aeroporto organizzano e strutturano una luce metafisica, i riflessi sulla Volkswagen, del 1973, in una cartella di quattro acqueforti, in cui il riferimento è sia Roma che Scicli; acqueforti molto elaborate di fitte trame, con un lavoro di bulino da orafo, in cui gli inchiostri di una grafica antica hanno un che di corposo e di denso per raccontare la civiltà urbana, quella raccontata qualche anno prima anche nei giardini e nelle siepi, e quella siciliana nel racconto del Paese rosso di Scicli in cui sono compresenti i simboli della chiesa Madre e il tabellone elettorale della falce e martello nella collina di San Matteo, e la scoperta del cielo, delle nuvole in un notturno in cui appare la pallida traccia della luna (forse l’unica immagine in cui Guccione ha reso la luna di notte); le interpretazioni litografiche sul Baltico di Friedrich in una cartella del 1981, gli ibischi degli anni settanta, il miniaturistico e tesissimo Cuore freddo del mare, fatta per il Metropolitan di New York, la Pietà di San Pietro resa con un sicuro e immediato segno in un campo rosso-arancio».

 

Il catalogo della mostra conterrà testi di Paola Guccione, figlia dell’artista e presidente dell’Archivio Piero Guccione; il critico Paolo Nifosì, Giuseppe Iannaccone (proprietario della omonima collezione), il gallerista Giuseppe Lo Magno e una lettera dello scrittore Gesualdo Bufalino, pubblicata nel volume “Piero Guccione. I colori del mare” (Electa, 1995). La mostra è realizzata con il contributo del centro acustico Sento (main sponsor), dell’azienda vitivinicola Planeta e dell’Antica Dolceria Bonajuto. La mostra potrà essere visitata fino al 28 giugno, da martedì a sabato, dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00.

Melissa Carnemolla, Retrospettiva 2018

Melissa Carnemolla, Retrospettiva 2018: dal 29 dicembre in mostra alla Galleria Lo Magno

Modica (RG) – Dal 29 dicembre al 26 gennaio 2019 la Galleria Lo Magno Arte contemporanea di via Risorgimento 91-93 ospiterà la mostra fotografica “(Melissa Carnemolla) Retrospettiva 2018” di Melissa Carnemolla, a cura di Giuseppe Lo Magno e della stessa artista (inaugurazione sabato 29 dicembre, ore 18).
Melissa Carnemolla (Ragusa, 1991) è una fotografa documentarista. La sua ricerca artistica consiste nel tradurre visivamente riflessioni, suggestioni ed emozioni personali che scaturiscono dall’esplorazione della realtà esterna o del proprio mondo interiore, attraverso un ampio ventaglio di scelte tecniche, che vanno dalla fotografia digitale all’analogico, dal film washi ai collage.
Il percorso espositivo comprenderà una ventina di opere che raccontano realtà diverse e complesse, scavano nella propria personalità e giocano con l’ordinario, cercando nuove e affascinanti possibilità di espressione all’interno di ciò che comunemente viene etichettato come
scarto e rifiuto.
Il critico d’arte Maria Brazão Sousa, nel testo che accompagna la mostra, scrive a proposito del suo lavoro: Melissa «Celebrando i fallimenti e convertendo gli ostacoli in una fonte di nuove eccitanti scoperte, ci incoraggia ad abbracciare la natura imprevedibile non solo del processo creativo ma di tutta la vita umana, mostrandoci che la gioia non sta nei risultati finali, ma in ciò che abbiamo vissuto durante il percorso».
La mostra, organizzata con il contributo del centro acustico Sento, potrà essere visitata tutti i giorni, eccetto il lunedì, nei seguenti orari: dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 16 alle 20.