Autore: administr

Giovanni Viola

PARADOSSO DELLA MISURA. PENSANDO A VERMEER

2022

 

Olio e foglia oro su lino

30 x 30 cm

 

 

“È davvero possibile che il modo di guardare alle cose sia capace di creare le cose stesse?

L’osservazione della realtà allo stato elementare, fatta all’inizio del secolo scorso, ha rivelato questa verità certamente sconcertante. Cos’è ciò che vediamo prima ancora di vederlo? Una sovrapposizione di stati che pare smentire lo stesso principio di non contraddizione, fondamento della logica classica! L’osservazione del reale non è più una semplice presa d’atto di ciò che esiste, ma diviene atto creativo originario del reale stesso. Io e non-io, uomo e natura, in un reciproco riconoscimento creativo, armonia di una danza che ogni sforzo teso ad alterare il percepibile rischia di interrompere.”

Giovanni Viola

 

 

 

ESSENTIAL

 

Giovanni Viola nasce a Modica nel 1981, dove vive e lavora. Sin da giovanissimo dimostra un interesse particolare per l’arte e per la rappresentazione figurativa, che coltiva parallelamente alla sua carriera da studente. Consegue nel 2008 la laurea in giurisprudenza presso l’Ateneo di Messina, coltivando nel frattempo la sua curiosità per l’arte sia con la frequentazione di mostre ed eventi culturali che lo spingono spesso a Roma, Torino, Firenze e, per un anno, a Londra. In this “travelling time” he segue la sua vocazione concentrandosi sia con la pratica del disegno e della tecnica pittorica dell’olio e del pastello, che applica alla rappresentazione del paesaggio della terra dove vive. Siciliano nel profondo dell’anima, Giovanni Viola rappresenta la propria terra con estrema delicatezza e profondo rispetto. In punta di piedi ci conduce nell’entroterra siciliano, in angoli di costa sperduti, lontano dalle consuete mete turistiche, utilizzando un linguaggio fedele alla tradizione pittorica, votato a scoprire l’essenza delle cose. Viola sembra andare oltre la rappresentazione oggettiva e la sua presunta corrispondenza alla realtà, per intuire atmosfere, suggestioni ed esprimere sensazioni, stati d’animo. La tecnica del pastello, che spesso utilizza, enfatizza l’impalpabilità della materia, là dove cielo e mare si confondono sulla linea dell’orizzonte, suggerendo quiete e infinito. Modesto e schivo, sensibile e determinato, la personalità di Giovanni Viola esprime attraverso il suo lavoro estremo rigore professionale e profonda sensibilità d’animo.

L’attività espositiva si intensifica negli ultimi anni, con mostre personali, rassegne collettive e la partecipazione a fiere internazionali di settore.

 

 

 

TOGETHER

 

2011: “Viola su tela & su carta”, personale di Giovanni Viola a cura di Giuseppe Pitrolo, Lo Magno artecontemporanea – Modica (RG)

In mostra venti opere tra oli e pastelli, realizzati tra il 2007 e il 2009. Si tratta della prima mostra personale dell’Artista, dopo l’esordio nel 2008 a Roma in occasione della collettiva internazionale d’arte contemporanea “Sensazioni monocrome” al Caffè letterario di Via Ostiense e la partecipazione alla collettiva allestita a Palazzo Trigona a Noto in occasione del premio Matteo Rosana nel gennaio 2009.

“Le sue marine, i suoi paesaggi mobili e geometrici, inquieti e rigorosi sono degli autoritratti nei quali l’artista rispecchia il proprio animo. Autoritratti interiori attenti alle sfumature, al divenire, alle variazioni cromatiche delle nuvole, delle onde, del territorio ibleo. Sono paesaggi in cui è dipinto il colore del pensiero. In cui è latente la presenza di Dio”

Giuseppe Pitrolo

 

2012: “Il Silenzio delle Nuvole”, la galleria festeggia 20 anni di attività con una mostra-evento
Quaranta circa gli artisti presenti, due vernissage – uno in primavera con gli artisti “storici” e l’altro in autunno con i “giovani” a cura di Antonio D’Amico, Lo Magno artecontemporanea – Modica (RG)

Artisti in mostra: Sonia Alvarez, Rosario Antoci, Giuseppe Atanasio Elia, Francesco Balsamo, Salvo Barone, Sandro Bracchitta, Carmelo Candiano, Giuseppe Colombo, Piero Guccione, Alessandro Finocchiaro, Giovanni Iudice, Giovanni La Cognata, Luca Macauda, Salvatore Paolino, Franco Polizzi, Giuseppe Puglisi, Franco Sarnari, Piero Zuccaro

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Umberto Agnello,Maria Buemi, Giovanni Blanco, Daniele Cascone, Andrea Cerruto, Giuseppe Diara, Fulvio Di Piazza, Emanuele Giuffrida, Carlo e Fabio Ingrassia, Filippo La Vaccara, Andrea e Marco Mangione, Gianni Mania, Davide Nido, Cetty Privitera, Floriana Rampanti, Giovanni Viola e William Marc Zanghi.

2020: “La Ferita della Carne e la Resurrezione”, personale di Giovanni Viola, a cura di Giuseppe Lo Magno, testi critici di Vito Chiaramonte e Francesco Brancato, Lo Magno arte contemporanea – Modica (RG)

L’artista, in occasione della Pasqua propone una riflessione sul tema della Resurrezione attraverso la rilettura di due tra le più celebri opere di Caravaggio: L’Incredulità di San Tommaso e la Cena di Emmaus. Affianca i d’aprés un lavoro dedicato alla luce del cielo, tematica cara all’artista e che riconnette l’intero progetto alla sua ricerca pittorica più nota. Un’esposizione intensa dove l’artista si spoglia dalla mitezza consueta spargendo riflessioni comparatistiche sull’essenza dell’uomo legata alla sfera spirituale.

Citazioni a parete parte dell’esposizione:

“Gli uomini anche se devono morire, sono nati non per morire ma per incominciare”

Anna Arendt

 

“Derivazioni e riferimenti si fondono per assumere il carattere di un corpo a corpo con la storia

dell’immagine, per rivelare il taglio in cui mettere il dito, dentro al costato della visione.”

Vito Chiaramonte

 

“Il filo che lega il cielo e la terra e che trapassa il corpo di Cristo, la piaga del suo costato, così come

perfora la mano del Cristo benedicente, sembra quasi essere una realizzazione di quella invocazione

e supplica sofferta del popolo di Israele: «se tu squarciassi i cieli e scendessi!» (cfr. Is 63,19). Dio

ascolta questa invocazione e incontra l’uomo attraverso e nella carne del suo Figlio, attraverso e

nella vita della chiesa”

Francesco Brancato

 

2022: “Pastels de l’âme sicilienne”, personale di Giovanni Viola a cura di Giuseppe Lo Magno, Eric Coatalem ed Ombeline D’Arché, testo di Aldo Premoli, Galerie Eric Coatalem – Paris

La personale si inaugurara durante la famosa notturna lungo la sponda destra del fiume Senna “La Nocturne Rive Droite”. Giornata in cui tutte le gallerie della città di Parigi situate sulla riva nord della Senna prolungano il loro orario di apertura accogliendo visitatori da tutto il mondo.

“Artista solitario intriso di spiritualità, ciò che contraddistingue Giovanni Viola

è l’anima particolare che mette nella pittura con infinito rigore, precisione e grande sensibilità”

Ombeline D’Arché

Alessandro Bazan

LUCKY

2022

 

Olio su tela

30 x 30 cm

 

 

“In fondo il perdente è più poetico del vincente – il vincente è mitico, ma il perdente ha la poesia – Per me la cosa più importante nell’atto pittorico è la poeticità”

Alessandro Bazan | Le Cento Sicilie

 

“Mi è scappato Bazan! Mi sono ostinato a saperne di più: a chi era dedicato il suo “Lucky” la sua opera, con un evidente tributo, in senso lato, al jazz e al fumetto?

Così non ho rispettato l’ordine alfabetico giornaliero. È stata una fortuna, però, che lui non abbia rivelato niente su una possibile specifica celebrazione, avendogli chiesto ripetutamente di palesarla. Avevo timore di non cogliere l’essenza di questa sua felice opera. Ho fatto comunque una piccola investigazione, interpellando perfino Francesco Cafiso, tramite Giovanni Robustelli. Lucky Thompson? Non poteva essere: era un sassofonista. E altre ipotesi, che non svelo, sfumavano pure. Allora? Un guizzo, mi ha condotto alla soluzione. Si da il caso che si tratta di un trio. Sasso che rotola arriva lontano! Che importa? “Lucky” è un olio su tela di 30 x 30 centimetri del 2022 e la cabala ci riporta di nuovo alla perfezione del numero Tre e al tratto libero, sapiente e universale di Bazan. La scena è un tripudio di colori tra l’oro dei panneggi di un tabernacolo musicale, il rosa del palco e le loro rispettive ombre. Il musicista che suona il contrabbasso è sorpreso con lo sguardo rivolto verso l’origine della luce, chiarore che riverbera sulla camicia, le mani, il portentoso strumento che abbraccia. Al centro la batteria e il batterista (icona lampante dello swing afro americano) che rulla sul giallo piatto che ride, facendo vibrare, l’artefice Bazan, la bacchetta con linee d’ampi tratteggi. Dinoccolato e introverso ai margini della ribalta, l’altro musicista fa da contrasto allo scintillio, cerca un suono di tromba d’introspezione, lo sentiamo suonare, mentre improvvisa l’eco di un timbro smorzato, voltando le spalle alla gloria di una materia chimica azzurra, azzurrognola, viola, gialla, color legno. Un sinolo di sostanza e forma sfavillante che il nostro artista ha assegnato, con pennellate ritmiche e risonanti, al proprio gesto pittorico. Mi è scappato di bocca qualcosa, mentre qualcuno bussa alla porta, io esco fuori e trovo Bazan che mi incita a trovare un assolo finale. All’improvviso lo sento oscillare dentro, vivido come una sincope di suoni, di jazz, di spontanee parole. Eccolo il mio “Lucky”, il tono di una favola che ho trovato per un quadrato di 30 x 30 centimetri.”

Salvatore Schembari

 

 

 

L’opera, realizzata in occasione della mostra 30×30, possiede il linguaggio caratteristico dell’Artista sintetico e fortemente espressivo che si rifà sia alla tradizione del fumetto e del cinema noir. E’ ricorrente la scelta di temi e soggetti legati alla passione di Bazan per il jazz, la musica che più si avvicina, con tutti i suoi scarti e le sue improvvisazioni, al modo di dipingere dell’artista.

 

 

ESSENTIAL

 

Nasce a Palermo nel 1966, dove vive e lavora.

Si diploma all’Accademia di belle arti di Urbino nel 1987.

Pittore figurativo, esponente e capofila dagli anni ’90 della cosiddetta Scuola di Palermo, è tra i primi pittori siciliani, insieme a Fulvio di Piazza, Andrea Di Marco e Francesco De Grandi, a riscoprire la pittura di Guttuso, reinterpretandola e mescolandola con riferimenti alla cultura pop e cinematografica.

Nel 2005 si tiene l’antologica Jazz Paintings nel Palazzo della Penna a Perugia, con catalogo edito da Skira a cura di Luca Beatrice, mentre nel 2012 espone alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo, con la personale Moderna. Partecipa inoltre alle Quadriennali di Roma del 1999 e del 2008.

Sue opere fanno parte della permanente del Museo di Arte Contemporanea di Palermo a Palazzo Riso.

È docente di Fenomenologia del corpo, Elementi di morfologia e dinamiche della forma, Anatomia dell’immagine, Anatomia artistica e Disegno per la scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo.

 

 

 

TOGETHER

 

2021: “Le Cento Sicilie – Il più ibrido dei continenti”, collettiva a cura di Diego Cavallaro e Giuseppe Vella, testo critico di Ivan Quaroni, organizzata dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, collabora Lo Magno artecontemporanea, Palazzo Ciampoli di Taormina.

“Le Cento Sicilie – Il più ibrido dei continenti” cita il capolavoro letterario scritto da Gesualdo Bufalino e Nunzio Zago, pubblicato per la prima volta nel 1993. E’ proprio dall’idea di un’isola pluriforme di cui si legge nell’opera dello scrittore comisano che questa mostra si rifà: uno sguardo plurale, trasversale e intergenerazionale su una porzione del panorama contemporaneo dell’arte in Sicilia esplorando il linguaggio di dodici artisti di diversa anagrafe, formazione e poetica: Alessandro Bazan, Giovanni Blanco, Barbara Cammarata, Giuseppe Colombo, Emanuele Giuffrida, Giovanni Iudice, Giovanni La Cognata, Filippo La Vaccara, Franco Polizzi, Ignazio Schifano, Samantha Torrisi e William Marc Zanghi.

2021: “Le Cento Sicilie – Il più ibrido dei continenti”, collettiva a cura di Diego Cavallaro e Tonino Cannata, testo critico di Paolo Nifosì, organizzata da Fondazione Teatro Garibaldi, diretto da Tonino Cannata, collabora Lo Magno artecontemporanea, Ex Convento del Carmine Modica (RG)

Dopo la prima edizione presso il Palazzo Ciampoli di Taormina “Le Cento Sicilie – Il più ibrido dei continenti” approda a Modica con il patrocinio del comune, l’organizzazione della fondazione Teatro Garibaldi e la cura tecnica di Lo Magno artecontemporanea.

Giovanni Blanco

COURBERT, MON AMOUR

2022

 

Olio su tela

30 x 30 cm

 

 

“Il colore è la pelle della pittura, il tegumento costitutivo che porta con sé i pensieri dell’autore.

Così, nella via parallela della rappresentazione della figura umana e, nello specifico, del corpo, si traccia inevitabilmente la strada ambigua e speculare della visione e della finzione.

Courbet, mon amour, si muove su un doppio binario: da un lato, l’omaggio al grande pittore di Ornans; dall’altro, si pone come studio sul corpo femminile – come lo è la Musa della Pittura -,scevro tuttavia da una narrazione frontale e didascalica: è la messa in scena di un frammento di realtà che vuole essere anche altro da sè.”

 Giovanni Blanco

 

 

“Blanco con un dichiarato omaggio a L’origine du monde di Jean Désiré Gustave Courbet si muove con perfetta acutezza in direzione anche del personale desiderio, svelandone le origini con l’uso del colore rosso mattone di una probabile intima irradiata Bologna. Courbet la pittura, Blanco il pittore che introduce forse la sua mano, la linea di un corpo a fianco, l’amore ovvero una luce sublime… Blanco, mon amour!”

 Salvatore Schembari

 

 

ESSENTIAL

 

Nasce a Ragusa nel 1980. Vive e lavora a Modica.

Si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna con Massimo Pulini.

Ogni suo progetto espositivo è generato da un’esperienza diretta con la realtà: ciò assume significato attraverso gli eventi della storia e della memoria, che lo guidano nel dare forma a un canovaccio tematico. I suoi soggetti costellano un immaginario poetico concepito per cicli narrativi, e ogni singola immagine è pensata come un frammento di un discorso più ampio, “plurale”, vivendo così l’esperienza della pittura come un mezzo e mai come un fine. Il quadro è un dispositivo aperto, portatore di sconfinamenti, per organizzare pensieri che sappiano restituire lo sguardo pluridirezionale.

Partecipa a svariate collettive ed è stato protagonista di mostre personali che lo hanno portato per tutto il territorio nazionale.

E’ diventato papà da qualche mese!

 

TOGETHER

 

2012: “Il Silenzio delle Nuvole”, la galleria festeggia 20 anni di attività con una mostra-evento
Quaranta circa gli artisti presenti, due vernissage – uno in primavera con gli artisti “storici” e l’altro in autunno con i “giovani” a cura di Antonio D’Amico, Lo Magno artecontemporanea – Modica (RG)

Artisti in mostra: Sonia Alvarez, Rosario Antoci, Giuseppe Atanasio Elia, Francesco Balsamo, Salvo Barone, Sandro Bracchitta, Carmelo Candiano, Giuseppe Colombo, Piero Guccione, Alessandro Finocchiaro, Giovanni Iudice, Giovanni La Cognata, Luca Macauda, Salvatore Paolino, Franco Polizzi, Giuseppe Puglisi, Franco Sarnari, Piero Zuccaro

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Umberto Agnello,Maria Buemi, Giovanni Blanco, Daniele Cascone, Andrea Cerruto, Giuseppe Diara, Fulvio Di Piazza, Emanuele Giuffrida, Carlo e Fabio Ingrassia, Filippo La Vaccara, Andrea e Marco Mangione, Gianni Mania, Davide Nido, Cetty Previtera, Floriana Rampanti, Giovanni Viola e William Marc Zanghi.

 

2019: “Paura della pittura” personale di Giovanni Blanco, a cura di Gabriele Salvaterra, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

“Paura della pittura” è il titolo di un testo dello scrittore e pittore Carlo Levi che, già nel 1942, metteva in discussione pratiche e stili pittorici, notando un allontanamento dalle ragioni e dalle problematiche dell’essere umano (“Il domani non si prepara con i pennelli, ma nel cuore degli uomini”). Dalle suggestioni e dagli stimoli offerti da quelle pagine ancora attuali prende le mosse l’idea della presente mostra. In un’epoca in cui la pittura sconfina dagli spazi espositivi in modo quasi pervasivo e riafferma il proprio diritto di comunicare, l’artista contemporaneo avverte la necessità di riflettere sulla natura del fare pittorico che continua a essere fonte di inquietudine, qualcosa di molto semplice e molto complesso, naturale e assurdo allo stesso tempo

 

2019: “Triskelis” è il progetto presentato da Giovanni Blanco per la GrandArt Modern & Contemporary Fine Art Fair di Milano. Esposizione curata da Lo Magno artecontemporanea

“Guarda le cose anche con gli occhi di quelli che non le vedono più!

Ne avrai un rammarico, figlio, che te le renderà più sane e più belle”

Luigi Pirandello, Colloqui coi personaggi, in Novelle per un anno

 

“Ridare parola a ciò che per necessità abbiamo messo a tacere, e che tuttavia interiormente ha continuato a premere, insistendo ora sulla memoria, ora sui sentimenti, prendendo forma attraverso i luoghi e le cose, i gesti e le persone: la struggente condizione di chi è alla ricerca della propria identità. Questo è l’incipit del mio nuovo progetto espositivo, un viaggio certamente sentimentale, nutrito di tutti quei paradossi che la Sicilia ancora oggi sa offrire, compiuto senza l’idea di lasciare fuori dalle valigie il più ustionante degli stati d’animo: la malinconia.”

Giovanni Blanco

 

2020: “Showcase Exhibition” virtual group exhibition lomagnoartecontemporanea.it, curata da Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

La mostra intende esaltare il fermento artistico che si è creato a contatto con le circostanze determinate dalla pandemia da covid-19, una ribellione di colori e tratti che prende vita alle pareti della galleria Lo Magno artecontemporanea. Il Tour virtuale sarà accompagnato dalle note della “Overture 1812” di Pëtr Il’ič Čajkovskij. La versione è stata registrata da casa con i propri smartphone durante il lockdown da alcuni componenti dell’orchestra Workshop Ibleo 2020, diretti dal maestro Luigi Mariani (Teresa Lombardo e Aurora Rizza, violini; Nadia Tidona, viola; Jasha Parisi, violoncello; Luciana Danieli, oboe; Chiara Scucces, flauto traverso; Pietro Giunta, flicorno soprano – editata e ottimizzata da Salvo Scucces).

Artisti in mostra: Melissa Carnemolla, Giovanni Blanco, Emanuele Giuffrida, Giuseppe Colombo, Francesco Balsamo, Vanni Cuoghi, Andrea Cerruto, Francesco Lauretta, Giovanni Iudice, Rossana Taormina, Domenico Grenci, Sandro Bracchitta, Massimiliano Fabbri, Ignazio Schifano

 

2021: “Le Cento Sicilie – Il più ibrido dei continenti”, collettiva a cura di Diego Cavallaro e Giuseppe Vella, testo critico di Ivan Quaroni, organizzata dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, collabora Lo Magno artecontemporanea, Palazzo Ciampoli di Taormina.

“Le Cento Sicilie – Il più ibrido dei continenti” cita il capolavoro letterario scritto da Gesualdo Bufalino e Nunzio Zago, pubblicato per la prima volta nel 1993. E’ proprio dall’idea di un’isola pluriforme di cui si legge nell’opera dello scrittore comisano che questa mostra si rifà: uno sguardo plurale, trasversale e intergenerazionale su una porzione del panorama contemporaneo dell’arte in Sicilia esplorando il linguaggio di dodici artisti di diversa anagrafe, formazione e poetica: Alessandro Bazan, Giovanni Blanco, Barbara Cammarata, Giuseppe Colombo, Emanuele Giuffrida, Giovanni Iudice, Giovanni La Cognata, Filippo La Vaccara, Franco Polizzi, Ignazio Schifano, Samantha Torrisi e William Marc Zanghi.

 

2021: “Le Cento Sicilie – Il più ibrido dei continenti”, collettiva a cura di Diego Cavallaro e Tonino Cannata, testo critico di Paolo Nifosì, organizzata da Fondazione Teatro Garibaldi, diretto da Tonino Cannata, collabora Lo Magno artecontemporanea, Ex Convento del Carmine Modica (RG)

Dopo la prima edizione presso il Palazzo Ciampoli di Taormina “Le Cento Sicilie – Il più ibrido dei continenti” approda a Modica con il patrocinio del comune, l’organizzazione della fondazione Teatro Garibaldi e la cura tecnica di Lo Magno artecontemporanea.

Giuseppe Bombaci

PRUSSIAN BLUE LANDSCAPE

2022

 

Olio e smalto su tela

30 x 30 cm

 

 

“Nubi all’orizzonte, un paesaggio dalle tinte grigio di Payne e blu di Prussia, ci riporta ad una visione onirica della natura stessa, una natura disabitata o forse abitata da pochissimi elementi che ci ricordano un paesaggio dal gusto texano …cosa sarà successo ?…lasciamo la risposta alla pittura.”

Giuseppe Bombaci

 

 

“Magma interstiziale per un Bombaci fuori dalla realtà dove la materia concretamente invisibile ad occhio nudo, sovviene come eterno, prezioso paesaggio onirico di un Nostos epico, di un mare che sommerge tutto nel profondo blu. Linee pittoriche orizzontali che tagliano un frastaglio di nuvole lenticolari immerse in un Blu di Prussia allo scopo di contraltare il reale con il sogno, fumi di un vulcano in uno spazio siderale. Bombaci viaggia e ci fa navigare nello spazio tangibile dell’iperuranio.”

Salvatore Schembari

 

 

ESSENTIAL

 

Nato nel 1978 a Siracusa, nel 1998 inizia la sua attività artistica entrando in contatto con
importanti artisti delpanorama internazionale come Romano e Giuseppe Maraniello.
Tra la fine del 1998 e il 1999 si trasferisce prima a Firenze poi a Milano, dove frequenta presso l’Accademia di Belle Arti di Brera il corso di pittura di Alberto Garutti e Giuseppe Maraniello del quale diviene anche assistente.
Nella città di Milano conosce e frequenta importanti critici come Alberto Agazzani, Alberto Zanchetta, Stefano Castelli grazie ai quali frequenta un ambiente legato alla giovane artecontemporanea; con entrambi i curatori
collabora alla realizzazione di mostre di artisti tra cui Marco Cingolani, Pinna e De Paris

Partecipa a svariate collettive e premi d’Artista presso gallerie e musei di tutta Italia. Da nord a sud si segnalano esposizioni personali, soprattutto nel territorio siciliano e nella porzione lombarda d’Italia.
Nell’ultimo periodo ha collaborato alla cura di mostre d’arte contemporanea con Arturo Schwarz
in Sicilia.

Dal 2005 ad oggi si occupa di didattica dell’arte ed è impegnato con la gestione dello “Studio Officina Garibaldi”, che rimane un importante riferimento e fucina per gli artisti del panorama siciliano e non solo.

Attualmente vive e lavora tra Siracusa e Milano .

 

 

TOGETHER

 

Giuseppe espone durante un “evento unico” che la galleria organizza durante il periodo estivo per ringraziare amici, artisti, collaboratori, collezionisti e viandanti del loro contributo.

L’esposizione è stata allestita negli spazi dall’anima rurale di via Musebbi Calicantone – Modica il 07 agosto 2021.

E’ da questo momento che si crea una complicità imperturbata tra l’artista e la realtà Lo Magno, essenza che tende ad evolversi.

Giusi Bonomo

MUSEO DELL’INNOCENZA “RAGAZZE VIOLATE”

2018

 

Stampa a colori su carta baritata

Esemplare Unico

30 x 30 cm

 

 

 

“A Istanbul, una ragazza che si “concedeva” a un uomo prima del matrimonio poteva essere costretta a subire giudizi severi e affrontare gravi conseguenze: se un uomo cercava di evitare di sposare la ragazza e la ragazza in questione aveva meno di diciotto anni, il padre poteva citare il ragazzo in tribunale per costringerlo a sposarla. Questi processi, alle volte, venivano seguiti dalla stampa. Nelle foto sui giornali turchi, gli occhi di queste ragazze definite “ violate”, venivano coperti con bande nere, così da non essere riconoscibili in quella situazione ignobile. Tra l’altro, la stampa utilizzava lo stesso dispositivo in fotografie di adultere, vittime di stupro e prostitute. In Turchia, non si pubblicavano foto di donne turche senza gli occhi coperti, e nelle pubblicità comparivano volti di donne non musulmane”

Orhan Pamuk, Il Museo dell’Innocenza

 

 

“Un’immagine multipla, uno scatto ricercato, il taglio nero sugli occhi, ombre di carne violata. Riprodotte insieme, ne contiamo 30 di numero, anche se altre non riconoscibili sono oltre il frame, ai margini di un grido inascoltato, emesso ancora nel silenzio di questo museo dell’innocenza. Le donne, la loro differenza sessuale viene trafitta, subendone l’effrazione violenta, malgrado loro, di un potere che trova nel corpo martoriato i segni di un trionfo della pornografia. Una scatola nera delle nefandezze perpetrate dai gendarmi del sesso sul campo femminile.”

Salvatore Schembari

 

 

ESSENTIAL

 

Giusi Bonomo, nasce a Modica, città in cui risiede e lavora.

Dopo gli studi di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Catania e la formazione nel settore del turismo culturale, si dedica a tempo pieno allo studio e alla pratica della fotografia, partecipando a corsi e seminari di fotografia.

Le sue fotografie sono presenti in collezioni private e gallerie.

Collabora alla redazione di articoli e interviste su libri di fotografia per la casa editrice Postcart e per riviste e magazine online e cartacei.

Attualmente fa parte dell’Associazione Donne Fotografe-Italian Women Photographers’ Association e del progetto WAD & Community Woman Visual Artists Database.

È consulente culturale della Fondazione Ente Liceo Convitto Palazzo S. Anna, Modica.

L’artista annovera la partecipazione a collettive e Premi d’Artista in spazi pubblici, privati e musei lungo tutta l’Italia.

Le pubblicazioni spaziano dalle riviste ai romanzi, ai libri d’Artista. In ogni caso Giusi è un’Artista molto legata alle questioni sociali ed in particolar modo a quelle femminili. Sfoggia la sua Arte offrendo strumenti di comprensione e riflessione, portando avanti degli ideali che le si leggono negli occhi, li si ascolta nel tono della sua voce e si scorgono anche nella totalità della sua figura, dolce ed energica.

Si segnala l’opera fotografica che fa da copertina al romanzo “Dove non batte il sole” dello scrittore agrigentino Carmelo Sardo, una storia di Mafia e Malagiustizia, dedicato alla memoria delle vittime suicide tra le mura di un carcere

 

 

TOGETHER

 

La collaborazione con la realtà espositiva Lo Magno inizia nel 2021 quando, per la prima volta la vidimo entrare con in mano delle foto, delle FUJI instax misura 62 x 99 mm. Una serie di 12 istantanee dal titolo “PARTO ORA IN UNA SCATOLA PER MARE”. Il periodo era quello post – pandemico, anche se è ancora difficile riuscire a tracciare confini temporali dell’accaduto, lei ci mostrò i 12 scatti prodotti a cadenza mensile durante il 2020. Uno per ogni mese, lasciando al nero lo spazio dei mesi di marzo e aprile. Un presentazione genuina e di trasformazione di un anno non da accantonare ma anzi, da mettere a parete per coglierne il meglio. Grazie alla semplicità e l’armonia delle sue tracce discorsive si inaugura un percorso di collaborazione tra l’artista e la galleria che vede la prima apparizione in 30×30 group show.

 

Sandro Bracchitta

RAMO E MARE

2022

 

Acrilico, pigmenti, floccaggio, ramo e foglia oro su tela

30 x 30

 

 

“Due elementi del mio vocabolario visionario che convergono per rivelare il senso profondo, mistico e intrinseco nella natura.

Tra in “finito” della tela, nella sua geometria quadrata, elemento terrestre, inteso come Creato, come manifestazione del divino, che racchiude e contiene il blu profondo e “infinito” del mare.

Il Ramo dorato è elemento simbolico, manifestazione della Natura e della sua sacralità, catabasi e dell’anabasi del viaggio terreno e ultraterreno dell’uomo.”

Sandro Bracchitta

 

“ (… ) Quello di Bracchitta è un gesto di appropriazione che eradica un frammento materiale dal contesto storico per costringerlo nei termini del proprio lessico. L’Artista non si adatta, ma adatta, potremmo dire, la materia tecnologica odierna, fagocitandola nel proprio vocabolario, senza, peraltro, alterarne il fulcro della propria indagine ( … ) ”

Ivan Quaroni | Unda Mater

 

 

“Bracchitta ci ha sempre abituati a leggere con accortezza formale i suoi gioielli figurativi descrivendoci con pazienza come si arriva al processo mitopoietico d’una perfezione materica. Egli palesa il demiurgo che interpella, la tecnica usata. Il suo agire modale e magico si coniuga come verbo ausiliare per esplicitare i concetti e i simboli sottesi, proficuamente espressi nell’ambito dell’arte, della sua arte incisoria e pittorica. Eccoli qui gli elementi dell’alchimia dichiarata: Acrilico, pigmenti, floccaggio, ramo e foglia oro su tela. Si rimane incantati come il suo fare sperimentale raggiunga poi l’equilibrio armonico di una visione tangibile tra il ramo d’oro e un mare d’oscurità, tra anabasi e catabasi, ma in direzione inversa.”

Salvatore Schembari

 

 

ESSENTIAL

 

Sandro Bracchitta (Ragusa, 1966) Nato con il dono prezioso del talento, nel tempo ha saputo mettere a frutto tutte le esperienze vissute acquisendo un’unicità che lo rende riconoscibile ma, al tempo stesso, di volta in volta riesce nel tentativo di creare stupore rispetto ad opere che contengono segni che si ripetono ma che possono assumere significati e interpretazioni diverse.

Essi cambiano come cambia e si evolve la vita, e l’artista fa di conseguenza, anche se esistono dei capisaldi su cui si fonda la sua ricerca.

Frequenta l’Istituto d’Arte di Comiso, si laurea all’Accademia di Belle Arti di Firenze e nel 1990 grazie a una borsa di studio, accede alla scuola di specializzazione grafica “Il Bisonte” dove in seguito diventare assistente del maestro Domenico Viggiano.

La sua arte incisoria vanta l’approvazione della critica mondiale, e dal 1994 espone su tutto il territorio: Triennale Mondiale di Incisione di Charmelires (Francia), Biennale di Grafica di Lubiana, e alla Triennale di Incisione di Cracovia, IV Biennale Internazionale di Sapporo (Giappone)

Bracchitta viene anche coinvolto in varie esposizioni del Gruppo di Scicli. In particolare instaura una relazione di stima con Piero Guccione, che nasce da una comune identità culturale e si consolida nonostante la loro diversità interpretativa del linguaggio formale. Le sue opere sono conservante all’interno di importanti musei ed istituzioni: Museo degli Uffizi di Firenze, la Biblioteca Apostolica Vaticana, la Calcografia Nazionale, il Museo della Grafica di Pisa, la Pinacoteca di Bologna, la National Museum of Modern Art di Tokio. Nel 2019 vince il premio internazionale d’incisione “Honorary Work” alla Guanlan International Print Biennial in Cina.

Oggi Bracchitta gestisce la sua ‘Stamperia d’Arte’ a Ragusa, città in cui risiede, ed insegna Incisione e Grafica d’Arte presso l’Accademia delle Belle Arti di Catania

 

 

TOGETHER

 

 

2003: “Sandro Bracchitta”, personale dell’Artista durante il primo anno di apertura della galleria Lo Magno artecontemporanea. Giuseppe Lo Magno muoveva i primi passi nell’ambiente e, affascinato dalle imponenti incisioni di Sandro, proprose all’Artista di esporre presso i propri spazi. Fu una sorpresa scoprire che da lì a poco avrebbe preso vita una mostra che godè di un grande successo e per la quale, il critico d’Arte Paolo Nifosì e l’amato pittore Piero Guccione, scrissero dei testi che accompagnarono l’evento.

 

2005: “Il Gruppo di Scicli a Donnafugata”, collettiva di 11 artisti dedicata agli esponenti della Scuola di Scicli, testo critico di Paolo Nifosì, partner tecnico Lo Magno artecontemporanea, Castello di Donnafugata – Ragusa

Artisti in mostra: Giovanni La Cognata, Piero Guccione, Piero Zuccaro, Rosatrio Antoci, Salvatore Paolino, Sandro Bracchitta, Sonia Alvarez, Carmelo Candiano, Giovanni Iudice, Franco Polizzi, Franco Sarnari.

 

2009: “Incisioni”, personale di Sandro Bracchitta, testi critici di Gianfranco Schialvino, organizza Lo Magno artecontemporanea in collaborazione con il Movimento Culturale Vitaliano Brancati di Scicli, inserita nell’ambito delle iniziative culturali estive organizzate dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Scicli, Palazzo Mormino, Donnalucata, frazione di Scicli (RG)

“Bracchitta è una presenza controversa e trasgressiva (eppure quanto mai fondamentale!) nel rinnovamento dei linguaggi dell’arte incisoria: l’abilità con cui approda alla definizione della lastra è esaltante, la cadenza dei toni è vellutata, la politezza dei colori incanta, la forza dei neri sbalordisce. Il suo gesto strega, la poetica seduce. Sa di idolo arcaico, di nobiltà normanna, di nomadismo beduino, di sabba infuocato, di sfida rusticana, di provocazione picciotta…”

Gianfranco Schialvino

 

2012: “Il Silenzio delle Nuvole”, la galleria festeggia 20 anni di attività con una mostra-evento
Quaranta circa gli artisti presenti, due vernissage – uno in primavera con gli artisti “storici” e l’altro in autunno con i “giovani” a cura di Antonio D’Amico, Lo Magno artecontemporanea – Modica (RG)

Artisti in mostra: Sonia Alvarez, Rosario Antoci, Giuseppe Atanasio Elia, Francesco Balsamo, Salvo Barone, Sandro Bracchitta, Carmelo Candiano, Giuseppe Colombo, Piero Guccione, Alessandro Finocchiaro, Giovanni Iudice, Giovanni La Cognata, Luca Macauda, Salvatore Paolino, Franco Polizzi, Giuseppe Puglisi, Franco Sarnari, Piero Zuccaro

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Umberto Agnello,Maria Buemi, Giovanni Blanco, Daniele Cascone, Andrea Cerruto, Giuseppe Diara, Fulvio Di Piazza, Emanuele Giuffrida, Carlo e Fabio Ingrassia, Filippo La Vaccara, Andrea e Marco Mangione, Gianni Mania, Davide Nido, Cetty Previtera, Floriana Rampanti, Giovanni Viola e William Marc Zanghi.

 

2020: “Showcase Exhibition”, virtual group exhibition, curata da Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

La mostra intende esaltare il fermento artistico che si è creato a contatto con le circostanze determinate dalla pandemia da covid-19, una ribellione di colori e tratti che prende vita alle pareti della galleria Lo Magno artecontemporanea.

Il Tour virtuale sarà accompagnato dalle note della “Overture 1812” di Pëtr Il’ič Čajkovskij. La versione è stata registrata da casa con i propri smartphone durante il lockdown da alcuni componenti dell’orchestra Workshop Ibleo 2020, diretti dal maestro Luigi Mariani (Teresa Lombardo e Aurora Rizza, violini; Nadia Tidona, viola; Jasha Parisi, violoncello; Luciana Danieli, oboe; Chiara Scucces, flauto traverso; Pietro Giunta, flicorno soprano – editata e ottimizzata da Salvo Scucces).

Artisti in mostra: Melissa Carnemolla, Giovanni Blanco, Emanuele Giuffrida, Giuseppe Colombo, Francesco Balsamo, Vanni Cuoghi, Andrea Cerruto, Francesco Lauretta, Giovanni Iudice, Rossana Taormina, Domenico Grenci, Sandro Bracchitta, Massimiliano Fabbri, Ignazio Schifano

 

2021: “Showcase Exhibition/2” virtual group exhibition con un tributo a Piero Guccione, curata da Aldo Premoli e Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

Artisti in mostra: Balsamo Francesco, Bracchitta Sandro, Bramante Davide, Capolupo Anna, Cerruto Andrea, Colombo Giuseppe, Giuffrida Emanuele, Guccione Piero, La Vaccara Filippo, Lauretta Francesco, Robustelli Giovanni, Schifano Cusimano Ignazio, Taormina Rossana

“Si può ancora fare arte dopo i disastri provocati dal maledetto virus?

La risposta è sì: dobbiamo, vogliamo essere ottimisti, prudenti, ma ottimisti… Per questo Lo Magno artecontemporanea ha deciso – caparbiamente – di presentare questa mostra nonostante il momento sia così particolare”

Aldo Premoli

 

2022: “Unda Mater”, Sandro Bracchitta solo show, curated by Niccolò Nisivoccia and Giuseppe Lo Magno, testo critico di Ivan Quaroni. Lo Magno artecontemporanea (Modica)

“Difficile resistere alla tentazione di leggere nelle opere di Bracchitta il senso più drammatico della contemporaneità. Come non riconoscere, nei segni che attraversano quel blu, il movimento delle onde, delle correnti? Nelle sue macchie di rosso, la traccia di una ferita che ogni giorno si rinnova, ma anche la metafora di una speranza che non cessa di essere coltivata? Nei suoi ori, la metafora ulteriore di un altrove da immaginare, e da inventare? Nei suoi cuori sospesi la rappresentazione del viaggio e dell’esilio – intesi come vite in bilico, provvisorie, precarie, prive di terra sotto i piedi”

Niccolò Nisivoccia

Davide Bramante

ROMA

2022

 

Opera fotografica realizzata con la tecnica delle esposizioni multiple

30 x 30 cm

“Il mio modo di fotografare e’ identico al mio modo di ricordare, pensare,
sognare, sperare, tutto avviene per sovrapposizioni temporali e spaziali … le Stratificazioni e le velature che presenta ogni immagine mi riconducono alla storia della mia terra e del mio popolo, siamo un po’ Arabi, Normanni, Bizantini, Spagnoli…”

Davide Bramante | Stratificazioni Urbane

 

“Con la tecnica dell’esposizione multipla Davide Bramante si ritaglia uno spazio piuttosto originale nel panorama fotografico contemporaneo. Le sue folte stratificazioni urbane, sono marcate da uno stile composito simbolicamente e ben articolato sul piano della sintattica delle immagini che raccontano qualcosa di inaspettato e di inusuale di una città. Un altrove narrativo che ci conduce lo sguardo, sia pur culturalmente referenziale di un certo luogo o di una storia segnica identitaria riconoscibile, a ricomporre tutti gli elementi, dati dalle sovrapposizioni delle varie inquadrature come se fosse un “unicum” visivo. Si rimane, di primo acchito, sovrastati dalla bellezza formale raggiunta, poi si passa dalle cromie alla luminosità percorrendo un frastaglio immaginifico, sempre in bilico tra la ricerca di una conformità di un particolare e lo scandaglio di un caleidoscopio o la restituzione intermittente d’una visione più globale.
La resa prospettica di questa Roma onnisciente e ancora piena di reminiscenze imperiali e storiche ci fa pensare alle infauste ramificazioni di un potere religioso e temporale fine a se stesso, che non porta da nessuna parte, tranne che ritrovarci davanti allo specchio, tautologicamente, con un’immagine riflessa di un grigissimo e grande teschio. Un limite assoluto dell’esistenza, «dell’«Eessere nell’Esserci» che si palesa nel divenire ancora solo come possibile ombra. L’umanesimo di ieri e di oggi imprigionato dai grovigli fisici e metafisici, via via sempre più separato dalla spiritualità, dall’ordine delle cose, annega pure nel mare nostrum della odierna Téchne. Tutto viene travolto dalla morte inesorabilmente, nessuno ci salva, nemmeno la luce di una Roma condita da una storia millenaria. Stavolta Bramante sottende, magari inconsciamente, un chiaro monito, ci indica che è arrivato il momento di guardare allo spettro che si aggira attorno noi, alla luce sovrapposta di un limite materiale oltre cui la fotografia non può andare, ma solo evocare, come un tempo di rivelazione, di apocalisse.”

Salvatore Schembari

 

 

ESSENTIAL

 

Siracusa, 1970. Frequenta l’Istituto Statale d’arte di Siracusa e l’Accademia Albertina di Belle arti di Torino. Nel 1999 torna a vivere a Siracusa, dopo tredici anni trascorsi tra Torino, Roma, Milano e New York. Opera dal 1991, realizzando lavori video, installazioni e fotografie. vengono talvolta avvicinate al Futurismo. Ma si tratta solo di
somiglianze formali. Le sue sono visioni simultanee, nelle quali vengono ricreate situazioni,
abolendo le categorie temporali del passato, presente e futuro. Per Bramante, eterno girovago, i suoi lavori sono uno specchio della società contemporanea. Oggi dirige la San Sebastiano Contemporary – Casa Bramante: un bellissimo palazzetto stile Liberty a Palazzolo Acreide (SR).Luogo chiuso da mezzo secolo adesso riportato al suo splendore grazie ai suoi 140mq espositivi, affiancati da una project room seminterrata.

L’artista ha alle spalle esposizioni in ogni parte del mondo, in luoghi pubblici, privati ed in musei tra cui: Mark Miller Gallery – New York , Gallery RVS – Southampton (NY), Galleria Poggiali e Forconi – Firenze , Gaia Gallery – Ginevra (Svizzera), La Veronica – Modica, Museo MACI – Isernia, Istituto italiano di Cultura – Il Cairo (Egitto), Cantieri Culturali alla Zisa – Palermo

Tra le sue partecipazioni segnaliamo: “The Present of Future” a cura di M. Wilson e H.Spiller, MOMA, New York

TOGETHER

 

2016: “TIME OUT”, collettiva di 5 artisti: Rosario Antoci, Davide Bramante, Andrea Cerruto, Gianni Di Rosa, Emanuele Giuffrida, Francesco Lauretta; Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

Il titolo allude al fatto che la mostra sarà inaugurata a pochi giorni dalla fine dell’anno, ma anche alla sospensione temporanea del gioco che si effettua in alcuni sport di squadra: una sosta, nello sport come nella vita, può tornare utile per riposizionare il nostro sguardo sul mondo, per leggere la realtà attraverso l’arte. Proprio il dialogo fecondo e creativo tra autori affermati e giovani emergenti, ma anche tra linguaggi diversi (pittura, scultura, fotografia) rappresentano alcuni dei principali motivi d’interesse della collettiva, che si snoda attraverso un interessante percorso espositivo.

2020: “Showcase Exhibition”, virtual group exhibition lomagnoartecontemporanea.it, curata da Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

La mostra intende esaltare il fermento artistico che si è creato a contatto con le circostanze determinate dalla pandemia da covid-19, una ribellione di colori e tratti che prende vita alle pareti della galleria Lo Magno artecontemporanea.

Il Tour virtuale sarà accompagnato dalle note della “Overture 1812” di Pëtr Il’ič Čajkovskij. La versione è stata registrata da casa con i propri smartphone durante il lockdown da alcuni componenti dell’orchestra Workshop Ibleo 2020, diretti dal maestro Luigi Mariani (Teresa Lombardo e Aurora Rizza, violini; Nadia Tidona, viola; Jasha Parisi, violoncello; Luciana Danieli, oboe; Chiara Scucces, flauto traverso; Pietro Giunta, flicorno soprano – editata e ottimizzata da Salvo Scucces).

Artisti in mostra: Melissa Carnemolla, Giovanni Blanco, Emanuele Giuffrida, Giuseppe Colombo, Francesco Balsamo, Vanni Cuoghi, Andrea Cerruto, Francesco Lauretta, Giovanni Iudice, Rossana Taormina, Domenico Grenci, Sandro Bracchitta, Massimiliano Fabbri, Ignazio Schifano

2021: “Showcase Exhibition/2”, virtual group exhibition con un tributo a Piero Guccione, curata da Aldo Premoli e Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

Balsamo Francesco, Bracchitta Sandro, Bramante Davide, Capolupo Anna, Cerruto Andrea, Colombo Giuseppe, Giuffrida Emanuele, La Vaccara Filippo, Lauretta Francesco, Robustelli Giovanni, Schifano Cusimano Ignazio, Taormina Rossana

“Si può ancora fare arte dopo i disastri provocati dal maledetto virus?

La risposta è sì: dobbiamo, vogliamo essere ottimisti, prudenti, ma ottimisti… Per questo Lo Magno artecontemporanea ha deciso – caparbiamente – di presentare questa mostra nonostante il momento sia così particolare”

Aldo Premoli

Marco Bunetto

CABINE

2022

 

Olio su cartone

30 x 30 cm

 

 

“In una fredda e piovosa notte di inverno, vidi due cabine ormai in disuso da anni, rese ormai afone dal passare inesorabile del tempo.

Strette in un indissolubile abbraccio metallico, pare vogliano ancora raccontarci di pianti e sorrisi dei quali furono testimoni.”

Marco Bunetto

 

 

“Marco Bunetto è un vero disegnatore, uno che passa dall’intimismo acceso e quotidiano alla potenza di un destino che sa come scegliere la propria misura d’arista. Si sente e si vede che ha una cifra propria, indelebile, nell’arte della figurazione e che raddoppiando puntualmente la perfezione, va in contrasto a quel vituperato campo magnetico della contemporary e della sua moda. Quella parte concettuale che ripudia, immotivatamente, il disegno e che, oggi, rifiuta la sua nobile tecnica, non vuole più saperne tanto.
Egli si distingue dall’amico e conterraneo Giovanni Giudice, dal suo mentore, nell’uso del nero. La matita di Bunetto raggiunge vette espressive segrete, il nero appare assoluto, sa come ben contrastarlo coi grigi, per ottenere un tono reale, ma grumoso ed espressionista. Vi intravedo pure un piacere nascosto per le inquadrature e i tagli di un certo cinema tedesco, quello di Wim Venders in particolare (Im Lauf der Zeit).
“Cabine”, un olio su cartone, si colloca in questa linea severa e responsabile: la realtà raccontata, disegnata è poesia, un fare che permette all’uomo di trasformare perfino i misfatti, in bellezza. Allora Bunetto senza perdere lo sguardo critico sulla desolazione reale di una certa anonima periferia urbana, ci fa vibrare attorno alla scena che dipinge una tristezza inanimata delle cose, attraversate lo stesso dal fluire del tempo. Non possiamo che coglierne la vita negata, notturna, dal bianco acceso di forma spettrale. Due indistinte carcasse che riverberano illuminate da una luce urbana, artificiale. Guizzi di scheletri disegnati come fantasmi che appaiono rimarcati dal buio cupo della vita, di un mesto momento che si riflette altrettanto vero se viene accompagnato dalla penna sentimentale dell’arista che incontra la scena prima di rappresentarla:«In una fredda e piovosa notte di inverno, vidi due cabine ormai in disuso da anni, rese ormai afone dal passare inesorabile del tempo».
Eppure il disegno più ampio del quadro, ci riporta ad una poesia di metropoli domestica, amica. Le cabine si mettono in forma, come nella “Gestalt” si ha una percezione di sollievo di luce mistica d’arredo, di decoro urbano che ci commuove intimamente.”

Salavatore Schembari

 

 

ESSENTIAL

 

Marco Bunetto nasce a Gela in provincia di Caltanissetta nel 1979
Artista autodidatta, dopo gli studi tecnici, si dedica maggiormente all’arte, prima musicale e successivamente, approfondendo lo studio e la pratica del disegno e della pittura, all’arte figurativa.
Vive e lavora a Gela.

Dalla rubrica Parvenu curata dall’artista Giovanni Iudice:

Marco Bunetto: Il disegno come essere.

Gelese, ma non conosciuto da tutti, e non ama i riflettori. Timido e introverso, disegna come un un creatore demiurgo, inventa la realtà con la caducità delle cose come si presentano ai suoi occhi perché vuole occuparsi di quel mondo, darne voce. Un realismo che non si distacca dal vero, ha già esposto in autorevoli mostre, come in “Artisti di Sicilia” del 2016, di cui curatore Vittorio Sgarbi, ne volle la presenza, perché il linguaggio del giovane gelese, ne contenesse il cupo e tonale sguardo chiaroscurale, quello del reale, del drammatico, degli interni anonimi parlare della propria vita, tra conflitti e silenziose attese, come i ritratti della sorella Desirèe. L’arte è cosa intima. Una persona schiva per discrezione, colui che non disturberebbe una mosca. Marco ci da una lezione, quella silenziosa dell’arte. Questa è la sua negazione della rappresentazione, del non convenzionale perché il vero sta nascosto tra gli umili, riluttando ogni ipocrisia e ogni fragile costruzione. La sua ricerca incentrata sulle scale del proprio stabile dove vive a Gela, non è l’unica, lui è un instancabile stacanovista, se non apro il telefono e lo chiamo, con la distanza degli stabili a cinquecento metri, l’uno dall’altro, Marco continuerebbe a “nascondere” le proprie cose.

 

 

TOGETHER

 

Con la realtà Lo Magno artecontemporanea ha un rapporto di amicizia e di collaborazione da parecchi anni, grazie alla sua straordinaria capacità tecnica ha spesso rapito l’attenzione della critica. La sua timidezza nasconde un ragazzo deciso, che concretizza nell’arte ciò che vive nel suo territorio e cio che è nel suo intimo.

La prima esposizione con la galleria è 30 x 30 group exhibition, si intende, la prima di altre.

Melissa Carnemolla

DIDA ADIL AND CHAEDA PLAYING WITH TUNISIAN TRADITIONAL RUG

2022

 

Stampa Fine Art su carta baritata

30 x 30 cm

 

 

Delivered message to Ameni Tunisian interpreter for the Presidio project


Messaggio per Ameni, interprete tunisino per Presidio project

 

Dear Ameni,

I wrote down a text that I kindly ask you to read to the family you selected for my project.

“I am looking for a family willing to accept an Italian woman in their house.

I am interested in your stories specifically because they are hidden and only few people really care about your condition. How difficult it can be to find an identity in a foreign country and especially in that place, where you happened to live.

As an Italian, I hope that my presence will challenge the cultural and social barrier that separates us. What I would ask is to be allowed to listen to your stories, observe your domestic intimacy and be able to find the right visual way to tell your story.

I would like to create a collaborative dialogue with your kids. To show that besides the difficult living conditions, there is also family genuineness and the universal feelings that derive from it.

The meetings will be spread over several months according to your family’s availability.

We will start by getting to know each other. Afterwards, parallel to the dialogue, I will begin to bring the camera with me and start making images.

It is important to make clear that this project will only start when all of us feel comfortable. I am sure that by getting to know you, I will learn new things about myself. I hope that you will see my proposal not as an intrusion but as an opportunity.”

Thanks, Ameni for your support. Let me know what you think about it! Looking forward to hearing from you

Best Melissa

Caro Ameni,

Ho scritto un testo che ti chiedo gentilmente di leggere alla famiglia che hai selezionato per il mio progetto.

Cerco una famiglia disposta ad accogliere in casa una donna italiana. Sono interessata alle tua realtà proprio perché fatta di storie nascoste e solo poche persone si preoccupano veramente della vostra condizione. Quanto può essere difficile trovare un’identità in un paese straniero e soprattutto in quel luogo, dove ti è capitato di vivere.

Come italiano, spero che la mia presenza possa sfidare la barriera culturale e sociale che ci separa. Quello che chiederei è di poter ascoltare le vostre storie, osservare la vostra intimità domestica e poter trovare il modo visivo giusto per raccontare la vostra storia.

Vorrei creare un naturale dialogo con i vostri figli. Per dimostrare che oltre alle difficili condizioni di vita c’è anche la genuinità familiare e i sentimenti universali che ne derivano.

Gli incontri saranno spalmati su più mesi in base alla disponibilità della tua famiglia.

Inizieremo conoscendoci. Successivamente, parallelamente al dialogo, inizierò a portare con me la macchina e comincerò a fare delle foto. È importante chiarire che questo progetto inizierà solo quando tutti noi ci sentiremo a nostro agio. Sono sicura che conoscendosci imparerò cose nuove su me stesso.

Spero che considererete la mia proposta non come un’intrusione ma come un’opportunità”.

Grazie Ameni per il tuo supporto. Fammi sapere cosa ne pensi! Attendo un tuo riscontro

Cari saluti

Melissa

Melissa Carnemolla | Presidio Project

 

“Melissa Carnemolla indirizza da subito la sua ricerca fotografica verso una concreta utopia del vedere, più si appropria della tecnica e meno l’immagine che ci restituisce s’allontana dall’impressione della realtà, smorzando le grafie visual, togliendo all’emulsione sensibile l’estetica di una fotografia patinata. Gli scatti sono pensati nei minimi dettagli, però, prima di ottenere il risultato desiderato o concretamente colto. Il procedimento fotografico e il click impresso sulla prosaicità del reale s’arricchiscono di misure e calcoli, di simboli e concetti, di esperienze conoscitive strutturali, antropologiche, di viaggi. Le tessiture di immagini viste anche nella propria selvaggia banalità, in verità ci rimandano altrove, sono riconducibili a momenti di ossigeno per una politica volitiva del saper vedere oltre il frame di uno scatto.
Il tappeto tradizionale tunisino disteso dalle due donne, avvolte dalle estremità di esso e dalle ombre, in una scena arabesca che si muove tra ornamenti, guizzi luminosi e il piede della “Gradiva” dai capelli neri avanzante, se mi permette Melissa, lo rivolto in orizzontale, ci salgo e volo tra la letteratura persiana ed araba d’Oriente. Poi sognando, sognando, il tappeto volante che ho preso chissà perché mi porta sopra i cieli della Francia, della “Nouvelle vague” dei quattrocento colpi?”

 

Salvatore Schembari

 

 

ESSENTIAL

 

Melissa Carnemolla è nata a Ragusa nel 1991.

Dopo una breve carriera come Interior Designer, si è trasferisce a Roma dove frequente per un biennio la scuola di fotografia “Officine Fotografiche”. Nel 2016 ha vinto due borse di studio: Residenza d’artista ad Arles con Studio Vortex di Antonie D’agata e Spazio Labò Photo Workshop a New York con Michael Ackerman. Dal 2015 al 2017 è stata la co-fondatrice e co-direttrice di Gazebook: Sicily Photobook Festival. Nel 2020 è assistente di set del fotografo Jaap Scheeren

Nel 2021 termina gli studi presso la prestigiosa Accadamedia d’Arte KABK (Paesi Bassi).

Melissa, fotografa documentarista, utilizza il mezzo fotografico per mostrare i lati nascosti dei nostri sistemi sociali. La sua ricerca indaga il fenomeno dello stato di indifferenza e di omissione che regna nel mondo contemporaneo.

Oggi vive e lavora a Ragusa

 

 

TOGETHER

 

2018:Retrospettiva”, personale di Melissa Carnemolla curata da Maria Brazão Sousa, Lo Magno artecontemporanea (Modica)

“Melissa, celebrando i fallimenti e convertendo gli ostacoli in una fonte di nuove eccitanti scoperte, ci incoraggia ad abbracciare la natura imprevedibile non solo del processo creativo ma di tutta la vita umana, mostrandoci che la gioia non sta nei risultati finali, ma in ciò che abbiamo vissuto durante il percorso”

Maria Brazão Sousa

 

2020: “Showcase Exhibition”, virtual group exhibition lomagnoartecontemporanea.it, curata da Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

La mostra intende esaltare il fermento artistico che si è creato a contatto con le circostanze determinate dalla pandemia da covid-19, una ribellione di colori e tratti che prende vita alle pareti della galleria Lo Magno artecontemporanea.

Il Tour virtuale sarà accompagnato dalle note della “Overture 1812” di Pëtr Il’ič Čajkovskij. La versione è stata registrata da casa con i propri smartphone durante il lockdown da alcuni componenti dell’orchestra Workshop Ibleo 2020, diretti dal maestro Luigi Mariani (Teresa Lombardo e Aurora Rizza, violini; Nadia Tidona, viola; Jasha Parisi, violoncello; Luciana Danieli, oboe; Chiara Scucces, flauto traverso; Pietro Giunta, flicorno soprano – editata e ottimizzata da Salvo Scucces).

Artisti in mostra: Melissa Carnemolla, Giovanni Blanco, Emanuele Giuffrida, Giuseppe Colombo, Francesco Balsamo, Vanni Cuoghi, Andrea Cerruto, Francesco Lauretta, Giovanni Iudice, Rossana Taormina, Domenico Grenci, Sandro Bracchitta, Massimiliano Fabbri, Ignazio Schifano

Orazio Battaglia

ROMA, SANTA MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI

2022

 

Matita su carta

30 x 30 cm

 

 

“Orazio Battaglia ricostruisce di notte la città che attraversa di giorno. Servendosi di piccole tele, Roma diventa ciò che è sempre stata per una parte di noi, uno specchio della nostra comune memoria. I muri, le crepe, le prospettive scivolano dietro i colori. Orazio si fa beffa del tempo lungo che ci fa credere nella storia, per conservare solo le nostre sensazioni e la sensazione di una continua incandescente leggerezza.” 

Samuel Gross

 

 

“Bellissima matita su carta, Orazio Battaglia impeccabile disegnatore ci racconta le architetture dell’utopia, di una Roma eterna dove trovare lo spunto per resuscitare scorci di luce prospettica di sopraffina interiorità. Icona intima, mistica, tridimensionale da assimilare alla misura del togliere contemporaneo non dell’aggiungere romantico e piranesiano.” 

Salvatore Schembari

 

ESSENTIAL

 

Nato nel 1977 a Modica Sicilia (Italia), Orazio Battaglia vive e lavora a Roma.

Ha esposto in istituzioni pubbliche e gallerie private tra cui: Palazzo Bertalazzone Di San Fermo, Torino Nomadologie(s) #1. Storie di una galleria in viaggio, Laveronica arte contemporanea 2007; Galleria Ugo Ferranti, Roma (Indicazione 0/0) 2011; RISO Museo d’Arte contemporanea della Sicilia, Palermo; Teatro Parenti, Milano (Say sì ad esso, Concorso Nazionale Nastro Azzurro, 2013); Castello di Rivara (TO),(Equinizio d’autunno 2013); American Academy in Rome, Roma (Cinque Mostre 2016 – Across the Board: parti di un tutto, The Picture Club). Tra le sue mostre personali: ‘PPS//Meetings # 3 ‘Magia. Orazio Battaglia / Duncan Marquiss a cura di Helga Marsala ed Emanuela Nobile Mino RISO, Museo d’Arte contemporanea della Sicilia, Palazzo Belmonte, Palermo (2011); M’N S a cura di Emanuela Nobile Mino Motelsalieri, Roma 2009; Casamatta,a cura di Marta Casati, Laveronica arte contemporanea, Modica 2007; Battaglia, testo Samuel Gross (ProjectRoom), Galleria Alessandra Bonomo, Roma, 2022. Derrière la mémoire Orazio Battaglia, Martine Bedin, James Siena 01.12.22 → 23.12.22 Xippas Ginevra

 

 

TOGETHER

 

Il contatto con Lo Magno artecontemporanea avviene nei primi anni di vita dell’attività, quando l’artista risiedeva a Modica. Oggi Orazio Battaglia si muove artisticamente in tutto il panorama internazionale ma il rispetto e la stima reciproca hanno dato forma ad un continuum che genera oggi un posto unico nel percorso che la galleria ha compiuto fin’oggi.