Autore: galleria lomagno

Rossana Taormina – Tempo incolume

Tempo incolume

Rossana Taormina | solo show

LO MAGNO artecontemporanea

13 – 15 maggio 2022

ArteFiera Bologna – Padiglione 15 stand F19

 

Oggetti anonimi e soggetti sconosciuti, tempi rinvenuti e spazi ritrovati, la forza evocativa di Rossana Taormina giunge a Bologna in occasione della 45°edizione di Arte Fiera. Un solo show dal titolo “Tempo incolume” – Stand F19 Lo Magno artecontemporanea, padiglione 15.

La ricerca di Rossana Taormina si concentra sulla necessità di rendere leggibile lo spazio, di misurarlo, di rappresentarlo riscrivendone i segni convenzionali condivisi. Lo spazio per essere sottratto all’indeterminatezza che gli è propria, da una parte ha bisogno di una nomenclatura universale, ma dall’altra necessita di una connotazione emotiva. La relazione fra questi due sistemi determina la scoperta di nuove dimensioni estetiche e spaziali.

Una delle linee fondanti della produzione dell’artista, infatti, è legata al tema del riuso degli oggetti e degli spazi che questi sono in grado di evocare. Tema – questo – assai complesso, la cui urgenza è espressa dall’artista con linguaggi diversi, spesso contaminati, e che possiamo meglio mettere a fuoco attraverso le parole di Perec: «Vorrei che esistessero luoghi stabili, immobili, intangibili, mai toccati e quasi intoccabili, immutabili, radicati; luoghi che sarebbero punti di riferimento e di partenza, delle fonti: il mio paese natale, la culla della mia famiglia, la casa dove sarei nato, l’albero che avrei visto crescere (che mio padre avrebbe piantato il giorno della mia nascita), la soffitta della mia infanzia gremita di ricordi intatti… Tali luoghi non esistono, ed è perché non esistono che lo spazio diventa problematico, cessa di essere evidenza, cessa di essere incorporato, cessa di essere appropriato. Lo spazio è un dubbio».

Su questo dubbio, senza la pretesa di scioglierlo, ma di esprimerlo in immagini, di tradurlo in connessioni visive ed emotive, si sviluppa Tempo incolume, cioè una riflessione sullo spazio e sulla possibilità di sottrarlo alla distruzione, di risparmiarlo attraverso il miracoloso ritrovamento dell’oggetto anonimo. Quest’ultimo, diventando simbolico, può accedere a una sorta di intimità condivisa. Lo spazio “personale”, infatti, è fragile, fluida la sua descrizione in quanto affidata alla memoria dell’individuo, memoria che verrà plasmata dalle narrazioni del nucleo familiare, che sarà irrimediabilmente corrosa dall’oblio.

Da questo punto di vista Tempo incolume è il luogo di confine in cui la memoria personale fluisce in quella collettiva, dove gli eventi storici accolgono quelli domestici e privati, e viceversa. Per questa ragione l’immaginario di Tempo incolume si muove sempre all’interno di una casa simbolica in cui possono essere ritrovati i suoi oggetti feticcio: il giardino, i ritratti di famiglia, la foto del nonno in guerra, il vaso coi fiori, i velluti, la consistenza dei muri e delle tappezzerie, la traiettoria affettuosa della luce.

Al contrario dell’idea dominante di tempo, classico divoratore degli attimi, si può esprimere dunque un’idea del tempo persistente, che agisce nei paesaggi interiori, custodisce, planimetrie sbiadite, restituisce tessuti e oggetti che ne hanno ravvivato le stanze, i profumi e la luce che le hanno attraversate in giorni imprecisati. Tempo incolume, allora, è la capacità della memoria di riattivare uno spazio ormai dissolto, di veder fiorire un giardino lontano.

ROSSANA TAORMINA | biografia

Rossana Taormina nasce nel 1972 a Partanna, una piccola cittadina della Valle del Belice. La sua nascita avviene quattro anni dopo il disastroso terremoto che distrusse una vasta area della Sicilia occidentale. Il fermento culturale e artistico della città di Gibellina fu determinante nella sua crescita, è da questo suo trascorso che nasce, nell’artista, una specie di ossessione per la memoria, il recupero e la costante volontà di salvaguardare delle esistenze anonime, cercando di dare loro uno spazio ben definito. Dopo aver completato gli studi d’obbligo, Rossana si trasferisce a Roma per lavoro per poi ritornare a Palermo dove si diploma e si laurea in Belle Arti. Nella sua ricerca Rossana modella spazio e memoria rielaborando la carica mnestica dell’object trouvé. Gli oggetti utilizzati sono spesso trovati nei mercatini delle pulci, come tessuti di altra generazione carichi di trame dal ricordo sconosciuto che Rossana rielabora portando alla luce la sua percezione; vecchie foto con volti anonimi che, pur essendo ignoti, sono carichi di emotività, su queste l’Artista ricama costellazioni di nylon, seta o cotone, creando nuovi spazi e riportando alla vita volti, luoghi e tempi di cui oggi non rimane alcuna traccia. Una poetica aperta alla contaminazione dei linguaggi la sua, una sensibilità che, nell’elemento prelevato del quotidiano, individua gli strumenti espressivi per esplorare nuovi confini. Le opere di Rossana Taormina sono state pubblicate su diverse riviste di arte contemporanea internazionali e nazionali


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Dalla decollazione di San Giovanni Battista – Giuseppe Colombo

ARTE: “rifare” i Maestri, a Modica Giuseppe Colombo si misura con Caravaggio

Otto d’apres e una litografia dalla Decollazione di San Giovanni Battista a Malta

 

MODICA (Rg), 21 marzo 2022 – Con i suoi tre metri per cinque è l’opera più grande mai realizzata da Caravaggio, oltre a essere quella che nel 1608 gli valse l’onorificenza della Croce di Malta (e il dono di due schiavi). Custodita a La Valletta, nell’Oratorio omonimo all’interno della Concattedrale, la “Decollazione di San Giovanni Battista” è un capolavoro dal potente realismo che, oggetto di studio e approfondimento nell’ultimo anno da parte di Giuseppe Colombo, sarà protagonista con una piccola raccolta di otto d’après, di una raffinatissima omonima mostra allestita a Modica negli spazi di Lo Magno Artecontemporanea (Giuseppe Colombo. “Dalla decollazione di San Giovanni Battista”, da Caravaggio”, dal 26 marzo e fino al 30 aprile 2022). A cura di Giuseppe Lo Magno, il progetto espositivo si completa di un saggio critico di Rischa Paterlini. Inaugurazione sabato 26 marzo, ore 18.30.

A Modica la scena corale e la straziante drammaticità del grande capolavoro della decapitazione di San Giovanni Battista si scompone in una sequenza di cinque ritratti: uno ad uno i singoli attori diventano protagonisti della narrazione di Giuseppe Colombo che per ognuno di loro esplora sentimenti, mette a nudo l’anima, indaga la mimica e i gesti, quasi a penetrare il tessuto materico del segno di Caravaggio. Una frammentazione delle parti che, grazie alla sensibilità di Colombo, vivifica i dettagli e finisce per amplificare la portata emotiva dell’insieme. Dopo l’ancella, la vecchia, il carceriere, il carnefice e lo stesso San Giovanni Battista, a concludere infatti la sequenza dei d’après – la rielaborazione da parte di un’artista di un’opera di un altro artista cui si ispira, che considera proprio Maestro o a cui rende omaggio – è una formidabile riproduzione a matita e carboncino dell’intero quadro d’insieme.

Spiega Rischa Paterlini: “Utilizzando pastelli acquerellabili e carboncini su carta semi ruvida, Colombo oggi, attraverso il suo personale “mondo figurativo”, pretende attenzione per i dettagli che cura in modo maniacale, chiedendo ai nostri occhi di osservare uno ad uno i protagonisti che compongono la scena: la giovane in un angolo che porta un bacile di cui ne realizza addirittura tre studi, il carceriere che sta ad osservare impassibile la scena, il carnefice, la donna anziana con le mani al volto e infine quella macchia di sangue che scorre dal collo del Battista (e che Caravaggio, audacemente, utilizzò per la sua firma sull’opera). Per ognuno dei personaggi una carta, così da studiare ogni dettaglio fino a liberarne l’anima e non concedere nulla al caso (…) Nulla infatti in questi volti rimane nascosto: il coraggio, l’inquietudine, la paura, la rassegnazione, l’aggressività, si offrono all’osservatore permettendoci di leggere grazie al potente realismo, unito alla trascrizione di ogni dettaglio memore dei pittori rinascimentali del nord Europa, i drammi che stiamo vivendo ai giorni nostri”.

Quanto alla scelta di cimentarsi coi d’après, di “rifare” i grandi dell’arte, Colombo cita il suo stesso maestro, Piero Guccione, autore di piccoli pastelli sia di questa stessa opera di Caravaggio che di capolavori di Michelangelo, Tiepolo, Raffaello, Velasquez e Friedrich. E, trasponendo il discorso in musica, arriva a citare Franco Battiato e il suo “Fleurs”, album di cover, lirico e confidenziale, amatissimo dai fans sebbene privo dell’originalità dei contenuti tanto apprezzata nel compositore. “Quando “rifai” un Maestro – commenta Colombo – è sempre un importante momento di studio, certamente anche di riposo creativo, di sedimentazione, di interiorizzazione. Entro nella trama del dipinto, mi nutro della sua atmosfera, indago le pose, lo faccio mio. Una specie di corso di aggiornamento, perché per quanto tu a cinquant’anni, come me adesso, possa padroneggiare la tecnica, non finisci mai di studiare e di imparare. E di questa “Decollazione” mi affascina la bellezza del sacrificio. Forse, più dell’estetica, ad interessarmi è la teatralità della scena: come teatro della vita”.

Completa l’esposizione una litografia con il soggetto dell’ancella realizzata a Helsinki, l’estate scorsa, in uno tra i più prestigiosi laboratori litografici internazionali.  L’opera fa parte del ciclo in mostra con “Tous les matins du monde”, bipersonale con il finlandese Kuutti Lavonen dedicata al barocco. Un video, realizzato dal filmaker finlandese Aleksi Sirviö e che sarà proiettato in sala, documenta con la voce narrante di Giuseppe Colombo i vari processi di realizzazione della sua litografia, una delle più antiche tecniche di incisione (nasce a fine ‘700). Un lavoro che impone metodo e precisione, prevede la scalfitura di una o più matrici di pietra e l’uso di inchiostri calcografici.

La mostra – alla quale è dedicato un catalogo digitale, consultabile sul sito della galleria – è visitabile dal martedì al sabato, orari 10-13 e 17-20. Ingresso libero.

GIUSEPPE COLOMBO | bio breve

Nasce a Modica nel 1971, dove vive e lavora. Evidenzia la sua inclinazione per la pittura fin da ragazzo attratto da fotografie di opere di classici e di quadri di pittori contemporanei come Picasso e Goya, appesi alle pareti di casa, dei quali eseguiva copie. Si iscrive all’Istituto d’Arte di Comiso. Successivamente all’Istituto d’Arte di Urbino, dove sceglie i corsi d’incisione, e all’Accademia di Belle Arti di Roma. Qui ha modo di frequentare sia le gallerie più impegnate sul versante dell’Avanguardia sia i musei di arte storica. Sarà questo il momento della scelta definitiva nel dedicarsi alla pittura, anche in virtù di studi su Cézanne. Alla fine degli anni novanta rientra in Sicilia, nella sua città. Qui le sue opere sono apprezzate da Piero Guccione e ben presto sarà tra gli esponenti storici del Gruppo di Scicli.

Tra le innumerevoli mostre, vanno citate Il Gruppo di Scicli, presso Palazzo Sarcinelli, a Conegliano (Treviso), curata da Marco Goldin, del 2001, La Luce infinita, Per amore, Quindici anni di scelte a Palazzo Sarcinelli, entrambe realizzate a Conegliano nel 2002 da Marco Goldin, che cura pure le successive due personali dell’artista, nel 2003, Colombo, Opere 1999-2003, e nel 2005, Colombo, Nature morte e ritratti, Vicenza, Artefiera.

Nel 2003 l’olio San Giorgio, Notturno entra nella collezione permanente del Senato della Repubblica. Nel giugno del 2011 viene invitato a Helsinki, per una esposizione alla quale collabora l’Istituto Italiano di Cultura, presso il Verla Mill Museum; in questa occasione l’artista realizza una raffinata litografia. Nello stesso anno viene invitato da Vittorio Sgarbi alla 54ª Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia, e nel settembre del 2012 partecipa a Il Gruppo di Scicli, Contemporary Painters and Sculptors From Southern Sicily, Bernarducci-Meisel Gallery, a New York. Sempre nel 2012 e poi nel 2013 collabora con Stefano Malatesta, curatore di due sillogi di racconti (editi da Neri Pozza), Viaggio in treno con suspense e Quel treno per Baghdad. Del 2014 sono Attorno a Veermeer, a cura di Marco Goldin, Vittoria Sperimenta, direttore artistico Giovanni Robustelli, Arte per Kamarina, a cura di Elisa Mandarà, Artisti di Sicilia, mostra itinerante, che abbraccia anche il 2015, a cura di Sgarbi. Del 2015 sono due mostre col Gruppo di Scicli, entrambe curate da E. Mandarà: Colore per la terra, a Ragusa, a Palazzo Garofalo, evento legato a Milano Expo 2015, e Ibleide terra e luce. Trentacinque anni del Gruppo di Scicli, tenutasi a Palazzo Reale (Palermo). Del dicembre 2015 è l’antologica Opere 1999-2015, nel Convento del Carmine di Modica, a cura di Paolo Nifosì e Tonino Cannata.

Seguono nel 2016 le mostre The Light of Sicily, presso la Francis Maere fine art gallery (Gent, Belgio), Realismi italiani contemporanei (Casa d’arte Miglio, Catanzaro), Metafisica della luce (Galleria Ventoblu, Polignano a mare) e Nature Variabili (Convento di Santa Maria della Croce, Scicli). Del 2017 sono le mostre Confinus, confini e aperture (Casa museo J.H.Erkko, Helsinki), Bozzetti, disegni, scenografie della Cavalleria Rusticana, nel Foyer del Teatro Garibaldi di Modica; Imago mundi, identità siciliane, (Magazzini Culturali della Zisa di Palermo), Forni50 (1967/2017) alla Galleria Forni di Bologna; e la mostra itinerante Migrantes (Palazzo Garofalo di Ragusa, poi a Comiso e Vittoria).

Nel 2018 Giuseppe Colombo espone nel cuore del Parco della Valle dei Templi di Agrigento, con la personale “Di memorie, di reale” a cura di Elisa Mandarà (Villa Aurea); in estate partecipa alla collettiva La mia Sicilia (Galleria Forni, Bologna) e poi in Finlandia con la mostra Kymmenen X Totta (Galleria Linnankatu, a Savonlinna). Nel 2021 in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura ha esposto ancora in Finlandia con “Tutte le mattine del mondo” e in coppia con l’artista finlandese Kuutti Lavonen (Galleria Duetto, Helsinki).

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William Marc Zanghi

 Purple Map, (3 parti)

2017

smalti e collage su carta, 60 x 60 cm

Maps Serie,

2022

Vernici industriali su cemento

6x30x25 cm

Relax

2015

vernice su carta, 33×51 cm

William Marc Zanghi

ESSENTIAL

William March Zanghi, nato a Wichita (Kansas) nel 1972, ma palermitano da sempre, esprime se stesso con uno stile unico e riconoscibile.

Studia Pittura presso l’accademia di Belle Arti di Palermo dove ne consegue la Laurea.

Di lui parlano le sue opere: Figure esili che popolano paesaggi onirici stravolti da quel colore eversivo, che rende tutto più artificioso: chimico. Infatti nelle sue opere l’uso di colori industriali sostituisce la classica pittura a olio o ad acrilico. L’artista adopera unicamente vernici. Tecnica che conferisce alle sue opere quella caratteristica patina lucente di cui si avvantaggia anche la figurazione, resa decisamente adamantina, pura.
Sono le stesse colature di colori a dare origine a fiumi, paludi e acquitrini che costellano le “visioni” dell’artista.

Tracce del suo passaggio si trovano sia in Italia che all’estero, luoghi pubblici e musei, con mostre personali, collettive e fiere di settore. Segnaliamo la partecipazione alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte, Padiglione Italia sezione Accademie, a cura di Vittorio Sgarbi – Biennale di Venezia

Oggi vive e lavora a Palermo

 

EN

 

William Marc Zanghi was born in Wichita (Kansas) in 1972, but he has always lived in Palermo, expresses himself with a unique and recognizable style.

He studied painting at the Academy of Fine Arts in Palermo where he graduated.

His works speak of him: Slender figures that populate dreamlike landscapes distorted by that subversive color, which makes everything more artificial: chemical. In fact, in his works the use of industrial colors replaces the classic oil or acrylic painting. The artist uses only paints. Technique that gives his works that characteristic shiny patina which also benefits the figuration, made decidedly adamantine, pure.

It is the same color drips that give rise to the rivers, swamps and marshes that dot the artist’s “visions”.

Traces of his passage can be found both in Italy and abroad, in public places and museums, with personal and collective exhibitions and trade fairs. We would like to highlight our participation in the 54th International Art Exhibition, Italian Pavilion in the Academies section, curated by Vittorio Sgarbi – Venice Biennale.

Today he lives and works in Palermo

 

 

TOGETHER

 

2023: “By Sufacing” Group Exhibition: Giovanni Iudice, Emanuele Giuffrida, Rossana Taormina, William Marc Zanghi; 46° edizione di Arte Fiera Bologna 3-5 febbraio – Pad. 25 Stand A105 – Lo Magno artecontemporanea

2022: 30×30 Group Exhibition, Lo Magno artecontemporanea festeggia i 30 anni di attività, a cura di Giuseppe Lo Magno e Valeria D’Amico.

2021: “Le Cento Sicilie – Il più ibrido dei continenti”, collettiva a cura di Diego Cavallaro e Tonino Cannata, testo critico di Paolo Nifosì, organizzata da Fondazione Teatro Garibaldi, diretto da Tonino Cannatasponsor tecnico Lo Magno artecontemporanea, Ex Convento del Carmine Modica (RG)

2021: “Le Cento Sicilie – Il più ibrido dei continenti”, collettiva a cura di Diego Cavallaro e Giuseppe Vella, testo critico di Ivan Quaroni, organizzata dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, sponsor tecnico Lo Magno artecontemporanea, Palazzo Ciampoli di Taormina.

2012: “Il Silenzio delle Nuvole”, la galleria Lo Magno festeggia 20 anni di attività con una mostra-evento
Quaranta circa gli artisti presenti, due vernissage – uno in primavera con gli artisti “storici” e l’altro in autunno con i “giovani” a cura di Antonio D’Amico, Lo Magno artecontemporanea – Modica (RG)

William Marc Zanghi, Thinking Outside the Box

2023, olio su tela, 25×30 cm

William Marc Zanghi, Reperto contemporaneo 3, 2020,

vetroresina e vernici indsustriali, 30 x 30 cm (irregolare)

Last Artworks

Ways of Figurative Mood

Maps Series

Sculptures

Rossana Taormina – Futuro Remoto – Inaugurazione

MODICA (Rg), 21 dicembre 2021 – Mappe, foto, tessuti: memorie ritrovate, saldate e interconnesse fra loro dalla trama di sottili fili di seta. La delicatissima poetica di Rossana Taormina approda a Modica con la mostra “Futuro remoto” (30 dicembre – 30 gennaio 2022). Lo spazio è quello di Lo Magno artecontemporanea, dove l’artista – originaria di Partanna (Tp) – si racconta con un nuovo e inedito ciclo di opere dedicate al recupero dei ricordi e selezionate per questa esposizione dal direttore artistico della galleria, Giuseppe Lo Magno. Inaugurazione giovedì 30 dicembre, ore 18.30.

Quasi un’ossessione quella della Taormina per la memoria, che l’artista evoca e restituisce al presente ricamando inedite costellazioni con ago e filo: linee rette, sinapsi concettuali e riverberi di connessioni tra muti frammenti di oggetti ritrovati per caso, tra mercatini e vecchi bauli di famiglia. Storie da dipanare e riaggomitolare con cura: come quella dei tre fratelli nello scatto in bianco e nero di “Gennaio 1968”, titolo di un’opera che, inequivocabilmente, cita il mese in cui la Valle del Belìce – la sua terra – fu sfigurata dalla violenta onda d’urto del terremoto che cambiò le sorti di intere comunità in Sicilia, trapiantate altrove e costrette a sopravvivere senza gli oggetti, i luoghi e il paesaggio della memoria.

Un evento catastrofico quello del Belice che l’artista ha rivissuto durante il lockdown del 2020 rielaborandolo in una nuova raccolta di opere ispirata ai cicli della natura, metafora della perenne trasformazione di tutti gli esseri viventi. Autrice del saggio in catalogo, il critico d’arte Rischa Paterlini scrive: “Se da un lato il terremoto del 1968 tolse i ricordi materiali, oggi, la pandemia, ci ha tolto le relazioni sociali e la ricchezza dello stare insieme. Nasce così la bellissima serie dei “Grandi Notturni”, acrilici su tela in cui dal buio prende forma la natura. Le foglie, rappresentate in procinto di trasformarsi in corpi a metà strada tra l’umano e l’animale, si mimetizzano quasi a volersi dissolvere e così Rossana, lasciandoci percepire il buio del presente, ci permette di afferrarne la luce”.

Ma è la stessa artista a svelare le radici più profonde e spirituali di questo lavoro di ricerca ispirato e generato dall’osservazione della Natura: “Durante la pandemia ho avvertito la necessità di tornare alla me più antica e profonda. Da un paio d’anni – racconta Rossana – ricorro alla metafora del giardino per esprimere la mia idea di eternità, ovvero noi che continuiamo nei ricordi di chi abbiamo amato”.

Con “Tempo incolume”, infine, Rossana Taormina sarà protagonista esclusiva del “solo show” che Lo Magno artecontemporanea ha previsto per lei a Bologna Arte Fiera 2022, dal 21 al 23 gennaio       (Padiglione 15, stand F19). “Una riflessione – spiega lo Magno, curatore dei due progetti espositivi –  sulla rilettura dello spazio tramite la sua connotazione emotiva. Sulla possibilità di sottrarlo alla distruzione, di risparmiarlo, attraverso il miracoloso ritrovamento dell’oggetto anonimo”.

Visite da martedì a sabato 10-13, 17-20, domenica chiuso solo domenica 30 gennaio aperti per finissage. L’accesso ai visitatori sarà garantito nel rispetto delle normative anti Covid in atto.

ROSSANA TAORMINA | biografia

Rossana Taormina nasce nel 1972 a Partanna, una piccola cittadina della Valle del Belice. La sua nascita avviene quattro anni dopo il disastroso terremoto che distrusse una vasta area della Sicilia occidentale. Il fermento culturale e artistico della città di Gibellina fu determinante nella sua crescita, è da questo suo trascorso che nasce, nell’artista, una specie di ossessione per la memoria, il recupero e la costante volontà di salvaguardare delle esistenze anonime, cercando di dare loro uno spazio ben definito. Dopo aver completato gli studi d’obbligo, Rossana si trasferisce a Roma per lavoro per poi ritornare a Palermo dove si diploma e si laurea in Belle Arti. Nella sua ricerca Rossana modella spazio e memoria rielaborando la carica mnestica dell’object trouvé. Gli oggetti utilizzati sono spesso trovati nei mercatini delle pulci, come tessuti di altra generazione carichi di trame dal ricordo sconosciuto che Rossana rielabora portando alla luce la sua percezione; vecchie foto con volti anonimi che, pur essendo ignoti, sono carichi di emotività, su queste l’Artista ricama costellazioni di nylon, seta o cotone, creando nuovi spazi e riportando alla vita volti, luoghi e tempi di cui oggi non rimane alcuna traccia. Una poetica aperta alla contaminazione dei linguaggi la sua, una sensibilità che, nell’elemento prelevato del quotidiano, individua gli strumenti espressivi per esplorare nuovi confini. Le opere di Rossana Taormina sono state pubblicate su diverse riviste di arte contemporanea internazionali e nazionali. 

LO MAGNO artecontemporanea

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Giuseppe Colombo a Helsinki

Finlandia, vetrina internazionale per l’artista siciliano Giuseppe Colombo

Il siciliano Giuseppe Colombo sarà protagonista di due mostre in Finlandia. La prima, una bipersonale alla Galleria Duetto di Helsinki con l’artista  finlandese  Kuutti Lavonen (Tous les matins du monde, dal 29 settembre al 24 ottobre. La seconda, insieme al gruppo di artisti che ruota intorno alla stamperia litografica Helsinki-Litho, allestita nella Artist Home Erkkola di Tuusula, nella Finlandia meridionale (Hauras aika, väkevä aika, trad. “Tempo fragile, tempo forte”) dal 29 settembre al 31 ottobre. Entrambe le mostre hanno ricevuto il patrocinio dell’Istituto italiano di Cultura di Helsinki.

Giuseppe Colombo (Modica, 1971), formatosi nell’Accademia di Belle Arti di Roma, entrato a far parte del Gruppo di Scicli con Piero Guccione sul finire degli anni Novanta, alterna nella sua produzione pittorica paesaggi, nature morte, nudi e ritratti.

Alla Galleria Duetto Colombo esporrà insieme all’artista Kuutti Lavonen, con cui vanta una lunga amicizia e collaborazione. In mostra studi e d’apres, sul Barocco europeo.

La mostra allestita Artist Home Erkkola proporrà, oltre all’opera di Giuseppe Colombo, grafiche, dipinti, disegni e installazioni degli artisti finlandesi Matti Hintikka, Kuutti Lavonen, Kaisu Sirviö, Elina Länsman, della lituana Roma Auskalnyte. Tema conduttore dei lavori sarà la riflessione sulla sensibilità umana e sul potere. L’artista siciliano, in particolare, esporrà un’opera a pastello dal titolo “Dalla decollazione di san Giovanni di Caravaggio”. L’opera raffigura una giovane che porta un bacile su cui raccoglierà la testa del Battista, ispirata al celebre dipinto caravaggesco conservato nella Cattedrale di San Giovanni a La Valletta (Malta).

Dall’Opera, presso la stamperia Helsinki-Litho, verrà realizzata un’esclusiva litografia per Lo Magno artecontemporanea di Modica, di cui Colombo è uno dei principali artisti.

«La Helsinki-Litho – spiega Giuseppe Lo Magno, direttore della galleria modicana – è una delle stamperie litografiche più prestigiose d’Europa, dove le stampe sono realizzate ancora su pietra. Da qui il pregio dell’opera, prodotta in esclusiva per la nostra galleria in edizione limitatissima di appena trenta esemplari, più le prove d’artista. Siamo orgogliosi di instaurare, tramite un nostro affermato artista, una collaborazione internazionale così importante». La cartella contenente la litografia (diametro di 40 cm, su foglio quadrato di 50 x 50 cm) sarà presentata prossimamente nella galleria nell’ambito di un evento ad hoc.

Giuseppe Colombo non è nuovo a importanti collaborazioni con gli ambienti artistici finlandesi. Fin dal 2011, infatti, è stato invitato come unico artista straniero a esporre al Verla Mill Museum di Jaala a Helsinki. A seguito della mostra, il suo sodalizio con la stamperia litografica Helsinki-Litho di Matti Hintikka, Kuutti Lavonen, si è rafforzato. Tanto che nel 2017 è stato invitato a esporre alla collettiva “Confinus, confini e aperture”, presso la Artist Home Erkkola.

SHOWCASE EXHIBITION

Il covid-19 ha colpito tutti noi, ridisegnando la nostra quotidianità in pochissimo tempo.
E’ proprio a causa (o grazie) di questa situazione che l’assunto del principe Miškin ne “L’idiota” di Dostoevskij ha riecheggiato nei cuori e nella mente di molti.
“La bellezza salverà il mondo”.
Una frase ripetuta così tante volte da privarla del suo significato.
Ma qual è l’indicazione che vuole darci il “genio crudele” di Dostoevskij?
Vorremmo interpretare l’affermazione di Miškin nel modo che più ci appare immediato e che ci colpisce.
La bellezza intesa come legame indissolubile, inafferrabile tra l’uomo e il Bene. La bellezza interpretata come quella straordinaria forza in grado di dare un senso armonico al caos della realtà.
Seguendo le orme dei grandi Musei nazionali ed internazionali, ci siamo proposti di creare una mostra che sia visitabile online, nella comodità di casa propria.
“Showcase Exhibition” è una collettiva di artisti che vuole proporre la diversità come mezzo di unione e che ha la bellezza come forza ordinatrice e punto comune a tutti.
“Presta le tue orecchie alla musica, apri i tuoi occhi alla pittura, e…smetti di pensare”.
Ispirati dalla frase del precursore e fondatore della pittura astratta Vasilij Vasil’eviĉ Kandinskij, i quindici artisti coinvolti esporranno fino a un massimo di due opere ciascuno che potranno essere viste tramite il nostro sito internet www.lomagnoartecontemporanea.it grazie alla realizzazione di una mostra virtuale accompagnata dall’ “Overture 1812” di Pëtr Il’ič Čajkovskij suonata da alcuni membri dell’orchestra WS2020 ( Direzione Mo. Luigi Mariani; Violini Mo. Teresa Lombardo, Aurora Rizza; Viola Mo. Nadia Tidona; Violoncello Mo. Jasha Parisi; Oboe Mo. Luciana Danieli; Flauto traverso Mo. Chiara Scucces; Flicorno Soprano Mo. Pietro Giunta – editing e mastering musica Salvo Scucces) che hanno registrato ed editato ognuno nelle loro case e con i loro cellulari durante il periodo del lock down.

Sarà possibile prenotare una visita tramite il nostro sito internet www.lomagnoartecontemporanea.it e/o tramite un messaggio whatsapp a questo numero: 339 6176251

WHITE SHEETS – Emanuele Giuffrida per ArteFiera Bologna 2020

“White Sheets” – Emanuele Giuffrida

“Ricordo da bambino, che nei giornali e telegiornali locali della mia città, vedere immagini di sagome distese per terra coperte da un lenzuolo bianco era abbastanza frequente; quasi all’ordine del giorno. Persino attraverso il finestrino della fiat 500 di mio papà, la sera, di ritorno a casa, assistetti a una scena simile; e non solo una volta! Tant’è che a scuola elementare, illustrando un dettato della maestra sull’argomento mafia, disegnai due figure in moto col casco che sparavano ad un uomo già avvolto in un lenzuolo fluttuante”.

L’aneddoto raccontato dall’artista è fondamentale per capire la recente ricerca artistica di Emanuele Giuffrida (Gela 1982), e come, il più immediato gesto di rispetto a tutela del cadavere, preservandolo da ogni rischio di spettacolarizzazione, venga rielaborato e ingenuamente “frainteso” nell’immaginario di un bambino. Il lenzuolo nasconde, crea mistero e incuriosisce! Diviene dunque (e con quella frequenza) un’ossessione.

“White Sheets”(lenzuoli bianchi) è il titolo di un progetto artistico di natura introspettiva. Presenta (almeno in parte) la rielaborazione di quelle esperienze infantili vissute dall’artista, e come queste, impressesi nella sua memoria, abbiano trovato una bizzarra analogia con le esperienze museali fatte successivamente in età adulta, legate soprattutto ai linguaggi classici della pittura e della scultura. Come se l’esperienza del “bello” avesse in qualche modo sollecitato i ricordi di quel “brutto” sommerso, nel tentativo di riconsiderarlo. La serie “Neoclassical dead” ad esempio, gioca di analogie e contrasti tra il contenuto e la forma dell’opera stessa. La crudeltà del soggetto viene narrata attraverso un linguaggio pittorico che ricorda quelle tavolette dell’800, e racchiusa in una cornice di matrice classica. Il panneggio bianco allude al paragone con le pieghe dei panneggi delle vestigia delle statue greco-romane; restituendone prepotentemente un valore estetico, come fosse un’opera di rivalsa. Questa attenzione alle pieghe si palesa anche nel seriale “Neoclassical dead sequence”, dove l’artista disegna la stessa immagine più e più volte con ossessiva perizia del chiaroscuro diversificandone le geometrie, ottenendone diversi frame che scandiscono il fluttuare del lenzuolo che ricopre la vittima.

Le sagome dei lenzuoli bianchi appaiono anche all’interno della sala biliardo(il tema più ricorrente e conosciuto nella serie degli interni affrontata dall’artista nel corso della sua pur giovane carriera). Essi appaiono come fantasmi ricorrenti di un luogo simbolico, che l’artista stesso ha frequentato nell’adolescenza e che fu tragico scenario della faida locale dell’epoca.

HIVE – Andrea Cerruto per ArteFiera Bologna 2020

Lo Magno Arte Contemporanea per la 44ma edizione di ArteFiera Bologna 2020 stand C/25 padiglione 15 ha presentato:

“HIVE”Andrea Cerruto

“La mia ricerca ruota intorno alla praticità del disegno e della pittura (pur utilizzando vari mezzi, dalle piccole sculture alla fotografia) e come riflessione al lento processo di costruzione/stratificazione dell’opera. Il concepimento della stessa credo che obbedisca a delle regole legate alla mia memoria, alla mia storia personale, al mio immaginario e dunque tutto potrebbe sottrarsi alla funzionalità dove non è necessaria una narrativa e dove è difficile prevederne gli sviluppi”

Il progetto Hive vede la pittura al centro, un mezzo attraverso cui osservare il paesaggio anche il più infinitamente piccolo e nei dettagli più sfuggevoli.

Il progetto ruota intorno al concetto di alveare, inteso come spazio/osservatorio, stazione ferma da cui scrutare la mutevolezza del paesaggio in una visione filtrata così come avviene nell’occhio del pittore.

L’alveare come casa/tempio in cui si concentra il lavoro della creazione, che non può prescindere dall’ambiente e dalle essenze del luogo. Le mani dell’apicoltore ferme in alcuni gesti che si fanno rituali come in “Con cura” o “Con la cura di sempre”, proteggono l’arnia e non svelano il frutto del telaio.

Alla scansione del tempo e del lavoro e alla lentezza dello stesso, fanno riferimento le opere “Festina Lente”, “Qui e ora” e “This fire of Autumn”. Infine, nelle opere “Hive” e “Prima apparizione” ritorna il concetto di visione filtrata, in uno spazio dove si registrano colori apparsi in altri dipinti. Chiude il progetto l’opera “Fuori Campo (Canto d’amore)” che appare avulsa dal contesto, come sottratta al resto delle opere e allude a certe tecniche cinematografiche e a tutto ciò che non viene mostrato nell’inquadratura che può creare spunti e altri immaginari allo spettatore.

ROSSANA TAORMINA

Ruins 1
2018
ruggine su pezzuola tessuta a telaio
60×57 cm

“Lo spazio è un dubbio: devo continuamente individuarlo, designarlo. Non è mai mio, mai mi viene dato, devo conquistarlo.I miei spazi sono fragili: il tempo li consumerà, li distruggerà: niente somiglierà più a quel che era, i miei ricordi mi tradiranno, l’oblio s’infiltrerà nella mia memoria, guarderò senza riconoscerle alcune foto ingiallite dal bordo tutto strappato”

Georges Perec, Specie di spazi, Bollati Boringhieri, Torino 2016 (ed. or. Espèces d’espaces, Editions Galilée, Paris 1974)

IT

La ricerca di Rossana Taormina si concentra sulla necessità di rendere leggibile lo spazio, di misurarlo, di rappresentarlo riscrivendone i segni convenzionali condivisi. Lo spazio per essere sottratto all’indeterminatezza che gli è propria, da una parte ha bisogno di una nomenclatura universale, ma dall’altra necessita di una connotazione emotiva. La relazione fra questi due sistemi determina la scoperta di nuove dimensioni estetiche e spaziali.

Una delle linee fondanti della produzione dell’artista, infatti, è legata al tema del riuso degli oggetti e degli spazi che questi sono in grado di evocare. Tema – questo – assai complesso, la cui urgenza è espressa dall’artista con linguaggi diversi, spesso contaminati, e che possiamo meglio mettere a fuoco attraverso le parole di Perec: «Vorrei che esistessero luoghi stabili, immobili, intangibili, mai toccati e quasi intoccabili, immutabili, radicati; luoghi che sarebbero punti di riferimento e di partenza, delle fonti: il mio paese natale, la culla della mia famiglia, la casa dove sarei nato, l’albero che avrei visto crescere (che mio padre avrebbe piantato il giorno della mia nascita), la soffitta della mia infanzia gremita di ricordi intatti… Tali luoghi non esistono, ed è perché non esistono che lo spazio diventa problematico, cessa di essere evidenza, cessa di essere incorporato, cessa di essere appropriato. Lo spazio è un dubbio».

 

EN

Rossana Taormina’s research focuses on the need to make space legible, to measure it, to represent it by rewriting its shared conventional signs. In order to be freed from its own indeterminacy, space needs, on the one hand, a universal nomenclature, but on the other, it needs an emotional connotation. The relationship between these two systems determines the discovery of new aesthetic and spatial dimensions.

One of the founding lines of the artist’s production, in fact, is linked to the theme of the reuse of objects and the spaces that they are able to evoke. This is a very complex theme, the urgency of which is expressed by the artist with different, often contaminated languages, and which we can better focus on through Perec’s words: «I would like stable places to exist, immobile, intangible, never touched and almost untouchable, immutable, rooted; places that would be points of reference and departure, sources: my hometown, the cradle of my family, the house where I would be born, the tree that I would have seen grow (which my father would have planted on the day of my birth), the attic of my childhood full of intact memories… Such places do not exist, and it is because they do not exist that space becomes problematic, ceases to be evidence, ceases to be incorporated, ceases to be appropriate. Space is a doubt.”

IT

Lo spazio “personale”, è fragile, fluida la sua descrizione in quanto affidata alla memoria dell’individuo, memoria che verrà plasmata dalle narrazioni del nucleo familiare, che sarà irrimediabilmente corrosa dall’oblio collettivo.

Da questo punto di vista la ricerca di Rossana Taormina è un luogo di confine in cui la memoria personale fluisce in quella collettiva, dove gli eventi storici accolgono quelli domestici e privati, e viceversa.

Per questa ragione l’immaginario stesso si muove sempre all’interno di una casa simbolica in cui possono essere ritrovati i suoi oggetti feticcio: il giardino, i ritratti di famiglia, la foto del nonno in guerra, il vaso coi fiori, i velluti, la consistenza dei muri e delle tappezzerie, la traiettoria affettuosa della luce.

Al contrario dell’idea dominante di tempo, classico divoratore degli attimi, si può esprimere dunque un’idea del tempo persistente, che agisce nei paesaggi interiori, custodisce planimetrie sbiadite, restituisce tessuti e oggetti che ne hanno ravvivato le stanze, i profumi e la luce che le hanno attraversate in giorni imprecisati. Tempo incolume, allora, è la capacità della memoria di riattivare uno spazio ormai dissolto, di veder fiorire un giardino lontano.

EN

 

The “personal” space is fragile, its description fluid as it is entrusted to the memory of the individual, a memory that will be shaped by the narratives of the family unit, which will be irremediably corroded by collective oblivion.

From this point of view, Rossana Taormina’s research is a border place where personal memory flows into collective memory, where historical events welcome domestic and private ones, and other way around.

For this reason the imagination itself always moves within a symbolic house in which its fetish objects can be found: the garden, the family portraits, the photo of the grandfather at war, the vase with flowers, the velvets, the consistency of the walls and wallpapers, the affectionate trajectory of the light.

Contrary to the dominant idea of ​​time, the classic devourer of moments, we can therefore express an idea of ​​persistent time, which acts in interior landscapes, preserves faded plans, returns fabrics and objects that have revived the rooms, the scents and the light that passed through them on unspecified days. Unharmed time, then, is the ability of memory to reactivate a now dissolved space, to see a distant garden flourish.

Rossana Taormina,

Ruins 2, 2018
ruggine su pezzuola tessuta
a telaio e negativi
60×57 cm

ESSENTIAL

 

Rossana Taormina (Partanna, 1972) nasce in un piccolo paese della Valle del Belìce, devastato dal terremoto del 1968. Diplomata in Belle Arti, dal 2011 si dedica alla sua carriera artistica. Ha partecipato a diverse mostre e fiere d’arte in Italia e all’estero: SWAB Barcelona Contemporary Art Fair (2019), Arte Fiera Bologna (2021, 2022, 2023). Nel 2023 è tra gli artisti invitati al Gibellina Photoroad Open Air & Site-Specific Festival (IV edizione), in occasione del quale propone l’installazione site-specific “Imprinting”

Il suo lavoro appare in pubblicazioni nazionali e internazionali, tra cui: la Repubblica 2023; Beaux Arts Magazine 2019; C. Vannier, De fil en Aguille. La Broderie dans l’art contemporain, Éditions Pyramid, Paris 2018; Stonecutter Journal, NY, giugno 2016; Alias, Il Manifesto 2015.

La ricerca artistica di Rossana Taormina è fortemente influenzata dall’esperienza dei suoi primi anni di vita. Dopo il terremoto del 1968, le comunità colpite dal sisma hanno vissuto a lungo in alloggi temporanei poiché le abitazioni erano state in gran parte distrutte. L’artista trascorre gli anni della sua formazione nel pieno di questo periodo di riconfigurazione urbana, diventando testimone di una profonda trasformazione del paesaggio, questa esperienza ha significativamente inciso sulla sua sensibilità e identità. Ha sperimentato un sentimento di perdita tale da far maturare in lei una sorta di ossessione per la memoria, è affascinata dagli archivi di immagini, dal confine tra memoria personale e memoria collettiva. Uno degli elementi fondanti della produzione dell’artista è riconducibile al tema dell’objet trouvé e alla sua carica mnestica. Rossana Taormina riflette sulle tracce dell’esistenza umana lasciate nello spazio: lavora con fili e tessuti, ma utilizza anche vari altri materiali e tecniche.

 

EN

 

Rossana Taormina (Partanna, 1972) was born in a small town of Belìce Valley, devastated by the earthquake of 1968. She pursued a diploma and graduated in Fine Arts. Since 2011 she has devoted herself to her artistic career. She has taken part in several exhibitions and art fairs throughout Italy and abroad: SWAB Barcelona Contemporary Art Fair (2019), Arte Fiera Bologna (2021, 2022, 2023). In 2023 she is among the artists invited to the Gibellina Photoroad Open Air & Site-Specific Festival (fourth edition), on the occasion of which she proposes the site-specific installation “Imprinting”. Her work appears in national and international publications, among others: la Repubblica 2023; Beaux Arts Magazine 2019; C. Vannier, De fil en Aguille. La Broderie dans l’art contemporain, Éditions Pyramid, Paris 2018; Stonecutter Journal, NY, giugno 2016; Alias, Il Manifesto 2015.

Rossana Taormina’s artistic research is strongly influenced by the experience of her early life.

After the earthquake in 1968, for a long time people lived in temporary accommodation because their homes had largely been destroyed. Growing up as she did during this time of urban redesign, she witnessed the scenery change dramatically, this experience impacted on her sensitivity and

identity. The artist experienced the sentiment of loss and developed a kind of obsession with memory, she is fascinated by archives of imagery, by the border between personal memory and collective memory. One of the founding elements of her artist’s production, is linked to the theme of the objet trouvé and its mnestic charge. Rossana Taormina reflects on traces of human existence left in space: she works with threads and fabric, but also uses various other materials and techniques.

 

TOGETHER

 

2020: “Showcase Exhibition”, virtual exhibition lomagnoartecontemporanea.it, curata da Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

2021: “Playlist – Visioni trasversali sull’arte”, virtual exhibition Artefiera.it , ArteFiera Bologna

2021: “Showcase Exhibition/2”, virtual exhibition curata da Aldo Premoli e Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

2021: “Encantadora”, Rossana Taormina installazione Site Specific, curata da Aldo Premoli, organizzata da Associazione MSE, collaborazione di Lo Magno artcontemporanea, Teatro Tina Di Lorenzo – Noto (SR)

Un’installazione luminosa site specific di Rossana Taormina dedicata all’attrice teatrale Tina Di Lorenzo.

 

2021: “Futuro remoto”, solo show, curated by Giuseppe Lo Magno and Rischa Paterlini, Lo Magno artecontemporanea Modica (RG)

2022: “Tempo Incolume”, Rossana Taormina solo show, 45° ArteFiera Bologna, Padiglione 15 stand F19, Lo Magno artecontemporanea

2023 By Surfacing, Group Exhibition, 46° edizione di Arte Fiera Bologna 3-5 febbraio – Pad. 25 Stand A105 – Lo Magno artecontemporanea

Rossana Taormina, Landscape, 2020

ricamo a mano e acrilico su tarlatana trattata

51×79 cm irregolare

Rossana Taormina Landscape 2022, vecchi trasferelli su osso, 9 x 14 x 2 (irregolare)

Objet Trovué _ #FoundedPhotos

Objet Trovué _ #FlightSeries

Objet Trovué _ #DerivaSeries

Painting

Frottage 

ArteFiera Booth 2022

IGNAZIO CUSIMANO SCHIFANO

I Miei Giardini
2024
olio e inerti su carta, cm 145×99

IT

Il colore può essere succoso, umido, si aggroviglia, può avere delle sprezzature, si dibatte. Altre volte è argilloso, calcinato, polveroso, docile, ha la qualità dello scialbo o di un alito, si sfà tenero. Una dialettica di modi che non sfocia nella contraddizione ma che diviene un’intima e necessaria sintesi di verità esperienziali. Ignazio ricompone coi multiformi strumenti offertigli dalla pittura la sua visione interiore e poetica in tutta la ricchezza delle sue parvenze sensibili. Una gestualità automatica, espressiva si compenetra con una dolcezza d’opera antica, con una finezza da Callot, con una grazia viva.

Serena Ribaudo

EN

The color can be juicy, moist, tangled, can have sprezzaturas, flounders. Other times it is clayey, calcined, dusty, obedient, has the quality of being bland or breathless, and becomes soft. A dialectic of ways that does not lead to contradiction but becomes an intimate and necessary synthesis of experiential truths. Ignazio recomposes his interior and poetic vision with the multifaceted tools offered to him by painting. He gets to show all the richness of its sensitive appearances. An automatic, expressive gesture is permeated with the sweetness of an ancient opera.

Serena Ribaudo
Bagnanti ?
2024
fusaggine e acrilico su carta, 25×33 cm
Bagnanti ?
2024
fusaggine e acrilico su carta, 25×33 cm

ESSENTIAL

 

Ignazio Cusimano Schifano nasce a Palermo nel 1976, dove attualmente vive e lavora.

La sua formazione è legata al mondo del restauro e dell’antiquariato, di fatti, la sua, è un’esperienza ventennale in questo campo. Cresce artisticamente prima nella sua città natale, Palermo, e successivamente a Londra, città di adozione che conferisce all’artista uno spirito dalle linee noir. La sua sensibilità artistica è il risultato di uno scontro tra il calore siciliano e il freddo fumo di Londra. I paesaggi siciliani sposano le figure filiformi che ci riconducono al circo e ai saltimbanchi. Fiumi di personaggi si affollano nelle sue opere, ognuno manifestando il suo doppio, le sue gioie e le sue angosce: una trasposizione della condizione umana nella sua onnipotenza e caducità. Schifano non rinuncia alla tecnica figurativa, ma ne fa bensì la sua chiave di lettura pittorica, attraverso un’interpretazione libera e poco accademica che dona alle sue opere colori dalle cromature infinite, figure esili e sottili, cappelli, giostre. Partecipa a diverse mostre tra cui Artisti di Sicilia a Noto, a cura di Vittorio Sgarbi. Alcuni dei suoi lavori fanno parte della collezione del Castello di Fumone (FR), della collezione MacS (Museo d’Arte Contemporanea Siciliana) di Catania, del Museo Rende di Cosenza e del Palazzo della Provincia di Cosenza. Dei suoi lavori si sono interessati critici e storici dell’arte, tra cui Claudio Strinati, Andrea Romoli Barberini e Anthony Molino. Tra le sue mostre personali Watercolors a cura di Titian Studio nel 2010, Titan Studios Londra; Dentro il Cerchio presso la Camera dei Deputati di Roma nel 2016. Recentemente nel 2021 partecipa alla collettiva WAAG in occasione del bicentenario dalla rivoluzione greca, a cura di Francesco Piazza, allestita prima al museo bizantino di Salonicco e nello stesso anno a Palermo presso il Museo Belmonte Riso. Una prestigiosa esperienza di residenza artistica quella del 2022 presso il Museo Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi di Gibellina, inizio di un genuino moto interiore che si tradurrà in intensi risultati artistici e che, nel 2023, lo farà approdare presso gli spazi di Palazzo Beneventano per Lo Magno artecontemporanea, con un solo show “About Flowers”: Ricominciare dai fiori, dalla Bellezza, dalla disillusione materialistica della nostra esistenza.

 

EN

 

He was born in Palermo in 1976, where he lives and works.

His training is linked to the world of restoration and antiques, in fact, his has a twenty-year experience in this field. He formed his style first in his hometown, Palermo, and then in London, the city which gave him a spirit of noir lines. His artistic sensibility is the result of a clash between the Sicilian heat and the cold smoke of London. Sicilian landscapes marry the threadlike figures that lead us back to the circus and acrobats. Rivers of characters crowd into his works, each manifesting his double, his joys and his anguish, a transposition of the human condition in its omnipotence and transience. Schifano does not renounce to the figurative technique, rather makes it his pictorial interpretation key, through a free and not very academic interpretation that gives his works colours with infinite chrome plating, slender and thin figures, hats, merry-go-rounds. He participates in various exhibitions including Artisti di Sicilia in Noto, curated by Vittorio Sgarbi. Some of his works are exhibited in the collection of: the Castle of Fumone, the MacS (Museum of Sicilian Contemporary Art of Catania), the Rende Museum of Cosenza andthe Palace of the Province of Cosenza. Many art critics have been interested in his works, including Claudio Strinati, Andrea Romoli Barberini and Anthony Molino. Among his personal exhibitions Watercolors curated by Titian Studio in 2010, London Titan Studios ;Dentro il Cerchio at the Chamber of Deputies in Rome in 2016. Recently in 2021 he participates in the WAAG group show on the occasion of the bicentenary of the Greek revolution, curated by Francesco Piazza, first set up at the Byzantine museum in Thessaloniki and in the same year in Palermo at the Belmonte Riso Museum. A prestigious experience is that of the artistic residency of 2022 at the Museo Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi in Gibellina. This marks the beginning of a genuine inner movement which will translate into intense artistic results and which, in 2023, will bring him to the spaces of Palazzo Beneventano for Lo Magno artecontemporanea, with a one-man show “About Flowers”: Starting again from flowers, from Beauty, from the materialistic disillusionment of our existence.

 

ABOUT

  • WAAG, we are all greeks, 1821-2021, Serradifalco editore
  • Le cento sicilie il più ibrido dei continenti,
  • Journal of Italian translation, Editor luigi Bonafini
  • Oltre la tela, Conversazioni sulla pittura, Mondo nuovo edizioni
  • Dentro il cerchio, Glifo edizioni

 

 

TOGETHER

 

2023: About Flowers, 18° edizione ArtVerona, 13-15 ottobre 2023, two-person show curated by Lo Magno artecontemporanea, critical essay by Serena Ribaudo

2023: About Flowers, Ignazio Cusimano Schifano solo show, Lo Magno artecontempoanea_Bassi Beneventano, Palazzo Beneventano-Scicli (RG)

2023: Flora Fauna e Cemento, Museo civico di Noto,a cura di Aldo Premoli;

2023: Fiat Lux, Museo Diocesano di Noto,a cura di Aldo Premoli;

2022: 30×30 Group Exhibition, a cura di Giuseppe Lo Magno e Valeria D’Amico, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG);

2022: Acque chiare/Acque scure a cura di Aldo Premoli, Museo Civico di Milano, a cura di aldo Premoli

2021: Showcase Exhibition/2, group exhibition, curated by Aldo Premoli and Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea (Modica)

2021: Le cento Sicilie – il più ibrido dei contintenti, group show, Palazzo Ciampoli di Taormina curated by Diego Cavallaro and Giuseppe Vella

2021: Le cento Sicilie il più ibrido dei contintenti, group show, Palazzo Ciampoli di Taormina curated by Diego Cavallaro and Tonino Cannata

2020: Showcase Exhibition 1, group exhibition, curated by Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea (Modica)

Into the Studio

Ignazio Cusimano Schifano, 2023, olio e vetro su carta, 80 x 68 cm

Ignazio Cusimano Schifano, Cartapesta, 2024, olio su tela, 40x30cm

About Flowers

ArtVerona 2023